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86 Marzo 2022
Mini dossier Eutanasia Vittoria o sconfitta per la società?

Redazionale

Gentilissimi Lettrici e Lettori,

abbiamo affrontato in un mini dossier, che dà forma al numero di marzo, il tema dell’eutanasia, spinoso e complesso che ha interessato e suscitato accesi dibattiti negli ultimi mesi nello scenario politico e sociale italiano, con la proposta di un “referendum popolare sull’abrogazione parziale dell’art. 579 (omicidio del consenziente)” da parte del Comitato promosso dall’Associazione Luca Coscioni e con l’esame di discussione in Assemblea alla Camera del testo unificato sul fine vita detto “Bazoli”, dal nome del relatore che l’ha redatto, (AC2) sulle disposizioni di morte medicalmente assistita.

La sentenza della Corte Costituzionale dichiarava con una nota stampa il 15 febbraio scorso l’inammissibilità di tale quesito referendario,
«perché non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili».

Lo spiega ancor meglio il testo del pronunciamento depositato reso pubblico il 2 marzo dalla Corte Costituzionale perché – «mediante l’abrogazione di frammenti lessicali dell’articolo 579 del cp e la conseguente saldatura dei brani linguistici rimanenti – avrebbe reso penalmente lecita l’uccisione di una persona con il consenso della stessa al di fuori dei tre casi di “consenso invalido” previsti dal terzo comma dello stesso articolo 579: quando è prestato da minori di 18 anni; da persone inferme di mente o affette da deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di alcool o stupefacenti; oppure è estorto con violenza, minaccia o suggestione o carpito con inganno». Ciò consentirebbe «la piena disponibilità della vita da parte di chiunque sia in grado di prestare un valido consenso alla propria morte», una liceità che va oltre i limiti definiti dalla Corte stessa nella sentenza 242/2019 sulla parziale illegittimità costituzionale dell’art. 580 c.p. sull’aiuto al suicidio previsti per i casi di prognosi infausta e irreversibile nella fase terminale con dolori e sofferenze psicologiche e fisiche intollerabili, la tutela minima della vita va sempre garantita.

Alcuni giorni dopo della comunicazione a mezzo stampa della sentenza, prima di conoscere il testo integrale depositato, il Centro Cattolico di Bioetica dell’Arcidiocesi di Torino in collaborazione con la Consulta della Conferenza episcopale piemontese per la Pastorale della Salute organizza un convegno on line a cui hanno partecipato oltre un centinaio di persone, tenutosi il 19 febbraio, dal titolo: Eutanasia: vittoria o sconfitta della società?
Pubblichiamo gli interventi videoregistrati accessibili anche sul canale social  YouTube del Centro Cattolico di Bioetica.

«Il tema dell’eutanasia è divisivo, contrappone tra coloro che affermano la vita è disponibile in base al principio di autodeterminazione e coloro che sostengono invece che la vita umana è un bene che va tutelato»: il professor Enrico Larghero, responsabile scientifico del Master in Bioetica della Facoltà Teologica di Torino, che ha moderato l’incontro della mattinata di sabato, ha mostrato il “nocciolo” del problema che si presenta nella società.

Al saluto ai partecipanti di Monsignor Marco Brunetti, vescovo di Alba e delegato Cep per la Pastorale della Salute, in cui ha spiegato come la questione interessi una dimensione sociale e non ecclesiale, è susseguita la relazione del Prof. Giorgio Palestro, presidente del Centro Cattolico di Bioetica, che in qualità di medico – ha rivestito l’incarico di Preside dell’allora Facoltà di Medicina degli Studi di Torino – ha descritto un inquadramento linguistico dell’uso dei termini eutanasia, suicidio assistito, accanimento terapeutico e abbandono terapeutico, chiarendo anche quando si deve parlare di eutanasia e quando non lo è e di una certa zona “grigia” di difficile distinzione.

Illustri relatori, tutti bioeticisti, hanno trattato l’argomento sul tema dell’eutanasia sotto diversi aspetti secondo le loro competenze: la giurista Marina Casini, docente di Bioetica e Biodiritto all’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma e presidente del movimento nazionale per la vita che ha trattato le ricadute legali e di costume qualora il referendum fosse stato ammesso dalla Corte Costituzionale e riflessioni sul testo unico “Bazoli” sulla morte medicalmente assistita che è in esame alla Camera; il dottore di Ricerca in Bioetica e filosofo Dino Moltisanti che ci restituisce un panorama della cultura contemporanea in riferimento all’eutanasia così concepita nella proposta referendaria; l’antropologo Maurizio Calipari che delinea alcune vie per possibili nuove prospettive di cura e di senso della vita in antitesi all’eutanasia. Questi ultimi docenti insegnano anch’essi presso la medesima università cattolica citata.

Il teologo morale Giuseppe Zeppegno, dottore di ricerca in Morale e Bioetica, direttore del Ciclo degli Studi specialistici della Facoltà Teologica di Torino, ha concluso il convegno rilevando gli aspetti salienti dalle relazioni della mattinata e con un commento sulla questione. Nella giornata di martedì 8 marzo, alle 15, vi sarà il prosieguo della discussione del testo sul fine vita alla Camera.

Per la rubrica Bioetica e Arte Laura Mazzoli, storica e docente di Storia dell’Arte, ha intervistato l’artista iraniana Bahar Heidarzade che ha lasciato il suo Paese da anni, ed è stata premiata di recente, nel 2021, a Paratissima n Torino, e che ha incontrato all’esposizione fotografica della performance itinerante Stone XXL in Facoltà Teologica di Torino. Per gli appassionati di arte vi sono alcune segnalazioni di alcune mostre.

Lo staff di Bioetica News Torino

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