Redazionale
Gentilissimi Lettrici e Lettori,
Ci troviamo ancora una volta rimpiombati nel mezzo di una alta diffusione del virus Sar-CoV-2: la variante Omicron sta diventando la responsabile di un ritorno e dell’introduzione a nuove misure più restrittive intraprese in Italia nel nuovo anno e da molti governi dell’Unione europea, ad esempio Francia, Grecia, Austria, creando indubbiamente un certo disagio nelle attività pubbliche e private che rimane tollerabile per alcuni e non per altri, come i no vax anti-Covid-19, contrari all’obbligatorietà dei certificati vaccinali quale requisito per l’accesso ai luoghi di lavoro e a servizi.
La sua rapidità nell’Unione Europea fa presumere che possa diventare presto, entro due mesi, la variante dominante, superando quella finora incontrastata e temuta Delta. Per il Centro europeo per la prevenzione e controllo delle malattie infettive (Ecdc) i dati sono ancora limitati per definirne la gravità della malattia causata da Omicron ma la crescente trasmissibilità e diffusione di contagi con cui si sta manifestando fa intravedere che possa superare i benefici legati ad una gravità potenzialmente ridotta. Un paio di giorni fa il Centro ha messo in guardia che «Omicron causerà ulteriori ospedalizzazioni e decessi, in aggiunta a quelli già attesi nelle precedenti previsioni che considerano la variante Delta». In risposta ad un impatto elevato della circolazione del virus il Centro ECDC raccomanda di intraprendere azioni urgenti e restrittive per non dare un ulteriore aggravio ai sistemi sanitari già in sofferenza e proteggere le persone più fragili e vulnerabili.
Siamo ritornati, nostro malgrado, ad un’Italia a colori: con prevalenza del giallo e arancione per la Valle d’Aosta. Quel che più preoccupa è l’aumento delle ospedalizzazioni per Covid-19 (il rischio più elevato è per i non vaccinati) dai monitoraggi settimanali ministeriali. Il presidente della Federazione dei medici Filippo Anelli continua a ribadire in questi giorni la necessità di «interventi di carattere restrittivo per raffreddare la curva e allentare la pressione sugli ospedali». La riconversione dei reparti Covid comporta lo spostamento dei rianimatori in terapia intensiva compromettendo, come spiega il medico Anelli, l’assistenza a tutti gli italiani, su chi doveva effettuare un intervento o chi doveva ricevere una cura per uno scompenso cardiaco. I pazienti asintomatici positivi devono ricevere una assistenza adeguata. Un problema che viene sollevato dalla stessa Siaarti rianimazione e terapia intensiva: «Le terapie intensive Covid-19 stanno viaggiando verso la saturazione, con la necessità molto prossima di aprire altri posti sottratti alle TI non Covid-19», afferma Nicola Latronico responsabile Siaarti. Roberto Balagna responsabile Siaarti medicina critica dell’emergenza fa osservare «che ogni giorno siamo costretti a non operare pazienti che avrebbero necessità di interventi chirurgici di una certa importanza e necessità, ad esempio i pazienti oncologici. Mi riferisco ad una popolazione, sempre più numerosa, di pazienti vaccinati, spesso con tre dosi, asintomatici e che risultano positivi al tampone eseguito al momento del pre-ricovero. Questa popolazione sta diventando sempre più numerosa sia nel contesto dell’emergenza urgenza che per quanto riguarda pazienti che necessitano di trapianti salvavita».
Nel frattempo la campagna vaccinale anti-Covid -19 viaggia a ritmi serrati: dai dati ministeriali nella settimana dall’11 al 17 gennaio sono state somministrate in media al giorno 654 mila dosi, di cui circa 74 mila prime somministrazioni e 524 mila dosi di richiamo.
In questo numero di gennaio abbiamo voluto raccogliere in un dossier i diversi contributi pubblicati nella rubrica «Bioetica Notizie» curata dal Centro Cattolico di Bioetica de «La Voce e il Tempo» dedicati alle questioni che la pandemia ha sollevato nella sanità e nella società odierna e per la cui riuscita ringraziamo il direttore Alberto Riccadonna per la concessione e tutti gli Autori che vi hanno collaborato.
