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83 Dicembre 2021
Speciale Natale 2021 Per una nuova speranza

Respirare la vita

«Hai un sangue, un respiro.
Sei fatta di carnedi capelli di sguardi / anche tu. […]
Dolce frutto che vivi / sotto il cielo chiaro,
che respiri e vivi questa nostra stagione,
nel tuo chiuso silenzio / è la tua forza.
Come erba viva nell’aria / rabbrividisci e ridi,
ma tu, tu sei terra.
Sei radice feroce.
Sei la terra che aspetta.»
Cesare PAVESE, Hai un sangue, un respiro

La terra è morte e vita, crea e distrugge, accoglie la nostra esistenza, come respiro di vita e di morte. È «la terra che aspetta» e ci attende nei versi di Pavese. L’attività vitale è respiro, è ritmo e scansione di vita. Al respiro di vita e allo spirito rimanda nel messaggio biblico il soffio di Dio che anima il nostro essere terra: «plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente2».

Il respiro segna l’attimo della nostra nascita e ci pervade. Come in una scansione ritmica, l’angoscia trattiene il respiro, la paura lo accentua, la morte lo interrompe. Morire è soffiare fuori l’ultimo respiro, il momento in cui la vita abbandona il corpo e lo rende alla terra.

Dalle trascrizioni video degli ultimi minuti di vita, George Floyd ha pronunciato 20 volte «I can’t breathe» – “non riesco a respirare”- prima che il silenzio della parola si unisse all’assenza del respiro, alla morte3. A terra, in agonia, mentre il ginocchio preme la gola. Per circa 9 minuti la pressione sul collo ha rallentato e dissolto il respiro.

atelier insense, respiro MAU F MAZZOLI 2021
Foto 1. Atelier Insense, |RE|SPIRO, mostra 2021 MAU ©F. L. Mazzoli – Bioetica News Torino, riproduzione vietata

«I can’t breathe » dipinge l’Atelier Insense (Adriano Rosso), in uno stencil di frase continua, ripetuta in una sequenza di lettere4 (foto 1). Parole che ripartiscono due visioni che l’artista presenta, quella della morte provocata e quella della vittima.

Fanno parte di RE|SPIRO, bipersonale di Sergio Aiello e Atelier Insense, a cura di Daniele D’Antonio e Edoardo Di Mauro5.

Su tre pannelli (foto 2) trattati di nero è rappresentato al centro, nel colore della terra, il corpo di Floyd. Un corpo inscritto all’interno di un fondo nero che muta nelle variabili terrifiche del buio. Il buio che inghiotte, che annulla il respiro. Vicino sono posti altri pannelli di colore e materiali diversi.

atelier insense respiro mau 2021 mazzoli foto 2
Foto 2. Atelier Insense, |RE|SPIRO, mostra 2021 MAU ©F. L. Mazzoli – Bioetica News Torino, riproduzione vietata

Qui, un ricamo bianco su tela bianca mostra e tesse il respiro e la vita di Floyd (foto 3). Dicotomia della morte nella rappresentazione di due angoli visuali, l’assassino e la vittima. L’artista lo esprime compiutamente, con precisa volontà, uscendo dalla libertà astratta delle opere, e impegnando il pubblico a riconoscere e riflettere6. La presenza/assenza dell’atto della respirazione assumono centralità, funzione istintiva e riflessa, sottratta nell’omicidio di Floyd.

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Foto 3. Atelier Insense, |RE|SPIRO, mostra 2021 MAU ©F. L. Mazzoli – Bioetica News Torino, riproduzione vietata
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foto 4, Atelier Insense, particolare dalla mostra |RE|SPIRO ©F. L. Mazzoli – Bioetica News Torino, riproduzione vietata

La mostra alla galleria del MAU si compone di un’altra visione, quella di Sergio Aiello. Le opere di Atelier Insens e di Aiello rappresentano due percorsi indipendenti che si congiungono nella mostra, generando una narrazione composita e complementare.

Il ritmo del respiro, che cadenza la vita, il confine che separa la vita dalla sua assenza. La drammaticità del respiro sottratto e il soffio della vita. Aiello vela e svela paesaggi, nelle loro atmosfere rarefatte, colorate anche quando appare prevalgano i neri. Scava per sottrazione nel paesaggio e lo ripensa “altro”.

