Quali sono i centri in Italia che offrono servizi per la dipendenza da internet? Una prima mappatura online
21 Febbraio 2022Si chiama Rete senza fili: tante connessioni possibili, una piattaforma digitale sviluppata dal Centro controllo malattie (CCM) dell’Istituto superiore di Sanità – ministero della Salute che presenta alcuni laboratori socio-educativi realizzati nelle scuole primaria e superiore delle regioni coinvolte in tale progetto, iniziato nel 2018 e conclusosi nel dicembre scorso, per prevenire i fenomeni di bullismo, violenza, dipendenza legati all’uso scorretto del linguaggio e di mezzi tecnologici, ai quali altre scuole e regioni possono aderirvi.
Il progetto mette a disposizione del materiale sia per i docenti, in particolar modo del 5 anno delle primarie, sia per gli operatori socio -sanitari ed esperti in educazione ai media per sviluppare attività di laboratorio, concentrate sull’analisi dei linguaggi, sull’acquisizione di una lettura critica dei media e stili d’uso, con gli studenti attingendo alle esperienze di tre centri educativi di riferimento nazionale in Veneto e in Piemonte.
Da questo progetto ministeriale Rete senza fili. Salute e Internet Addiction Disorder: tante connessioni possibili è nata una guida digitale, aggiornata a dicembre 2021, nella quale sono indicati i centri specialistici socio-sanitari sul territorio nazionale dedicati alle problematiche di dipendenza da internet. Si tratta di una prima mappatura, in itinere, realizzata dal Centro nazionale delle dipendenze e doping dell’Iss, che offre informazioni sui diversi tipi di servizi presenti nel nostro territorio italiano sia di prevenzione che di cura. Vi hanno contribuito la regione Piemonte che ha coordinato tramite l’Asl Cn2 Alba-Bra del Dipartimento delle dipendenze regionale sia i lavori delle attività dei laboratori sopracitati che la mappatura dei servizi insieme al dipartimento delle dipendenze dell’Asl Città di Torino, l’Asp Catania per la regione Sicilia, l’Aulss7 Pedemontana per la regione Veneto, l’Asur Area Vasta 2 (Regione Marche) e l’Ausl Toscana Nord-Ovest Zona Versilia per la regione Toscana.
Quali informazioni dà questa prima guida on line ai servizi di dipendenza da internet?
La guida è stata studiata in modo da potere essere usufruita con facilità da cittadini ed essere sempre aggiornata per la sua caratteristica di essere nella versione digitale. Al momento vi partecipano 14 regioni.
Si possono ricercare per regione e per provincia i servizi socio-sanitari offerti. Ciascun centro mostra tutti i propri riferimenti in una scheda che raccoglie informazioni: anagrafiche, sul responsabile di struttura, sul tipo di prestazione assistenziale – di gruppo o individuale – e tipo di intervento psicoterapeutico, psicologico, psicoeducativo e terapeutico con laboratori, sui luoghi degli interventi, in regime semiresidenziale o residenziale, domiciliare, day hospital o ricovero ospedaliero e altri, sulle forme di contribuzione gratuita o a pagamento del ticket o della quota associativa o contributo, e di contatto con gli orari tramite numero telefonico e indirizzo di posta elettronica.
Al 30 novembre 2021 vi sono contenute 99 risorse territoriali di cui 83 che fanno parte del sistema sanitario nazionale e 16 del privato sociale. Dai dati pervenuti risulta che Lombardia per il Nord, le Marche per il Centro e la Sardegna per il Sud e le Isole presentano un numero maggiore di risorse territoriali per le dipendenze da internet.
La maggior parte dei trattamenti riguardano il sostegno psicologico al paziente, psicologico ai familiari, psicoeducativo individuale, la psicoterapia familiare.
Un esempio. La regione Piemonte offre 4 centri di servizio: AslTo3 di Beinasco, Asl di Novara, Asl Città di Torino e Gruppo Arco scs di Torino. La scheda dell’Asl Città di Torino informa il responsabile del dipartimento delle dipendenze e l’equipe formata da 4 educatori professionali, 3 psicoterapeuti, 1 medico specialista in psichiatria o in neuropsichiatria e 1 assistente sociale; l’orario e i contatti, il tipo di intervento medico – visita, trattamenti farmacologici e colloqui -, di sostegno psicologico al paziente, ai genitori e familiare, clinico terapeutico con servizio ambulatoriale e in rete, gratuito alla prima visita.