Si tratta di «Inchiesta sulla sanità del futuro» il cui argomento è introdotto dal presidente del Centro Professore Giorgio Palestro e poi presentato nei diversi aspetti con argomentazioni degne di riflessioni mediante una serie di interviste condotte dal Prof. Enrico Larghero, medico e bioeticista, a illustri esperti nel nostro territorio regionale.
Dal tema della ricerca e della formazione in Medicina con lo storico della medicina Alessandro Bargoni al progetto “Salute” del nuovo Pnrr, domiciliarità, prossimità di cure e digitalizzazione con Giulio Fornero direttore sanitario di «Camminare insieme». Il discorso sulla sanità si va approfondendo tra criticità e proposte per migliorare il sistema sanitario nazionale con il dottore Paolo Tofanini che ha ricoperto negli anni diversi ruoli dirigenziali. Larghero ci guida in un viaggio attraverso il ruolo innovativo del farmacista, attivato con la pandemia, che porta allo scoperto tra le difficoltà della professione e le nuove esigenze di servizi alla comunità descritte dalla dottoressa Paola Aliperta, membro dell’Unione cattolica dei Farmacisti italiani (Ucfi). Le sfide poste dalla pandemia, e non solo, che riguardano il mondo della cura dentale per un’assistenza sanitaria più adeguata ai bisogni essenziali di salute anche in questo campo come avviene per gli altri, sono state trattate dal dottore Alberto Gavotti medico odontoiatra e docente di odontoiatria legale nell’intervista della giornalista Lara Reale. Il dossier si conclude soffermandosi sugli effetti della pandemia nelle persone, tra paure, solitudine, lutti e il rapporto con la fede che monsignor Marco Brunetti racconta attraverso la sua esperienza di vescovo di Alba e delegato Consiglio episcopale piemontese per la Pastorale della Salute.
In tema di fine vita, cui tra l’altro a febbraio è atteso il voto parlamentare sul suicidio medicalmente assistito discusso un mese fa, annunciamo il prossimo convegno on line del Centro Cattolico di Bioetica e della Consulta regionale per la pastorale della Salute che si svolgerà il 19 febbraio “Eutanasia: vittoria o sconfitta per la società?” , accreditato ecm per tutte le professioni sanitarie, in cui prenderanno parte al dibattito Marina Casini, Dino Moltisanti, Giuseppe Zeppegno e l’antropologo Maurizio Calipari.
Potete rivedere la video registrazione sul canale YouTube del Centro Cattolico di Bioetica di Torino dell’incontro, sempre in tema di fine vita, promosso dall’Associazione dei medici cattolici di Torino e tenutosi il 17 novembre scorso, in cui è stato presentato il nuovo libro “Suicidio? Un dibattito teologico” del Professore Paolo Marino Cattorini, già ordinario di bioetica clinica presso l’Università degli Studi di Insubria di Varese, che ha interloquito con il bioeticista Giuseppe Zeppegno, il presidente Amci Torino e membro Consiglio Amci nazionale Fabrizio Fracchia e il medico anestesista e teologo morale Enrico Larghero.
Infine vi segnaliamo le nostre rubriche dedicate alle novità editoriali dello Scaffale a cura della Prof.ssa Carla Corbella docente di Etica della Vita presso la Facoltà Teologica di Torino, all’arte con la storica e docente di storia dell’arte Laura Mazzoli che ritrae un percorso storico – artistico del significato del lavoro nella società “Cosa vogliamo? L’arte di fronte al lavoro tra etica, memorie e riscatto” messo a punto nella mostra alle Ogr di Torino, alle recensioni cinematografica di Ilaria Losapio sulla vita della giovane atleta paraolimpica Veronica Plebani diretta da Maria Iovine e saggistisca di Martina Casalone sulla questione del morire nel libro di Paolo Mirabella, “La vita dentro il morire“.
Da questo numero, se vi interessa conoscere quali mostre d’arte sono aperte contenenti uno sguardo a questioni etiche, del passato e del nostro tempo, potete trovarne alcune segnalate nella nuova rubrica, “Mostre in corso“, curata da Laura Mazzoli.
Lo staff «Bioetica News Torino»
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