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Prime vaccinazioni contro il virus vaiolo delle scimmie

10 Agosto 2022

Nel nostro Paese, lunedì 8 agosto, si sono effettuate le prime vaccinazioni contro il vaiolo delle scimmie. Viene usato un vaccino contro il vaiolo di terza generazione per gli adulti, basato su un virus vaccinico vivo, Ankara modificato (Mva-Bn), prodotto dalla Bavarian Nordic distribuito dagli Usa con il nome commerciale di Jynneos e autorizzato dalla Food and Drug Administration per prevenire vaiolo e vaiolo delle scimmie negli adulti. Usato anche in Canada con il marchio Imvamune, mentre in Europa con quello di Imvanex, approvato dall’agenzia europea dei medicinali nel 2019 che ne ha autorizzato il 22 luglio 2022 l’estensione per il vaiolo delle scimmie.

La Commissione europea ci ha inviato 4.200 dosi di vaccino Jynneos (MVAa-BN), disponibile negli Usa, a cui se ne aggiungeranno successivamente altre, dello stesso marchio commerciale o di quello europeo Imvanez della Bavariana Nordic, previste nel mese di agosto come da circolare ministeriale (5 agosto 2022). Poiché le forniture del vaccino Imvanex sono limitate in Europa l’Ema raccomanda anche l’uso del vaccino statunitense Jynneos.

La somministrazione vaccinale è avvenuta nell’Istituto delle malattie infettive Spallanzani di Roma, riconosciuto polo vaccinale per la regione Lazio dove sono arrivate 1.200 dosi. Il direttore dello Spallanzani Francesco Vaia invita alla vaccinazione quanti hanno maggior rischio di infezione , come « gay, transgender, bisessuali e uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (Msm) e il personale di laboratorio con possibile esposizione diretta al virus orthopox». Martedì è stata la volta dell’Ausl di Bologna a cui si affiancheranno le aziende sanitarie individuate di Parma, Modena e Romagna. Da mercoledì 10 agosto la Lombardia effettua le prime vaccinazioni presso i centri Ist/Mts delle Asst/Irccs lombarde.

Questa patologia infettiva zoonotica (si veda www.salute.gov.it) della famiglia dello stesso genere a cui appartiene il vaiolo, orthopoxvirus, si trasmette da animale a persona e può diffondersi da persona a persona; non è tipica dei Paesi europei, è diffusa infatti in Africa occidentale e Centrale dove vi sono diversi focolai. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha ritenuto di dichiarare il 23 luglio la situazione epidemiologica dei contagi in Europa e al di là dei confini dei paesi endemici, in 75 paesi con oltre 16 mila contagi, benché non allarmante ma per evitarne un’accelerazione della trasmissione virale e per il fatto che alcuni non hanno alcun legame diretto con le aree endemiche, Emergenza sanitaria di rilevanza internazionale. Oltre all’Europa l’epidemia è diffusa nelle Americhe, in Africa, nel Pacifico occidentale e nei Paesi del Mediterraneo orientale.

Di solito non è una malattia grave, i sintomi durano da due o tre settimane e scompaiono da soli o con cure di supporto come farmaci per il dolore e la febbre. Tuttavia per non aumentarne la diffusione dei contagi da persona a persona chi ha sintomi compatibili con il vaiolo o è stato in stretto contatto con un caso confermato è tenuto ad avvisare il proprio medico curante (Circolare Ministero salute, 2 agosto 2022). Certo è che non tutti possono ammalarsi. Ad esempio i bambini possono contrarlo da persona sintomatica e dai dati dei paesi di diffusione negli anni precedenti sono più rischio di contrarlo in forma grave rispetto agli adolescenti e agli adulti. Per il Ministero della Salute poiché la comparsa dei sintomi è simile a quella di altre malattie infettive infantili i bambini dovrebbero essere monitorati fino alla guarigione.

Da maggio scorso quando si è segnalato il primo caso in Italia, si è arrivati nella nostra penisola ad avere, secondo i dati del bollettino bisettimanale ministeriale datato 9 agosto, 599 casi confermati, di cui 169 sono collegati a viaggi all’estero, con una prevalenza del genere maschile 590 casi rispetto al femminile con 9 casi e caratterizzati da un’età mediana di 37 anni.

Oltre al Lazio le altre regioni in cui le dosi vaccinali sono distribuite sono quelle con il più alto numero di casi segnali: Lombardia (2000), l’Emilia -Romagna (600) e il Veneto (400). Infatti in Lombardia il bollettino del 9 agosto 265 casi confermati, nel Lazio ve ne sono 114, in Emilia -Romagna 65 e in Veneto 42. Vi sono poi casi diffusi in Toscana 25, in Piemonte 22, in Campania 18 e in Liguria e Puglia 12.

Il Ministero della Salute con una nuova circolare del 5 agosto dà alle regioni indicate dal piano ministeriale informazioni operative su come deve svolgersi la campagna vaccinale riguardo a priorità e categorie di persone.

A chi è rivolta la vaccinazione anti- vaiolo delle scimmie?

