Sostieni Bioetica News Torino con una donazione. Sostieni

News dal Mondo

Scozia: è in vigore la gratuità degli assorbenti per il ciclo mestruale contro ogni discriminazione economico-sociale e culturale

16 Agosto 2022

Incardinato in Parlamento scozzese nel 2019, The Bill Period Products free provision (Scotland) Act 2021, ovvero il diritto all’uso gratuito degli assorbenti mestruali ad ogni cittadino in Scozia che ne abbia bisogno, viene riconosciuto il 24 novembre 2020 all’unanimità (121 pareri favorevoli) ed entra in vigore a distanza poco più di un anno, il 15 agosto 2022, dall’assenso rilasciato dalla Corona il 12 gennaio 2021.

Un’informazione che entra veloce nel circuito internazionale mediatico, la Scozia viene ad essere il primo paese al mondo a legalizzare tale accesso disposto nei termini stabiliti per autorità locali e istituzioni scolastiche pubbliche tali da consentire una fruibilità “ragionevolmente facile e rispettosa della dignità della persona che ne fa uso” e che dia “una ragionevole scelta tra tipi differenti” dai classici assorbenti ai tamponi alle coppe.

Una norma ben accolta in Scozia dai sindacati oltre che da organizzazioni in difesa di questa campagna e che saprà destare certamente una riflessione anche nel nostro Paese, non solo da parte del genere femminile, per la rilevanza sociale in sé che questa tematica apporta ad un cambiamento di atteggiamento della politica familiare, educativa e sociale. Si è arrivati solo con l’ultima legge di bilancio 2022 ad abbatterne l’iva ordinaria del 22% (dal 12% nel 1973 al 22% dal 2013 al 2022) riducendola appena al 10% e non fino al 4% come per i beni di prima necessità; dal 2019 l’iva è stata ridotta al 5% per gli assorbenti biodegradabili, per contro sono più costosi.

Meta lontana dalla detassazione richiesta e auspicata negli altri paesi britannici: nel 2021 il governo abolì il 5% dell’Iva sugli assorbenti per il ciclo mestruale mentre nel 2019 l’Inghilterra ne promosse la distribuzione gratuita nelle scuole. Invece Canada, India, Australia, Kenya, Malasia, Uganda, Tanzania, Nicaragua, Trinidad Tobago e alcuni stati americani (Connecticut, Florida, Illinois, Maryland, Massachussetts, Minnesota, New Jersey, New York e Pennsylvania) non applicano già l’iva sui tali prodotti. In Europa alcuni Paesi come Finlandia, Svezia, Ungheria supera il 20%.

Per abbattere il pregiudizio culturale legato alle mestruazioni che può comportare l’isolamento per l’intero periodo del flusso (come l’assenza scolastica) e discriminatorio nel genere e nei confronti delle fasce più deboli e povere dinanzi a un prodotto sanitario che ha lo scopo di mantenere una buona condizione igienica, che è essenziale per la salute e la partecipazione alle attività quotidiane. In sintesi, questa è la premessa della proponente Monica Lennon (MSP) della bozza parlamentare scozzese presentata nel 2017 in cui mostrava l’inaccettabilità, nel rispetto della dignità umana, di dover tenere un assorbente più a lungo e doversi sentire a disagio per dover affrontare situazioni economiche difficili, anche solo in via temporanea, e magari scegliere tra gli assorbenti o gli altri beni necessari.

L’assenteismo scolastico femminile per le mestruazioni raggiunge alti livelli in Burkina Faso, in Costa d’Avorio e in Nigeria mentre la metà delle donne in Bangladesh e in Nepal non partecipano ad attività quotidiane durante le mestruazioni (Unicef, 26 05 2022).

Non solo nei paesi in via di sviluppo, accade anche entro i confini europei, come dal racconto di una studentessa a Leeds alla bbc.com costretta ad utilizzare un calzino o la carta igienica quando il ciclo mestruale arriva quando si trova a scuola e rimanere poi a casa per alcuni giorni ogni mese perché la famiglia non si può permetterne l’acquisto; avrebbe pesato sugli altri membri (Girls “too poor” to buy sanitari protection missing school, 2017).

Un’indagine sanitaria internazionale condotta in 30 paesi del mondo da Plan International, pubblicata nel maggio 2020, riferiva l’impatto della sars-CoV-2 sull’uso degli assorbenti mestruali. Osservava come il 73% dei partecipanti, una quarantina di professionisti sanitari, riportarono un accesso ridotto ai prodotti per carenza o interruzione della catena di distribuzione, poco più della metà (58 %) un aumento dei costi e poi la difficoltà nell’utilizzare l’acqua pulita durante il periodo mestruale e un aumento dello stigma con pratiche culturali pericolose e che instillano vergogna. E tra le diverse esperienze dirette riportate, che sembrano inverosimili per chi proviene da altre realtà, vi è quella dal Bangladesh, Dipartimento sui diritti alla salute, sessualità e riproduzione: «Per mancanza di fornitura di pannolini sanitari, donne e ragazze dipendono da pezze di stoffa. Molti di loro non conoscono il modo appropriato di lavarle.. C’è sempre il rischio di un’infezione batterica».

Nel Regno Unito la stessa istituzione mostrò come 3 ragazze su 10 in Gran Bretagna avessero avuto difficoltà nel poter usufruire di assorbenti o simili prodotti durante il periodo di lockdown e poco più della metà (54%) di queste ragazze faceva uso della carta igienica del bagno come alternativa.

(aggiornamento 17 agosto 2022 ore 10.17)

redazione Bioetica News Torino