Quale impatto il Sars-CoV-2 e quali cambiamenti nello scenario delle droghe in Europa?
11 Giugno 2021L’illegalità non si ferma con la pandemia e le misure restrittive che hanno limitato la libertà di circolazione nei territori nazionali e tra i Paesi. La droga transita per nuovi percorsi e attraverso nuovi metodi, container intermodali e catene di approvvigionamento commerciali piuttosto che con il consueto impiego di corrieri mentre l’incontro tra consumatori e spacciatori sulle strade è ridotto e continua invece adattandosi e rafforzandosi nella rete digitale, sui social con messaggi crittografati, mediante apposite app, su internet e nei servizi di corrispondenza postale e consegna a domicilio. Anche per i trafficanti e produttori di droga la pandemia ha accresciuto l’uso della digitalizzazione. È la situazione generale che emerge dall’ultimo Rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA, Lussemburgo, 9 giugno 2021) sulle nuove tendenze e sviluppi evidenziandone i rischi sulla salute e sulla sicurezza, elaborati dai dati provenienti da 29 paesi, 27 dell’Unione Europea, Turchia e Norvegia, dal 2019 al 2020. Un paio di giorni fa è balzata nella cronaca internazionale la notizia dell’operazione conclusasi a buon fine contro la criminalità organizzata nel traffico di droga, armi e progetti di assassinio, che ha coinvolto diversi paesi, Europa, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda. Un’App chiamata ANoM e controllata dalla Fbi, veniva usata nei cellulari dei criminali, privati di ogni altra funzione e scambiati nel mercato nero, per comunicare tra loro in modo criptato ma ha reso anche possibile con tale stratagemma l’intercettazione messaggistica e quindi l’arresto di molte persone anche al di là dei confini Australiani.
La lettura del Rapporto mette in evidenza la necessità di approcci innovativi, di crescita della capacità di individuare con tempestività le minacce alla salute e alla sicurezza pubblica, di una maggiore condivisione delle strategie fra le autorità dei diversi Paesi, nel far fronte ad un mercato della droga che si presenta «sempre più dinamico e adattabile» e globalizzato. Ad un’ampia varietà di prodotti e di persone nel circuito della droga che ha un impatto nelle comunità in modi diversi occorre, spiega il direttore dell’Osservatorio EMCDDA – UE Alexis Goosdeel «è fondamentale, sviluppare in tutti i settori della politica sociale, sanitaria e di sicurezza risposte integrate e basate sull’evidenza previste dalla nuova strategia dell’UE in materia di droga».
Tra i dati rappresentativi sui tipi di sostanze illecite in commercio, da una vasta gamma, sempre più diversificata, con le relative informazioni dettagliate sui consumi, sequestri, trattamenti di cura, accessi ospedalieri e decessi, si evidenziano in particolare alcuni cambiamenti nell’andamento del mercato e del consumo con questioni sul piano della salute che destano forte preoccupazione.
I circuiti del narcotraffico si sono estesi prendendo nuove rotte a causa delle limitazioni della circolazione tra i paesi durante la pandemia. Per mare raggiungono i porti d’Europa, le sostanze illecite dall’America meridionale, dall’Asia occidentale e dall’Africa settentrionale, quelle nuove psicoattive e chimiche dalla Cina, o per proseguire in altri continenti.
Aumenta l’offerta e quindi il consumo di cocaina in Europa, sostanza la cui purezza media oscilla tra il 31 e il 91% con un prezzo al dettaglio stabile nel 2019, anno in cui sono state sequestrate 213 tonnellate, per più della metà in Belgio, nei Paesi Bassi e in Spagna. Ne fanno uso giovani e adulti tra i 15 e i 34 anni attorno ai 2,2 milioni nel 2020. C’è una tendenza di crescita dei primi trattamenti specialistici legati negli ultimi cinque anni in 17 paesi e un aumento nel 2020 in 12 paesi. Sostanza illecita risultata la seconda più diffusa in Europa dalla rete europea delle emergenze tossicologiche nel 2019, anno in cui era presente nel 22% degli accessi ospedalieri per tossicità acuta da stupefacenti.