Come profilassi preventiva le categorie a rischio individuate sono:

  • personale di laboratorio a rischio di esporsi direttamente al virus orthopox del genere a cui appartiene il vaiolo
  • persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (Msm) o che rientrano tra coloro che hanno : – una storia recente negli ultimi 3 mesi con più partner sessuali; – partecipato a eventi di sesso di gruppo; – partecipato a incontri sessuali in locali, club, crociere, saune; – un’infezione sessualmente trasmessa di recente almeno nell’ultimo anno; – praticato atti sessuali associati al consumo di droghe chimiche.

Come fare per prenotare?

Attualmente le vaccinazioni sono in corso presso 4 regioni – Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Veneto – che hanno il più alto numero di contagi virali. In modo spontaneo, tra coloro che sono nella categoria a rischio prenotandosi presso il centro riferito dalla Regione dove sarà un infettivologo per valutarne l’eleggibilità oppure tramite chiamata diretta dalle strutture sanitarie identificati tra coloro che si sono presentati negli ambulatori PrEp-Hiv e i centri Hiv e dei Check Point ai centri Hiv per il trattamento delle malattie sessualmente trasmissibili. Sono coinvolte le associazioni Lgbtqia e per la lotta all’Hiv.

Il vaccino Jynneos

Si distinguono due tipi di vaccinazione: primaria, non si è avuta la somministrazione del vaccino del vaiolo o con Mba-Bn che consiste in due dosi a distanza di 28 giorni l’una dall’altra. Poi quella di richiamo, con una sola dose a chi gli è stata somministrata in passato una dose di vaccino antivaiolo o di Mva-Bn o concluso il ciclo vaccinale da più di due anni.

Ė efficace? E quali sono le reazioni più comuni e gravi? Dagli studi clinici riportati nel foglio informativo del medicinale segnalazioni di reazioni avverse gravi, non fatali, mostrano un tasso tra l’1,5% e il 2,3% tra i soggetti vaccinati. Gli studi clinici sull’efficacia sono in corso mentre studi osservazionali in Africa hanno suggerito un’efficacia del’85%.

Ė controindicato per chi è ipersensibile al principio attivo o a degli eccipienti presenti. Contiene trometamolo, sodio cloruro e acqua, può avere tracce di proteine di pollo, benzonasi, gentamicina e ciprofloxacina.

Può essere somministrato in soggetti immunocompromessi che potrebbero avere una risposta anticorpale ridotta.

Mancando dati clinici non se ne raccomanda l’uso durante la gravidanza o l’allattamento.

Gli effetti indesiderati più comuni sono: rossore, gonfiore e prurito nella zona dell’iniezione; mal di testa, spossatezza, dolori muscolari, brividi, nausea che scompaiono nel giro di pochi giorni dalla vaccinazione e sono tipici delle vaccinazioni; si può avere un peggioramento delle condizioni della pelle se si soffre di dermatite atopica. La segnalazione degli effetti avversi va fatta al medico curante, presso il sito vaccinale e alla comparsa di sintomi gravi come mancanza di respirazione, gonfiore del viso e del collo quali segni probabilmente di un’allergia grave si invita a riferire subito al medico o recarsi in pronto soccorso.

Ci si può vaccinare contro il Covid e il vaiolo delle scimmie?

Per la somministrazione dei due vaccini il foglio informativo vaccinale raccomanda una distanza di almeno 4 settimane l’una dall’altra.

Come si trasmette da persona a persona?

L’infezione è zoonotica, trasmessa all’uomo da animali infetti attraverso il morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei e le lesioni cutanee o delle mucose. Roditori e primati possono ospitare il virus. Questo è quanto si è rilevato nei paesi endemici in Africa occidentale e centrale.

La trasmissione da persona a persona non avviene facilmente, tuttavia può avvenire come afferma l’Istituto superiore di sanità «principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti …), oppure il contatto prolungato faccia a faccia o ravvicinata (attraverso gocce della respirazione)». Questo modalità di trasmissione caratterizza l’attuale epidemia in Europa.

Viene compresa l’attività sessuale, tramite contatto della pelle, con i fluidi corporei o lesioni cutanee di una persona infetta.

Può trasmettersi da donna al feto e dopo la nascita attraverso il contatto pelle a pelle, o da un genitore infetto a un neonato o bambino.

Quando si è infetti?

Dalla comparsa di sintomi prodromici (febbre, sonnolenza, linfonodi ingrossati, dolori muscolari, infiammazione e doloro a livello rettale) fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e la formazione della nuova pelle. L’eruzione cutanea si manifesta soprattutto nelle aree ano-genitali, tronco, braccia e gambe, viso, palmi delle mani e dei piedi. All’inizio si possono avere lesioni a livello del cavo oro-faringeo, quelle cutanee sono simili a macule che si evolvono in vescicole, pustole, croste.

Se si ha il sospetto di essere infetti cosa fare?

Il Ministero della Salute invita a contattare subito il proprio medico curante che se riterrà farà fare un esame diagnostico per la ricerca del virus. Bisogna isolarsi, evitare contatti stretti in particolare con persone immunocompromesse, bambini e donne in gravidanza, e con gli animali domestici per 21 giorni dall’ultima esposizione, astenersi dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l’ultima esposizione o fino a quando non si esclude il virus, lavarsi bene e spesso le mani e prestare un’attenta igiene respiratoria e non fare donazioni di sangue, cellule o tessuti, latte materno o sperma mentre si è in sorveglianza.

redazione Bioetica News Torino
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