Sostieni Bioetica News Torino con una donazione. Sostieni
92 Ottobre 2022
Speciale Sviluppo sostenibile e green economy Tra luci e ombre

Tutto è connesso. Le foreste come grandi connettori tra esseri umani

Con la moderazione del prof. Luca BATTAGLINI, Ordinario di Scienze e Tecnologie animali presso Università degli Studi di Torino, intervento di Giorgio VACCHIANO al Convegno 17 settembre 2022, Sviluppo sostenibile e Green economy: tra luci e ombre, Centro Cattolico di Bioetica -Arcidiocesi di Torino (Per gentile concessione del Centro Cattolico di Bioetica, videoa cura di P. Pena – riproduzione vietata)


La foresta ha dispensato gli strumenti per la costruzione di un rifugio, per scaldarsi, difendersi dagli animali e cucinare cibi, per pescare in imbarcazioni realizzate dall’uomo nell’era primitiva. Utensili e manufatti in legno del passato si sono evoluti nel corso dei secoli accompagnando la storia e la cultura dei popoli. «Essa può ancora aiutarci oggi ad assorbire le emissioni di anidride carbonica CO2 e altri gas serra causati dall’uomo», afferma il prof. Giorgio Vacchiano, nella Lectio Magistralis tenutasi al Convegno promosso dal Centro Cattolico di Bioetica di Torino. Insegna Scienze e Tecnologie dei sistemi arborei e forestali presso il Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali – produzione, territorio, agroenergia de La Statale di Milano.

Si riversano quotidianamente nell’atmosfera 152 milioni di tonnellate di CO2, allo stato attuale in dieci anni si supererà il limite di 1,5°C di riscaldamento. La domanda è allora, come fare? «Si sa che le foreste riassorbono l’anidride carbonica, possono aiutarci ma solo per un quarto, il 26%», spiega Vacchiano aggiungendo che ci sono anche altri assorbitori, come gli organismi fotosintetici negli oceani, un esempio le alghe, ma non sono comunque sufficienti. Quest’anno nell’incontro internazionale sul cambiamento climatico a Glasgow – prosegue il professore Vacchiano – i governi hanno riconosciuto per la prima volta il legame tra lo stato di conservazione degli ecosistemi e crisi climatica, due lati della stessa medaglia e si è firmato l’impegno contro il fenomeno della deforestazione entro il 2030 affermando il ruolo importante delle popolazioni indigene e del ripristino degli alberi.

E allora dalla comprensione del valore delle foreste nel sostegno contro il cambiamento climatico si dovrebbe passare ad azioni per proteggerle, gestirle e ripristinarle, tre parole chiave, quest’ultime, che ci descrive il prof. Vacchiano, di utilità per la sopravvivenza umana. La deforestazione, è la seconda minaccia globale per l’uomo, riguarda l’80% nei paesi tropicali e accade quando viene sostituita da attività agricola, pascolo, miniera o pianificazione urbana. Vacchiano riporta l’eclatante caso del bacino amazzonico in cui dagli anni Settanta al 2019 sono andate perdute il 17% della superficie e se si arriverà al 40% non ci sarà più il ciclo rigenerativo e di riutilizzo di acqua di cui la foresta è capace da sola per mantenersi come foresta trasformandosi in assenza del suo stesso polmone in terra arida.

Se da un lato la foresta ha la capacità nel tempo di rigenerarsi dall’altro la celerità degli avvenimenti causati dall’impatto climatico purtroppo mette a dura prova la loro stessa capacità di resilienza e, non sostituendo gli alberi, l’ecosistema diviene da alleato in nemico emettendo anidride carbonica. Per questo motivo Vacchiano sollecita a prendersi cura delle foreste, saperle gestire bene in modo sostenibile, riportando tra gli esempi l’utilizzo del legno per usi di materiali sostitutivi del cemento nell’edilizia oppure la prevenzione da propagazione degli incendi riducendo la combustione vegetale.

La biodiversità terrestre non spesso viene tenuta in considerazione, essa occupa l’80% nel pianeta ed è anch’essa in sofferenza. Si è avuto modo di constare in questi anni a seguito delle abbondanti precipitazioni in montagna l’importanza della funzione della foresta contro il dissesto idrologico; come ad essa si deve la composizione di principi attivi dei medicinali, la formazione delle nuvole attraverso l’acqua che essa raccoglie e ridona facendola evaporare attraverso le foglie, o anche il benessere psico-fisico durante una passeggiata tra le montagne. Fa osservare anche come in Europa, a differenza dell’Amazzonia, le foreste sono in espansione, in particolar modo per l’abbandono di villaggi montani, delle quali si dovrebbe avere più cura.

Un altro modo per aiutare la foresta è con un acquisto responsabile dei prodotti di consumo informandoci sulla provenienza d’origine delle materie prime: l’Unione europea è all’opera, spiega Vacchiano, nello stilare un regolamento commerciale contro la deforestazione per la sicurezza e legalità di un prodotto attraverso una certificazione con cui si indica che non ha causato la deforestazione, quindi non costituisce una minaccia per la vita umana.

L’Italia si colloca tra i primi paesi importatori di legno, materiale su cui bisogna prestare attenzione, come dal richiamo delle polizie internazionali, alla provenienza del paese di origine; è oggetto di commercio illegale da parte di organizzazioni criminali – è la seconda attività di lucro illecito dopo quella degli stupefacenti – che smerciano materiale vietato proveniente da paesi a rischio di deforestazione o con degrado ambientale.

© Bioetica News Torino, Ottobre 2022 - Riproduzione Vietata