È opinione diffusa che dal 16 luglio 1945, data in cui nel deserto del New Messico fu fatta detonare la prima bomba atomica, è iniziata l’era geologica attuale detta "Antropocene". Ha promosso una perniciosa logica di dominio incontrollato sulla natura. Si è fatta così sempre più strada l’idea che l’ambiente sia un contenitore di risorse da sfruttare senza controllo e che tutto ciò che tecnicamente può essere fatto per favorire la massimizzazione della produttività e del profitto, debba essere incondizionatamente fatto.
La riflessione teologica e i recenti documenti ecclesiali invitano a non considerare il problema solo dal punto di vista tecno-scientifico ma ad assumere la convinzione che sia necessaria una "ecologia integrale". Un’ecologia capace cioè di tenere insieme i complessi problemi di cui soffre l’ambiente con le gravi ingiustizie presenti nel nostro mondo globalizzato. La questione ecologica ha infatti un profondo legame con la crisi morale che l’umanità sta attraversando.
Intervento di Giuseppe Zeppegno al Convegno Laudato si’. Operatori sanitari e riflessioni per il futuro, 3-4 febbraio 2022, Bioetica News Torino Centro Cattolico di Bioetica Arcidiocesi di Torino – riproduzione riservata
La situazione attuale. L’Antropocene
Nell’ultimo ventennio sono avvenuti tre eventi scioccanti che hanno avuto negative ripercussioni e hanno posto nuovi e pressanti interrogativi alle coscienze. Il primo shock si è verificato l’11 settembre 2001, giorno in cui il terrorismo islamico ha colpito a New York le Torri Gemelle causando la morte di 2.753 persone. Il secondo è stato provocato dalla crisi economica del 2008. Il terzo è costantemente sotto i nostri occhi ormai da due anni, è dovuto al virus SARS-CoV-2, responsabile di una delle più gravi ed estese pandemie della storia (Giaccardi, Magatti, 2020).
Questi tre shock hanno reso evidente che siamo vulnerabili (Morin, 2017) e – come ha ricordato Papa Francesco nell’omelia del 27 marzo 2020 – viviamo in «un pianeta gravemente malato». I segni di questa malattia sono facilmente percepibili. Uno dei suoi effetti più evidenti è dato dal clima che cambia velocemente e pregiudica gravemente gli ecosistemi del pianeta (Morandini, 2020: 21).
Gli scienziati notano che «le attività antropiche sono la causa principale dei cambiamenti climatici a scala globale cui stiamo assistendo» (Buizza et. Al., 2019). È effettivamente opinione diffusa che dal 16 luglio 1945, data in cui nel deserto del New Messico fu fatta detonare la prima bomba atomica, è iniziata l’era geologica attuale detta Antropocene o Era del capitalismo o Capitalocene.
È caratterizzata dalla perniciosa logica di dominio incontrollato sulla natura che ha consolidato l’idea che l’ambiente sia un contenitore di risorse da sfruttare senza controllo e che tutto ciò che tecnicamente può essere fatto per favorire la massimizzazione della produttività e del profitto, debba essere incondizionatamente fatto. Anche un occhio inesperto può constatare che questo modo di pensare e di agire ha delle conseguenze catastrofiche sul pianeta. È altresì evidente che le perniciose conseguenze dell’azione umana sull’ambiente non possono essere risolte unicamente a livello locale ma hanno bisogno di un approccio globale (Della Porta, 2021: 9).
Una diversa prospettiva: il Vangelo della creazione
Papa Francesco al numero 211 della Laudato si’ ha dato indicazioni molto precise al riguardo: «L’educazione alla responsabilità ambientale – ha scritto – può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via».
Nel documento ha altresì ricordato che il recupero pieno del rapporto dell’uomo con l’ambiente ha bisogno della fondazione di un nuovo umanesimo, di un’ecologia umana integrale e di una conversione ecologica globale che richiede un’illuminante progettualità, ma anche la disponibilità a collettivi e semplici gesti di attenzione e di rispetto verso chi e cosa ci circonda.
L’ecologia umana proposta da Papa Francesco arricchisce quindi la cultura della vita di nuovi contenuti: l’attenzione per i poveri, per i migranti, per gli emarginati, per i vecchi e i bambini, cioè per tutti gli scartati dalla società (cfr. Lo Sapio, 2017). Solleva inoltre l’attenzione su una domanda ormai ineludibile: «Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi?» (LS, 160).
I temi essenziali di queste sottolineature erano già stati enunciati da san Paolo VI, nella Octogesima Adveniens pubblicata il 14 maggio 1971 ma il suo monito era caduto nel vuoto. A distanza di decenni le sue preoccupazioni sono diventate triste realtà. È allora indispensabile riproporre l’esigenza di vivere il valore della solidarietà globale (cfr. Fratelli tutti, 154).
L’esigenza di un’ecologia integrale
Particolare attenzione all’esigenza di assumere con nuovo vigore un impegno responsabile è stato proposto nel recente passato e in questi tempi anche da autori quali Hans Jonas (Das Prinzip Verantwortung, 1979) e Henk Ten Have Global Bioethics: an Introduction (2016). Quest’ultimo ha invitato a individuare un quadro etico onnicomprensivo, applicabile a livello globale, rispettoso delle preoccupazioni e dei valori delle diverse culture.
È indispensabile perciò oltre all’impegno personale anche una diversa biopolitica che sappia superare la tendenza a considerare l’essere umano in modo astratto e de-contestualizzato. Non sarà un percorso facile, ma è un percorso necessario, bisognoso di ulteriori specificazioni, affinamenti e approfondimenti metodologici che impegnerà tutti gli uomini di buona volontà.
BUIZZA et al., 2019, Il riscaldamento globale è di origine antropica, in https://www.santannapisa.it/it/news/no-false-informazioni-sul-clima-piu-di-200-scienziati-e-intellettuali-aderiscono-alla -lettera [03.02.2022].
DELLA PORTA F., 2021, Una breve storia della globalizzazione, Ronzani, Dueville
FRANCESCO, 2015, Lett. enc. Laudato si’ (24 maggio): AAS 107(2015), 847-945
Id., 2020, Lett. enc. Fratelli tutti (3 ottobre 2020), LEV, Città del Vaticano
GIACCARDI C., MAGATTI M., , 2020, Nella fine è l’inizio, Il Mulino, Bologna
JONAS H., 1979, Das Prinzip Verantwortung. Versuch einer Ethik für die technologische Zivilisation, Frankfur; trad. it. 1990, Il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica, Einaudi, Torino
LO SAPIO L., 2017, Bioetica cattolica e bioetica laica nell’era di papa Francesco, UTET, Torino
MORANDINI S., 2020, Cambiare la rotta. Il futuro nell’Antropocene, EDB, Bologna
MORINI E., 2017, Per una teoria della crisi, Armando, Roma
PAOLO VI, 1971, Lett. Ap., Octogesima adveniens (14 maggio), AAS 63(1971), 401-441
TEN HAVE H., 2016, Global bioethics: an introduction, Taylor & Francis Ltd, Milton; trad. it., 2020, Bioetica globale. Un’introduzione, Piccin, Padova.
Per vedere le diapositive dell’intervento del Prof. Giuseppe Zeppegno:
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* Giuseppe Zeppegno
Direttore scientifico del Master Universitario in Bioetica della medesima Facoltà
Consulente ecclesiastico diocesano dell’A.C.O.S.
Ha pubblicato libri, articoli per miscellanee, voci di dizionari e di enciclopedie.
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