L’Europa produce cannabis, la prima più diffusa e consumata, destinata prevalentemente al consumo interno, e sostanze sintetiche per il mercato europeo e l’esportazione in altre parti del mondo. Non si sa se per conseguenza della pandemia o per scaltrezza di trafficanti la cannabis compaia in forma adulterata con cannabinoidi sintetici estremamente potenti (con un alto livello di Thc), altamente tossici e nocivi alla salute; il loro consumo inconsapevole desta forte preoccupazione; un esempio è il focolaio di più di 20 persone che hanno perso la vita nel 2020 assumendo cannabinoidi sintetici di tipo 4F-MDBICA.
La resina di cannabis risulta più potente che in passato, venduta con un tasso di THC alto e pericoloso, che oscilla tra i 20 e i 28%, quasi il doppio di quello della cannabis in foglie e infiorescenze. I cambiamenti sul mercato europeo con la loro gamma di selezione di prodotti, a base di cannabis ad alto contenuto di Thc, nuove forme illecite di cannabis e contenenti estratti di cannabis con bassi livelli di Thc, si avvertono dall’aumento delle persone che si sottopongono ad un primo trattamento di cura (+ il 45% tra il 2009 e il 2019 dai dati di 24 paesi). Nel 2019 hanno avuto accesso al trattamento specialistico 111mila persone; fra queste 62mila si è trattato di una prima presa in carico. Nello stesso anno l’accesso negli ospedali per tossicità acuta legata all’uso di stupefacenti per la cannabis è stato del 26% nei 23 ospedali della rete delle emergenze tossicologiche Euro-Den Plus in 17 Paesi. L’Osservatorio avverte che «è necessario un attento monitoraggio di questo settore per individuare i cambiamenti nelle problematiche legate alla cannabis e comprendere l’influenza che i mutamenti dei mercati degli stupefacenti esercitano sulle stesse». Nel 2019 l’età media del primo consumo di cannabis si aggira sui 17 anni e la prevalenza di consumo per la fascia di età dai 15 ai 24 anni risulta la più elevata, il 19,2% pari a 9,1 milioni nel 2020.
Aumentano le nuove sostanze psicoattive nel mercato europeo degli stupefacenti, nuovi cannabinoidi sintetici e nuovi oppiacei sintetici potenti che comportano un serio rischio per la salute, anche fatale, e la necessità di individuarle precocemente per poter intervenire nell’emergenza per salvare la vita e di monitorarle. Come spiegato prima, il problema della cannabis adulterata con nuovi cannabinoidi sintetici, come MDMB-4enPINACA, è legato al consumo inconsapevole di quanto siano potenti queste sostanze. Sono monitorate dal sistema di allerta precoce dell’UE, tra le sostanze di stupefacenti, 209 cannabinoidi, 156 catinoni, 67 oppiacei e 30 benzodiazepine. Si contano alla fine del 2020 830 nuove sostanze psicoattive monitorate dall’Osservatorio EMCDDA, di cui 46 sono state segnalate per la prima volta in Europa nel 2020.
Nel 2019 i sequestri di nuove sostanze psicoattive sono stati 34mila nell’Unione Europea, in Turchia e in Norvegia (di cui 22 mila in EU) e i cannabinoidi sintetici e i catinoni hanno interessato il 60% dei sequestri nell’Unione Europea.
IL MDMB-4en-PINACA, cannabinoide sintetico, fa la sua comparsa in Europa nel 2017, causando avvelenamento mortale: sono stati segnalati 9 decessi in Ungheria e in Svezia. Il 4F-MDMB-BICA, cannabinoide sintetico, appare in Europa nel 2020, causando avvelenamento mortale per 21 persone tra maggio e agosto del 2020 in Ungheria. L’isotonitazene, oppiaceo diverso dal fentanil (benzimidazolo), individuato nel 2019 in Europa, causa 21 decessi in Ungheria tra maggio e agosto 2020 per avvelenamento mortale.