Quali figure vi intervengono nella prevenzione e nella cura?
L’approccio è generalmente di tipo integrato. L’equipe assistenziale comprende 347 professionisti, di cui 100 psicoterapeuti, 55 assistenti sociali ed educatori professionali, 52 medici specialisti in psichiatria o neuropsichiatria, e il rimanente psicologi clinici, infermieri professionali, medici specialisti in neuropsichiatria infantile, volontari, stagisti e borsisti.
Quali tipi di dipendenze legate all’uso delle tecnologie digitali sono prese in carico?
La maggior parte delle dipendenze trattate riguarda da sostanza, per un 73%, alcol, tabacco, psicofarmaci e farmaci mentre di quelle comportamentali, per il 91%, rappresenta un maggior numero di richieste il disturbo da gioco d’azzardo per il 68%, seguito da dipendenza sessuale per il 19%, shopping compulsivo per il 17%, dipendenza affettiva per l’11%, gaming per il 10%, e infine i disturbi alimentari (7%) e il ritiro sociale (2%).
Che cosa è la dipendenza da internet?
Rientra tra le dipendenze comportamentali come il disturbo da gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo e le dipendenze sessuali, che si manifestano sul piano eziologico e psicopatologico.
Si tratta di un disturbo del controllo degli impulsi, in letteratura scientifica noto come Internet Addiction Disorder (Iad), che comprende la dipendenza da videogame inserita nel 2018 dall’Oms nell’International Classification of Disease, secondo cui l’assuefazione ne compromette ogni aspetto della vita sociale, lavorativa o affettiva con ricadute negative sulla salute psicologica e fisica.
I problemi insorgono quando emerge un assorbimento totale del tempo passato per intere giornate in rete compromettendo le relazioni della vita familiare, lavorativa e sociale. I sintomi manifestati sono in genere incapacità di controllare gli impulsi, difficoltà nel regolare gli stati emotivi con alterazioni del tono dell’umore, aumento progressivo del tempo di collegamento ad internet fino all’assuefazione, cambiamento drastico delle abitudini o dello stile di vita che conducono a privarsi del sonno. Si manifesta anche con la sindrome da astinenza caratterizzata da malessere psichico o fisico, pensiero ossessivo, ansia.
Chi sono più rischio? Nella letteratura scientifica sono indicati i soggetti tra i 15 e i 40 anni che hanno una buona conoscenza informatica, spesso isolati per ragioni lavorative (turni di lavoro notturni) o geografiche e di solito presentano problemi psicologici o familiari preesistenti all’insorgenza della dipendenza da internet, come può accadere per gli adulti solitudine, stress collegato al lavoro, depressione, problemi finanziari etc.
La prevenzione mira a far comprendere soprattutto la fascia dell’età preadolescenziale e adolescenziale quali sono i comportamenti a rischio e adottare stili di vita salutari.
I fattori di rischio sono sostanzialmente tre:
- neurobiologici riconducibili a caratteristiche genetiche, ad anomalie di neurotrasmettitori come dopamina, serotonina, noradrenalina – che regolano il tone dell’umore
- individuali correlati alle esperienze di vita e alla personalità
- socio-ambientali
Alcuni fattori dipendono dalle caratteristiche del singolo soggetto come la presenza del disturbo mentale, dell’attenzione, l’iperattività o la depressione mentre altri all’ambiente familiare o al territorio in cui si vive. Ad esempio se in famiglia vi è un forte conflitto genitoriale o le relazioni sono difficili o vi sono problemi con la droga è più esposta la vulnerabilità dei bambini alla dipendenza dalla rete digitale così come per chi abbandona la scuola o i giovani internati in istituti o sono in affidamento o che delinquono.
Risulta anche vero che per molti pur essendo alla conoscenza dei fattori di rischio per la loro salute non ne disapprovano l’uso.
La prevenzione non può essere solo associata a interventi assistenziali socio sanitari delegando il tutto al dipartimento delle dipendenze ma in sinergia con attività culturali, educative e sociali che responsabilizzano i giovani come fa osservare il piano nazionale della prevenzione 2020-2025. In questo senso esercitano un ruolo rilevante la famiglia, la scuola, i contesti lavorativi e sportivi.
(aggiornamento 21 febbraio alle ore 18.42)