Sabato 20 ottobre 2018 dalle 9 alle 13, presso la Sala Artistica della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Torino, gli uffici diocesani Caritas e Salute hanno tenuto l’annuale convegno celebrato in occasione della Giornata Mondiale per la Salute Mentale. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con il Tavolo diocesano Salute Mentale, che da 12 anni coinvolge alcune tra le associazioni più conosciute di Torino, esperti, uffici diocesani con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sul tema della fragilità mentale.
Il titolo scelto per l’edizione di quest’anno è stato: «Si può fare… tra disagio mentale e superamento dello stigma». Il sottotitolo era ancora più evocativo riguardo obiettivi e contenuti: «a 40 anni dalla Legge Basaglia». Il prof. Franco Basaglia ha dato il nome ad una Legge ispirata da principi di emancipazione, rispetto, riconoscimento del valore di ogni persona, il superamento del pregiudizio − molto diffuso − che sovrapponeva la malattia alla persona malata, il superamento della ghettizzazione del diverso incarnato in chi manifesta qualche forma di fragilità mentale, e soprattutto lo sgretolamento delle mura (fisiche, strutturali, ma anche dell’omertà e del disinteresse) ed un progressivo trasferimento (non senza fatiche, percorsi tortuosi o interrotti, specialmente per le famiglie) della questione salute mentale/sofferenza psichica verso il Territorio, le Comunità locali.
Si capisce bene che, una volta approvata una Riforma così complessa e ”audace”, occorre lavorare, e molto, affinché la gente, i cittadini, abbandonino progressivamente le opinioni scarsamente attinenti con la realtà e molto invece con la suggestione o con posizioni pregiudiziali spesso tramandate da una generazione all’altra. Il Tavolo diocesano Salute Mentale, consapevole che una Riforma per quanto importante e necessaria deve essere supportata da un costante lavoro di sensibilizzazione e testimonianza, ha voluto quest’anno – il Convegno si organizza ogni anno dal 2011 ed è all’ottava edizione − concentrare l’attenzione sulla Legge Basaglia. Abbiamo così ascoltato chi questa Riforma l’ha vissuta sin dai suoi esordi: il prof. Annibale Crosignani, Primario emerito di Psichiatria delle Molinette; la sua esperienza, le testimonianze, alcune delle quali riferibili a chi il Manicomio lo ha vissuto, hanno coinvolto anche emotivamente la platea ed hanno comunicato in modo efficace le difficoltà e le sofferenze dei degenti.
Ma il convegno ha offerto anche altro, nell’intento di fornire diversi punti di vista e contributi avendo al centro la Legge Basaglia nella sua applicazione, i suoi principi ispiratori, le potenzialità inespresse o lacune. Don Paolo Fini, direttore dell’Ufficio Pastorale Salute di Torino, durante il suo breve intervento introduttivo, ha ricordato l’importanza di un movimento di Riforma che, sin dai suoi precursori ed inspiratori, ha saputo ridare voce e dignità a chi le aveva da tempo smarrite. Il prof. Luigi Gariglio, sociologo dell’Università di Torino, ha sottolineato un aspetto interessante, di solito trascurato: l’esistenza di strutture manicomiali – a partire in particolare dagli metà degli anni Sessanta del Novecento- dove erano presenti sperimentazioni e tecniche all’avanguardia, pratiche di cura che possono essere considerate forme embrionali della presa in carico basata sul “dialogo”. Quindi, pur non volendo difendere il Manicomio, per una buona ricostruzione storica e sociologica, occorre ricordare che non tutte le Istituzioni manicomiali erano solo e soprattutto luoghi di segregazione e sofferenza. Il dott. Giuseppe Marra, Direttore FF Residenzialità del Dipartimento Salute Mentale ASL Città di Torino, si è soffermato sul cambiamento nella diffusione e nella presenza dei disturbi mentali durante gli ultimi decenni, sottolineando come i tempi attuali siano più che altro caratterizzati dai disturbi di personalità, del comportamento alimentare, d’ansia, correlati a sostanze o da gioco d’azzardo. Altra caratteristica tipica dell’attuale società consiste nella presenza di disturbi dell’identità, caratterizzati da incapacità ad individuare e perseguire i propri obiettivi, frustrazione ed ansia per i fallimenti nei propri percorsi di vita.
La seconda parte del convegno si è caratterizzata per una ricca tavola rotonda, dove Associazioni, Dipartimenti e Comunità terapeutiche (da ricordare in particolare la presenza dell””Ufficio Utenti Lombardia”) hanno descritto iniziative miranti soprattutto a riqualificare le persone con disturbi psichici, abbattere pregiudizi e stigma sin dall’età scolastica, testimoniare la possibilità di riconquistare responsabilità e ruoli anche con una esperienza – pregressa o in corso − di sofferenza mentale.
Al convegno hanno partecipato circa 100 persone tra operatori sanitari, operatori pastorali, insegnanti, volontari e persone interessate ad approfondire l’argomento.
© Bioetica News Torino, Dicembre 2018 - Riproduzione Vietata