Le trasparenze richiamano il respiro dell’arte orientale, rivestono e rendono essenziali, minimali i contorni, le forme. Li percepiamo, ma non li ricerchiamo. Un mondo esistente e rarefatto si muove, recita il suo atto di esistenza e affiora.

Il respiro ritma la vita, la contrassegna opponendola alla morte. Così all’Hangar Bicocca, a Milano, «Breath» (2021) di Maurizio Cattelan costituisce elemento parte di una trilogia dalla nascita alla morte7. La scultura bianca, in marmo di Carrara, emerge dal buio attraverso l’illuminazione che la trasforma in un soffio, nella leggerezza evanescente di un respiro. Un uomo e un cane, a terra, uno di fronte all’altro. Gli occhi chiusi, i corpi raccolti in posizione fetale. Nella fisicità e fissità dei corpi piegati nella pietra, quasi dormienti a terra, come percepire il soffio di vita? Il respiro distingue vita e morte. Non è possibile penetrare nella storia della relazione tra i due esseri, non è dato sapere, il marmo conferisce però l’aulicità sacrale, la solennità della rappresentazione. Il respiro è traiettoria che pervade entrambi i soggetti, li anima nell’atto vitale che affiora quasi impercettibile. Si mostrano la fissità gelida del marmo ed il suo opposto il respiro della vita. Attraverso un’esperienza immersiva e teatrale Cattelan sollecita reazioni e emozioni sull’esistenza e il ciclo della vita.

Cos’è la vita, cos’è il respiro che la attraversa? Vita e respiro richiamano l’attualità di altre condizioni del nostro presente, sicurezze sottratte o minacciate dagli effetti della pandemia di Covid-19. Si manifestano nella paura della contaminazione e del respiro altrui. La nostra esistenza è respiro, ed è respiro il nostro quotidiano schermato attraverso le pratiche di protezione da contagio.

Prove ed esplorazioni d’arte indagano il cosmo di fragilità e caducità del nostro essere mortali, fatti di spirito e terra, sui confini friabili e incerti della vita. Confini mossi dal moto del respiro, cantato da Milarepa come una foschia lieve pronta a diradarsi e scomparire nell’impermanenza della vita8.

La vita è fragile quanto un pelo della coda di cavallo:
al minimo strappo può essere troncata
Non attaccarti dunque a questa vita, ascolta il mio canto!
Il movimento del respiro all’interno
è impermanente come la foschia nel cielo:
ad ogni momento può svanire; che tristezza!

Note

1 Cesare Pavese, «Hai un sangue, un respiro», in Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, Einaudi, Torino 1951

Genesi 2,7

3 George Floyd ha perso la vita a Minneapolis, negli Stati Uniti, il  25 maggio 2020 soffocato dalla pressione esercitata sul collo dal ginocchio di un agente di polizia e nell’indifferenza di altri agenti presenti non intervenuti in suo soccorso

4 Adriano Rosso è artista che nel progetto Atelier Insense esprime una precisa scelta artistica ed etica attraverso dipinti su materiali di recupero di origine industriale, colori autoprodotti con materiali naturali, modalità di esposizione e scambio attente ai valori

5 La mostra è presso la Galleria del Museo d’Arte Urbana – MAU – a Torino, dal 30 ottobre al 30 novembre 2021

6 Netto è il riferimento al dramma dell’omicidio ed il rimando al movimento Black Lives Matter

7 Mostra Breath Ghosts Blind di Maurizio Cattelan, a Milano, all’Hangar Bicocca fino al 20 febbraio 2022. Nel grande spazio vuoto l’artista colloca tre opere in un’atmosfera scura, quasi onirica e pervasa di inquietudine.  Sono inedite le opere «Breath» e «Blind»; «Ghosts» invece è la rivisitazione dell’opera con i piccioni per la Biennale di Venezia del 1997. L’opera «Breath»  è presentata in https://pirellihangarbicocca.org/mostra/maurizio-cattelan/

8 Tsang Nyong Heruka, I centomila canti di Milarepa, trad. dal tibetano F. e K. Pizzi, Roma 1989

© Bioetica News Torino, Novembre 2021 - Riproduzione Vietata

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