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100 Dicembre 2023
Speciale La famiglia: tra ieri, oggi e domani

Tra famiglia, Santo Natale e il numero 100 di Bioetica News Torino

Nel contesto fluido e postmoderno nel quale ci siamo trovati a vivere, tutto ciò che era segnato con il concetto di tradizione è passato sotto l’egida di un altro termine, complesso ma affascinante al contempo: narrazione. I grandi sistemi ideologici, religiosi, politici ed etico/morali  del passato si sono trovati ad essere interpretati unicamente come costrutti antropologici, avente come base, come unica base, un’impalcatura semantica costruita su giochi linguistici più o meno strutturati. Ed è qui che avviene il paradosso. Si è cercato di far notare come le parole siano solo segni convenzionali, figli dei tempi, stupidi fatti storici (per dirla con Nietzsche) che acquisiscono senso solo di fronte a coloro che tentano, più o meno riuscendoci, di darne uno ma con l’assoluta certezza della mancanza di qualsiasi dimensione ultima o assiologica.

Deontologizzare un qualsiasi fenomeno, destrutturandolo nelle sue minime e infinitesime parti, negando connessioni intime e/o naturali, avrebbe dovuto, almeno nelle intenzioni dei fautori di questo decostruzionismo esasperato, liberare l’essere umano da ogni vincolo, rendendolo autodeterminato al massimo livello, portandolo alla consapevolezza che le parole, tutte le parole, erano e sono solo etichette di stampo relativista. 

Ma non è andato così. Basti pensare a quanto sta avvenendo in alcuni paesi anglofoni, con la cosiddetta cancel culture dove quelle parole, quelle espressioni che in realtà dovevano essere solo dei paraventi nascondenti un nulla di fatto, si sono trasformate in concetti così veicolanti e gravanti di senso e che hanno portato a una vera e propria rivoluzione culturale e sociale. Termini dapprima effettivamente neutri si sono trovati ad essere altamente problematici una volta svuotati di significato “assoluto” ed essere rivestiti di una nuova veste “relativistica”.

Parole come natura, legge, essere umano… solo definizioni (filosofiche o meno). Ma anche la parola famiglia. Quella parola che fino a qualche anno fa si riferiva all’unità base della vita sociale, riconosciuta anche a livello giuridico in tutto il mondo, si è trovata di fronte ad un fuoco incrociato proveniente da bocche da fuoco caricate con la polvere da sparo delle ideologie dominanti, che ha tentato (e tenta tutt’ora) di rimetterne in discussione le fondamenta stesse, anche a livello ontologico, in nome sempre del testé citato relativismo.

Lo si vuole proporre come argomento complesso, plurisfaccettato, svincolato da qualsiasi dimensione religiosa e, a seconda di determinati punti di vista, dalla dimensione biologica.

Di fronte alla complessità con cui si vuole dipingere il problema (che, in realtà, un problema non è) viene in mente, invece, un’immagine molto semplice. Quella di un Bambino. Un Bambino –  e la sua semplice famiglia – del quale ricorderemo la nascita tra qualche giorno. Una giovane donna e un uomo poco più grande di Lei che si apprestano a vivere il dono più bello e grande non basandosi su narrazioni, etichette o mode: ma affidandosi al Mistero, a qualcosa di molto più grande di loro, verso i quali mostrano estrema e cieca fiducia e che apporterà all’universo intero benefici inimmaginabili. Mettere al mondo un bambino, il Bambino senza avere certezza di quello che accadrà, ma la fede e l’amore guideranno il tutto.

Un modello di una semplicità disarmante, ma bellissima, come punto di riferimento per qualcosa che vuole essere definito e descritto come complesso, ma che in realtà, complesso non lo è.


In questo centesimo numero di Bioetica News Torino, abbiamo voluto far cosa gradita ai lettori con un piccolo inserto di quattro articoli, aventi come tema principale la famiglia, con quattro interventi dal taglio medico scientifico e con un’analisi filosofica di quella che è la concezione attuale del termine e dell’istituzione famiglia, contributi che vogliono essere un piccolo aiuto per orientarsi intorno ad una tematica che, purtroppo, oggi viene proposta come altamente problematica e sede privilegiata di conflitto, in tutte le direzioni, sia orizzontali sia verticali.

A corredo del numero gli auguri del presidente del Centro Cattolico di Bioetica dell’Arcidiocesi di Torino prof. Giuseppe Zeppegno e del Pset President Giorgio Palestro. Le consuete rubriche Bioetica e Arte, Lo scaffale, Il libro e Il Film accompagneranno il lettore ad arricchirsi ulteriormente in questo ambito affascinante ma impegnativo (che è diverso da “complesso) che è il ragionare sulla famiglia e sull’uomo in quanto tale.

Un caloroso augurio di un buon Santo Natale a tutti voi dallo staff di Bioetica News Torino.

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