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Uno studio della Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma individuate aree deputate alla memoria del passato: La ricerca italiana apre nuovi orizzonti di cura per le persone con lesioni neurologiche

09 Giugno 2020

Ci sono persone che hanno la capacità di ricordare nei particolari il loro passato. Si chiamano “ipermemori”. Dai laboratori della Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma che hanno condotto un’indagine sull’ipermemoria  insieme agli atenei Sapienza di Roma e  degli Studi di Perugia con l’Istituto Superiore  di Sanità è emerso un dato scientifico di grande portata.  L’individuazione di  specifiche aree del cervello legate alla memoria autobiografica e lo studio dei meccanismi neurobiologici associati alla dimensione temporale dei ricordi,  scoperte consentite dall’indagine su 8 soggetti ipermemori, dischiudono anche  nuovi orizzonti nel campo delle neuroscienze: la ricerca per la neuroriabilitazione  della memoria  e sulle funzioni mnesiche nelle persone che hanno subito una lesione neurologica, per intervenire stimolando determinate aree per un funzionamento adeguato della memoria.

L‘indagine italiana dei ricercatori, pubblicata sulla rivista internazionale Cortex (Enhanced cortical specialization to distinguish older and newer memories in highly superior autobiographical memory ) e resa nota dalla Fondazione di ricerca,  in data odierna, si è svolta su un gruppo di 8 soggetti ipermemori confrontato con un altro di controllo, composto da 21 persone senza particolari abilità o deficit della memoria. Ai primi è stato chiesto di ricordare un evento accaduto 20 anni prima. La risonanza magnetica funzionale ha fatto  osservare in tempo reale  l’attività neuronale dell’encefalo quando è in azione e identificarne le aree più attive durante il ricordo dell’evento passato mentre la Multivoxel Pattern Analysis (MVPA)  ha consentito di verificare la corrispondenza tra la rappresentazione neurale dei ricordi nelle persone ipermemori e la funzione di specifiche aree del cervello.  Gli autori affermano  che «nel discriminare tra ricordi autobiografici vecchi e nuovi, per le persone con ipermemoria si rileva un’elevata specializzazione della porzione ventro-mediale della corteccia prefrontale del cervello, un’area che si ritiene sia deputata all’organizzazione delle funzioni cognitive superiori. Questa stessa regione del cervello sembra essere meno precisa nelle persone con una memoria normale, fino a farci “confondere” la dimensione temporale del ricordo, vecchio o nuovo» (Ipermemoria: un ricordo per ogni giorno. Nel cervello di “chi non dimentica” svelato il meccanismo che ordina la memoria, www.hsantalucia.it, 9 giugno 2020).

Hanno partecipato a questo studio:  lo psicologo  Valerio Santangelo del Dipartimento di Filosofia, Scienze sociali e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia,  ricercatore post dottorato presso il laboratorio di neuroimaging presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS  di Roma a cui lavora presso quest’ultimo anche Tiziana Pedale, dottore di ricerca in Psicologia e scienza cognitiva  del Dipartimento di Integrative Medical Biology  e del Centre for Funcional Brain imaging  all’Umeâ University di Svezia, Simone Macrì,  psicologo dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma  presso il Centro per le Scienze comportamentali e la Salute mentale, e infine la farmacologa Patrizia Campolongo  presso il dipartimento di Fisiologia e Farmacologia  alla Sapienza Università di Roma e presso il laboratorio di neurobiologia del Comportamento Ircss di Roma.

Redazione Bioetica News Torino