Situazione su tossicodipendenze nei servizi pubblici Rapporto del Ministero della Salute riferito al 2020
06 Aprile 2022Il Ministero della Salute ha pubblicato il Rapporto sulle Tossicodipendenze in Italia relativo all’anno 2020.
I servizi pubblici
Risultano 575 servizi pubblici (Ser.Di) che svolgono attività di cura, prevenzione, riabilitazione e tra le pratiche amministrative il rilascio di certificazione di assenza di uso di sostanze a scopo di adozioni. In Lombardia vi sono 84 servizi di dipendenza e 88 sedi per la prestazione, il Piemonte ha 69 servizi di dipendenza e 78 sedi per la prestazione mentre nel Lazio sono aperti al pubblico 40 servizi con 53 sedi di prestazione sul territorio.
Dalla tabella dell’ISD fino al 31 12 2019 risultano dipendenti dedicati all’assistenza di persone con problemi di dipendenza a tempo pieno in tutto 5669, tra i quali 1200 circa medici di cui 372 psichiatri; 49 psicologi; 1800 personale infermieristico; 780 assistenti sociali e 52 sociologi.
Sono state attivate altre forme di rapporto professionale per 142 medici di cui 20 psichiatri,136 psicologi, 44 personale infermieristico, 25 assistenti sociali.
Guardando alle categorie professionali che esercitano nelle regioni la tabella dell’ISD al 31 12 2019 rileva in Piemonte 729 figure di cui 548 a tempo pieno. Nel dettaglio queste sono: 157 medici di cui 129 a tempo pieno e 16 psichiatri a tempo pieno; 86 psicologi di cui 45 a tempo pieno, 191 personale infermieristico di cui 143 a tempo pieno, 146 educatori professionali di cui 109 a tempo pieno, gli Oss e Ota 18 di cui 16 a tempo pieno, 84 assistenti sociali di cui 67 a tempo pieno, 37 figure del personale amministrativo di cui 30 a tempo pieno e altre 10 figure di cui 9 a tempo pieno.
Dalla lettura delle informazioni giunti dal Lazio risulta un totale di 459 figure professionali. Più dettagliatamente: 120 medici di cui 84 sono a tempo pieno, dei 120 6 sono psichiatri di cui 3 sono a tempo pieno; gli psicologi sono 80 di cui 61 tempo pieno; sono 182 il personale infermieristico di cui 170 sono a tempo pieno; 6 educatori professionali di cui 4 a tempo pieno; gli oss e ota sono 2 di cui 1 a tempo pieno; gli assistenti sociali sono 50 di cui 40 sono a tempo pieno; i sociologi sono 3 a tempo pieno, il personale amministrativo è composto da 9 persone di cui 7 sono a tempo pieno; vi sono 7 altre figure di cui 5 a tempo pieno.
Quanti soggetti presi in carico presso i Ser.Di?
Nel 2020 risultano 125.428 soggetti dipendenti da sostanze: abbiamo 15.600 circa nuovi, pari a 12,5%, e 109.700 soggetti, pari a 86%, circa già in carico o rientrati dagli anni precedenti.
In Piemonte sono registrati in trattamento nel 2020: 1.118 nuovi soggetti che sono venuti ad aggiungersi a quelli degli anni precedenti 10.781 soggetti, per un totale di 11.899. La Valle d’Aosta presenta 30 nuovi ingressi che si aggiungono ai 292 già in carico. Nella regione Lazio i nuovi presi in carico sono 2.189 che si aggiungono ai 9.389 già in trattamento. La Campania ha aggiunto ai 9.089 già in carico 457 nuovi soggetti in trattamento da dipendenze da sostanze. La Lombardia ha già in trattamento 18.930 soggetti ai quali si sono aggiunti 3.860 nuovi soggetti dipendenti da sostanze.
La regione che ha più soggetti in trattamento nel 2020 sia nella fase iniziale che già in carico negli anni precedenti è la Lombardia con 22.790 soggetti seguita dal Lazio con 11.578 soggetti, dal Piemonte con 11.899 soggetti e dal Veneto con 10.365 soggetti. Emilia Romagna e Toscana si aggirano sui 9000 soggetti dipendenti da sostanze in carico presso i servizi sanitari per le dipendenze.
