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“saper custodire il creato e, dunque, le cose create. Messaggio dei vescovi per la Giornata della Vita febbraio 2022

17 Novembre 2021

Aveva in sé una bellezza incontaminata, una natura paradisiaca il giardino dell’Eden, che Dio consegnò all’uomo per averne cura e coltivarla come riporta la Sacra Scrittura della Genesi. E il tema della 44 Giornata nazionale per la vita è dedicato alla custodia della vita perché avendo cura del creato si ha anche quella di tutto ciò che ne fa parte.

Nel loro messaggio per la giornata che si celebrerà il 6 febbraio 2022 i vescovi della conferenza episcopale italiana invitano rispondere alla custodia di ogni fragilità, di ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo, specialmente dei bambini e dei vecchi, di coloro che sono più fragili e sono spesso nella periferia del nostro cuore. È l’insegnamento della narrazione biblica della Genesi e di San Francesco di Assisi come ce lo spiega Papa Francesco in una sua omelia del 2013 che i vescovi citano.

La pandemia ha inciso ancora più sulle fragilità personali, a livello comunitario e sociale e ha mostrato il bisogno dell’un l’altro su cui lo stesso Papa Francesco ha voluto richiamare l’attenzione.

Sempre più poveri. Citano il rapporto della Caritas italiana 2021 che ha rilevato mezzo milione circa di nuovi poveri, in particolare donne e giovani i più colpiti, e la presenza di forme nuove di disagio non sempre associate a fattori economici.

Alle tante espressioni, gesti di generosità, di altruismo, di impegno che hanno mostrato molte persone nel corso della pandemia fa da contrappunto purtroppo anche «manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una distorta concezione dei diritti», afferma i vescovi. Spiegano che mentre per alcuni è dovuto alla paura, alla confusione che la pandemia ha generato, per altri invece i comportamenti lontani dal Vangelo e dallo spirito della Costituzione nella loro visione della persona umana e dei rapporti sociali.

I vescovi nominano il tema del “diritto all’aborto” e del referendum per la depenalizzazione dell’omicidio del consenziente che sono sulla stessa scia.

Riprendono infine una riflessione del Cardinale Bassetti sui lavori del Consiglio Episcopale Permanente di quest’anno: «Senza voler entrare nelle importanti questioni giuridiche implicate, è necessario ribadire che non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire, ma il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali. […] Chi soffre va accompagnato e aiutato a ritrovare ragioni di vita; occorre chiedere l’applicazione della legge sulle cure palliative e la terapia del dolore».

Chiariscono ancora una volta, onde evitare confusione, sul magistero della Chiesa, che «il vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione».

redazione Bioetica News Torino