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85 Febbraio 2022
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Salute del creato e salute umana: un progetto colturale e culturale

Intervento di Milena Maria Battistino al Convegno Laudato si’. Operatori sanitari e riflessioni per un futuro, 3 – 4 febbraio 2022, Bioetica News Torino Centro Cattolico di Bioetica Arcidiocesi di Torino – riproduzione riservata
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La relatrice Milena Maria Battistino

Lavora presso l’area territoriale dell’AUSL Valle D’Aosta
In passato ha ricoperto il ruolo di dirigente del personale non medico di una ASL piemontese e di insegnamento nella Scuola Professionale per Infermieri dell’eporediese. Ha svolto un periodo di volontariato internazionale in Bolivia come infermiere.
Si è da sempre occupata delle tematiche di agricoltura biologica in rapporto alla salute.

Introduzione

Le radici di questo progetto affondano in alcune esperienze personali degli anni Settanta e Ottanta che cito in breve:

  • leggo alcuni opuscoli del movimento verde tedesco che parlano di agricoltura biologica e biodinamica, argomento allora sconosciuto in Italia;
  • durante i primi anni di lavoro penso spesso a quante risorse vengano investite per salvare le persone in extremis e quante poche nella prevenzione primaria per diminuire le cause di tante patologie gravi e invalidanti;
  • un periodo di volontariato internazionale come infermiera in Bolivia mi porta a contatto con la cultura indigena e mi rendo conto di quanti pesticidi vengano utilizzati nei terreni circostanti;
  • al mio rientro in Italia frequento i primi corsi di agricoltura e biodinamica in Piemonte, i primi orti sperimentali e mi rendo conto di quanti pesticidi vengano utilizzati nei terreni circostanti;
  • dedico la tesi di diploma D.A.I. a due progetti di prevenzione primaria, uno dei quali mi porta a conoscenza di quante tonnellate di pesticidi vengano immesse nell’ambiente e di come siano solo all’inizio gli studi sulla correlazione con le patologie.

Gradualmente mio marito ed io lasciamo le rispettive occupazioni per dedicarci interamente all’agricoltura biologica come scelta di lavoro etico per la salute nostra e dell’ambiente, così nel 1999 nasce l’azienda agricola Il Granello di Senape. In quegli anni insieme ad altri agricoltori ricercatori cerchiamo di comprendere come “lavorare” la terra e l’ecosistema, sperimentare tecniche che assecondino i meccanismi naturali anziché sovvertirli o che ripristinino ciò che da secoli è stato sconvolto.

Passano gli anni e l’esperienza per me si conclude nel 2011. Nel frattempo i figli crescono, studiano ed il seme caduto in loro inizia a sviluppare germogli, così nel 2018 insieme ad una figlia diamo inizio ad una nuova realtà: l’azienda agricola, Il Frutteto di Marta e Maria, coltivazione di piccoli frutti, nocciole e mele antiche all’insegna di lavorare e produrre in armonia con la natura cibo “buono, pulito e giusto”.

Ma cosa significa lavorare e produrre in armonia con la natura?

Significa considerare la Terra come un organismo vivente estremamente complesso di cui conosciamo ancora poco e a cui dobbiamo il massimo rispetto; ad esempio rispettare gli strati del terreno e tutti i rispettivi macro e micro abitanti, le loro funzioni e relazioni.

Significa mettersi nell’ottica di “Imparare dalla terra” come coltivare: è già tutto lì, l’uomo non deve fare altro che osservare ed ascoltare, riflettere, meditare, collegare e scoprire…prima di fare, di mettere mano ad un sistema così perfetto!

Ad esempio l’uso del cippato fresco aumenta le micorrize, funghi microscopici simbionti con le radici delle piante che formano una fitta rete nel terreno collegandole tra loro ed aumentando in modo esponenziale la disponibilità di alimenti ed acqua

Ad esempio la sostanza organica va messa solo “sul” terreno, mai interrata, usata come pacciamatura: il suolo in natura è sempre ricoperto, la sua scopertura provoca alterazioni che a loro volta poi richiedono lavoro, fatica e consumo di risorse per essere corrette.

Vediamo in breve il Frutteto di Marta e Maria

  • A. un progetto Colturale
  1. Un meleto con 14 varietà di mele antiche
  2. un mirtilleto ed altri piccoli frutti
  3. un noccioleto
  4. un frutteto misto

Piante che curiamo senza diserbo, senza teli plastici, con pacciamatura di cippato fresco di ramaglie e difendiamo con trappole cromotropiche, pasta per tronchi e prodotti naturali per le malattie da funghi, virus e batteri.

L’obiettivo principale al di là della sostenibilità economica è la valorizzazione della biodiversità, che si constata nell’aumento dei sapori e dei nutrienti, nell’aumento di disponibilità temporale dei prodotti e nell’aumento della resistenza alle fitopatologie.

  • B. Un progetto Culturale:

la coltura si fa cultura della biodiversità con la creazione di un percorso didattico nel meleto denominato Raccontamelo rivolto in particolare alle giovani generazioni con percorsi ludico-culturali per le scuole, ma anche per singoli o gruppi di adulti interessati alla tematica.

Il percorso consta di di 14 pannelli che offrono, in lingua italiana e inglese, per ogni varietà di mele notizie storico-geografiche, botaniche e curiosità, il tutto corredato da un QR code, scansionando il quale si può leggere o ascoltare un audio-racconto che intrecciando realtà e fantasia vuole coinvolgere l’ascoltatore nella storia di quella particolare varietà di mela.

Il progetto Raccontamelo è inserito nel più ampio progetto Radici di Comunità, finanziato dal Ministero del lavoro e politiche soociali e dalla Regione Piemonte, e nato in collaborazione con le associazioni territoriali Ecoredia, Legambiente, Egda e Cisv.

Perché i temi relativi all’ecosistema e alla biodiversità sono di interesse sanitario?

Per una Sanità che “parta dalle radici”, ovvero dalla reale prevenzione e non solo dalla cura di patologie latenti o manifeste.

Un aumento delle coltivazioni in armonia con la terra secondo quanto esposto pocanzi, va di pari passo con una diminuzione dell’inquinamento da fitofarmaci nell’aria, nell’acqua, nel suolo e nel cibo; con una diminuzione della moria degli insetti impollinatori; con un aumento di concentrazione di nutrienti importanti nei cibi; con una diminuzione di alcune patologie quali allergie, alterazioni ormonali, sterilità, tumori, nei lavoratori della terra e nei consumatori, infine con una minore necessità di integratori per evitare o risolvere sindromi da carenza.

Infine… lavorare con la terra è terapeutico e questo tema è spesso troppo poco considerato e approfondito. Si va dal semplice benessere fisico legato al movimento e allo stare all’aria aperta (esperienze di orti durante le chiusure per Covid-19) al benessere psichico legato al sentirsi utili, al co-creare nuova vita da un piccolo seme, al sentirsi parte di un tutto-pieno di esseri viventi che collaborano (esperienze di agroterapia) alla soddisfazione di produrre il proprio cibo ricco di sapore, ovvero di sostanze “vitali” e perciò “vitalizzanti”.

Inoltre, ci si sente partecipi del ciclo naturale e questo può aiutare a comprendere che la morte è solo una parentesi, un tempo di attesa che prelude alla rinascita.


Le diapositive dell’intervento della dr.ssa Milena Maria Battistino sono disponibili qui:

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