Tipologie
PROVENIENZA. Nell’anno 2020 per la maggior parte, il 91% sono di nazionalità italiana, si stima 114 mila circa, mentre gli stranieri sono il 3,5% che provengono dal continente africano – centro meridionale 18 soggetti, occidentale 475, orientale 59, settentrionale 3.800 – e il 2,4% proviene da altri paesi d’Europa (59 soggetti), dall’Unione europea sono 1.300 circa e dall’Europa centro orientale sono 1666. Provengono dall’Asia centro meridionale 1200 mentre da quella occidentale 270 e orientale 117. Risultano di origine apolide 884 soggetti, 7 dai territori Palestinesi Occupati e per 160 soggetti circa non è nota la loro provenienza.
ETÀ. I soggetti che sono entrati in trattamento per la prima volta nel 2020 hanno un’età media di 33 anni – si trovano nella fascia tra i 20 e i 39 anni- che è più giovane rispetto ai 42 anni di media dei soggetti già in trattamento o rientrati, la cui età più frequente è tra i 35 e i 54 anni. Il Rapporto fa osservare come vi siano soggetti che usufruiscono dei servizi negli anni: dal 2014 al 2020 vi è un aumento dell’età media nei pazienti già conosciuti dai servizi.
Dal 2014 al 2020 dai dati SIND (Servizio informativo nazionale dipendenze) l’età media riferita al primo uso è attorno ai 21 anni.
Per il primo trattamento l’età media è tra i 28 e i 29 anni tra il 2019 e il 2020: si è avuto un andamento di decrescita rispetto agli anni 2016 e 2018 in cui l’età media si aggirava sui trenta anni, età raggiunta negli anni a partire dal 2014 quando l’età media era tra i 27 e i 28 anni.
Il tempo di latenza, periodo tra il primo uso e il primo trattamento, dai dati del SIND 2014-2020, è di 7 anni nel 2020 mentre dal 2014 al 2017 presenta un andamento in salita dai 4 anni fino ai 9 anni.
ABITAZIONI. Nell’anno 2020 dai dati SIND – di cui occorre tenere conto che di 40 mila circa non si hanno informazioni a riguardo – la maggior parte dei soggetti in trattamento vive con la famiglia di origine (36.062) e con il partner e figli (24.898). Da soli sono 13.000 circa mentre presso amici o altre persone senza legami di parentela sono 1.900 i soggetti. Vivono in carcere 1400 soggetti e nei luoghi protetti 474 soggetti.
ISTRUZIONE. I soggetti che hanno avuto il primo accesso per il trattamento nel 2020 hanno prevalentemente un titolo di studio di istruzione superiore (70%) a differenza degli altri soggetti in cura negli anni precedenti o rientrati il cui titolo è per lo più elementare.
OCCUPAZIONE. Emerge dai dati SIND che il 34% delle persone già in carico e il 26% dei soggetti che hanno avuto il primo accesso nel 2020 hanno dichiarato di avere una occupazione mentre di essere disoccupati il 29% delle persone già incarico e il 26% di quelle del primo accesso.
Quali sostanze da dipendenza?
Prendendo in considerazione le sostanze più frequentemente usate, oppiacei, cocaina e cannabinoidi, nel Rapporto si osserva tra i soggetti in trattamento con primo accesso ai servizi nel 2020 un uso incrementato di cocaina nei giovani dai 25 ai 34 anni per la quale sono in cura mentre quelli sotto i 25 anni sono soprattutto per la cannabis. I soggetti ultra cinquantenni hanno gli oppiacei come sostanza primaria e un uso ragguardevole di cocaina.
Gli oppiacei sono la sostanza più usata per i soggetti già in carico a partire dall’età di 25 anni mentre di età inferiore risulta la cannabis.
La sostanza che è usata per la prima volta e come primaria nei soggetti già trattati risulta la categoria degli oppiacei: il primo uso è iniziato all’età di 15 anni. Dai 15 ai 19 anni risultano già in carico 29mila soggetti per oppiacei, 8 mila soggetti per la cocaina e 5 mila per i cannabinoidi.