La diversificazione delle sostanze stupefacenti sul mercato, accompagnata da una loro crescente purezza o potenza, pone il rischio per la salute dei consumatori che acquisiscono un uso che diventa sempre più complesso. Danni cagionati da nuove sostanze, sintetiche, o dall’interazione degli effetti dovuti alla combinazione di più sostanze rilevano per l’EMCDDA la necessità di un ulteriore sviluppo delle risorse forensi e tossicologiche. Riporta come esempio il consumo illecito di benzodiazepine non per fini terapeutici o delle nuove benzodiazepine; classe di farmaci che destano attenzione quando assunti con altre sostanze psicoattive, compresi gli oppiacei o alcolici, perché possono associarsi comportamenti violenti o aberranti, e oltre ad essere nocivi di per sé possono aggravare il rischio di overdose mortale o non, seppure il loro ruolo possa passare inosservato come avverte l’EMCDDA.
Un altro fronte di contrasto alla lotta della criminalità è dato dai laboratori di produzione della droga che stanno aumentando vicino ai mercati di consumo per eludere le misure contro il traffico di stupefacenti e che costituisce un problema di sicurezza pubblica e ambientale nonché una sfida per i legislatori sul controllo dei “precursori chimici”. Sono state sequestrate 3,7 milioni di piante di cannabis in Europa nel 2019. Nello stesso anno sono stati smantellati: 4 siti di produzione di eroina nei Paesi Bassi; 5 laboratori di cocaina in Spagna mentre nel 2020 nei Paesi Bassi un impianto di estrazione con una capacità di produzione giornaliera stimata tra 150 e 200 chilogrammi di cocaina; 267 laboratori di metamfetamina tra cui di grandi dimensioni 3 in Belgio e 9 nei Paesi Bassi (in questi ultimi 32 nel 2020); 28 laboratori di MDMA (ecstasy) nei Paesi Bassi, Belgio, Germania e Polonia; 9 laboratori di GHB nei Paesi Bassi e in Germania; 5 siti di produzione di catinoni sintetici nei Paesi Bassi (1) e in Polonia (4).
La presenza di laboratori di grandi dimensioni per la produzione di metamfetamina in Europa, accanto ai siti di minore produzione, dovuta alla collaborazione fra gruppi criminali europei e messicani – il Messico, importante paese di origine sequestrata nel 2017 – comporta il rischio di un aumento del consumo di tale sostanza per cui va monitorata.
Sul piano sanitario c’è il rischio più elevato per gli assuntori di droghe per via parentale di contrarre infezioni virali come quella dell’immunodeficienza umana (Hiv) e dell’epatite c (Hcv) quando si condividono i materiali. Nell’ambito della prevenzione e del trattamento delle malattie infettive occorre migliorare l’accesso ai trattamenti e test integrati per Hiv, Hbv e Hcv in modo che non si intervenga tardivamente quando il virus ha già iniziato a danneggiare il sistema immunitario. Nel 2019 in Unione Europea sono stati individuati 849 casi di Hiv e 266 nuovi casi di Aids legati a tale tipo di consumo.
I decessi sono legati al consumo di sostanze ad alto rischio e alla poliassunzione; riguarda gli oppiacei, in particolare l’eroina combinata con altre droghe, mentre sono fonte di allarme gli stimolanti come la cocaina, le amfetamine, i cannabinoidi sintetici.
Il narcotraffico è un crimine organizzato. «Destabilizza le nostre economie infiltrando affari legittimati, sovverte le nostre società diffondendo corruzione. I criminali della droga corrompono le loro vie attraverso i confini, aeroporti e porti. Diffonde morte e distruzione», afferma la Commissaria UE per gli Affari interni Yiva Johannsson sul Rapporto. «Abbiamo bisogno di sforbiciare la vendita della droga, sciogliere i gruppi criminali, chiudere le finanze, bloccare le rotte dell’approvvigionamento dentro e fuori dall’Europa, aeree, ferroviarie, in mare, su internet, smantellarne la produzione e le fasi dei processi», aggiunge Johansson. E conclude sulla necessità della prevenzione perché nel 2019 più di 5 mila persone hanno perso la vita nell’UE per overdose e di «aiutare le persone di stare alla larga dalle droghe, allontanarsi da esse, di aiutarli e offrire il trattamento di cui hanno bisogno, e di continuare la lotta ai criminali».
(aggiornamento 11 giugno 2021 ore 23.52)