Riguardo all’ingresso dei nuovi soggetti in trattamento il loro primo uso di sostanza e come primaria è sotto i 15 anni prevalentemente per i cannabinoidi mentre l’età più frequente per il primo uso degli oppiacei e della cocaina è tra i 15 anni ai 24 anni.
I primi trattamenti sono per l’eroina prevalentemente nell’età dai 20 ai 24 anni (8 mila), per la cocaina soprattutto nella fascia di età tra i 25 e 29 anni (2 mila) e dai 30 ai 34 anni (2 mila) e per i cannabinoidi in particolare nell’età dai 15 ai 19 anni (2.500 soggetti).
Modalità di accesso ai servizi
In generale vi accedono ai servizi per il trattamento per la maggior parte in modo autonomo e attraverso i familiari o amici (82 mila), in misura minore da un altro centro di trattamento (8 mila) o altri servizi sanitari (5 mila) oppure dalla magistratura o forze dell’ordine o in libertà vigilata (2.600); vi accedono 1600 soggetti tramite il medico di famiglia e 34 tramite la scuola.
Mancano i dati relativi alla frequenza di assunzione; tuttavia dai dati disponibili si evince dalle tabelle illustrate dal SIND nel Rapporto riguardo alla sostanza di uso primario: per gli oppiacei prevale l’uso quotidiano per quasi la metà dei nuovi utenti e attorno al 35% per quelli già in carico; la cocaina viene usata soprattutto ad uso quotidiano per il 29% per i nuovi soggetti e il 22% per quelli già in carico e con un uso di 2-3 giorni alla settimana attorno al 27% sia per i nuovi che per quelli già trattati; la cannabis risulta assunta soprattutto quotidianamente per il 31% per i nuovi soggetti e per il 29% per quelli già trattati ma è anche assunta per il 25% almeno dopo un mese.
Prestazioni
Si stima in media per ogni soggetto 17 prestazioni sanitarie, 214 farmacologiche e 13 psicosociali. In generale per il 78% dei pazienti ha ricevuto prestazioni di tipo medico-infermieristico, il 73% di tipo psicosociale, il 57% è stato sottoposto a trattamenti farmacologici mentre risulta solo l’1,6% degli utenti trattati gli inserimenti in Comunità che secondo gli Autori del Rapporto è un dato «sottodimensionato rispetto alla realtà dei pazienti inseriti nel percorso».
Prendendo il Piemonte, dai dati Sind 2020, risultano effettuate 127mila prestazioni sanitarie, 2milioni e 100mila di tipo farmacologico, 190mila di tipo psicosociale e altro tipo per 64mila.
In Lombardia sono emerse 450mila prestazioni sanitarie, 959mila farmacologiche, 367 inserimenti in Comunità, 259mila di tipo psicosociale e 164mila di altro tipo.
Puglia (1.900), Abruzzo (1.300), Marche (1.400) hanno il più alto numero di inserimenti in Comunità.
La Valle d’Aosta ha effettuato 962 trattamenti di tipo sanitario, 40mila farmacologico, 10 inserimenti in Comunità, 2.900 di tipo psicosociale e 2.700 di altro tipo.
A livello nazionale il 66% dei soggetti è stato sottoposto ad almeno 3 tipologie di interventi.
Le prestazioni sono effettuate quasi del tutto presso le sedi del SerDi per 19milioni e 300mila tra sanitario (1 milione 600 mila), farmacologico (15milioni), psicosociale (1 milione e 200mila), inserimento in comunità (7.600) e 900 prestazioni di altro tipo.
Poi in carcere per un totale di 130mila prestazioni tra le quali 19 mila medico-infermieristico, 62mila farmacologico, 32mila psicosociale e 6 di tipo inserimento in comunità.
Presso le strutture ospedaliere, 48mila circa, tra queste 29mila di tipo farmacologico, 8.600 psicosociale, 4mila sanitario e 365 dalla comunità.
Anche tramite videochiamata dove risultano 190 prestazioni in tutto, tra cui 165 di tipo psicosociale e 8 visite di tipo sanitario.
(Aggiornamento 07 aprile 2022, ora 0.40)