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Per i pediatri di famiglia la nuova Carta dei diritti del bambino

08 Ottobre 2021

Dopo vent’anni, la revisione «per poter meglio rispondere alle mutate condizioni dell’infanzia. La difficile esperienza pandemica ha dimostrato come bambini e teenager rappresentino una fascia della società particolarmente vulnerabile e molte volte presa poco in considerazione», spiega Paolo Biasci, presidente della Federazione nazionale dei Medici Pediatri (Fimp) da Baveno (Vb) al XV Congresso nazionale della Federazione, dove, nel corso dei lavori iniziati giovedì 7 ottobre, la nuova Carta dei diritti del bambino assistito dai pediatri di famiglia è presentata.

È articolata in 12 punti nella cui premessa viene descritto il ruolo del pediatra di famiglia, quello di «garantire al bambino la protezione e le cure necessarie al suo benessere» tramite di bilanci di salute (BdS), ossia visite di controllo e informative su prevenzione e vaccinazioni, all’interno della cornice dei principi della Dichiarazione internazionale dei diritti del fanciullo di New York (1989) recepita in Italia tre anni dopo.

Quali sono i loro Diritti, assistiti dai pediatri di famiglia?

  1. Ad avere riconosciuta la propria identità di «persona biologicamente e storicamente unica», di essere «rispettato e accolto nelle sue caratteristiche individuali» di non essere «discriminato per etnia, nazionalità, religione, condizione sociale, disabilità, censo, genere e modalità di concepimento».

2. A crescere all’interno di un nucleo familiare in cui il pediatra «favorisce l’attaccamento e promuove modelli di accudimento sani». Pone l’importanza della famiglia «quale nucleo fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare i bambini, [che] dovrebbe ricevere l’assistenza e protezione necessarie per poter assumere pienamente le sue responsabilità all’interno della comunità».

Laddove i genitori sono separati il pediatra si riferirà alla Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori.

3. ad una nutrizione adeguata in tutte le diverse fasi della crescita. L’allattamento al seno viene sostenuto per i primi sei mesi e anche fino ai 2 anni secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della Salute (Oms).

Darà consigli sull’alimentazione per prevenire carenze e controllare gli eccessi che esitano in sovrappeso e obesità, problemi sempre più diffusi oggi. Farà dello stare a tavola un modo conviviale di partecipazione ai pasti con cibi possibilmente a basso impatto ambientale, che rispettano la biodiversità, espressione di una cultura tradizionale.

4. ad un ambiente sano, sicuro ed ecosostenibile sia tra le pareti domestiche che fuori della casa. Dà consigli pratici su come poter ridurre il rischio di incidenti domestici e stradali da un lato e dall’altro su come limitare dal concepimento i rischi delle fonti di inquinamento ambientale per ridurre i potenziali danni epigenetici.

5. ad essere tutelato nel suo sviluppo e aiutato a sviluppare la propria indipendenza e autonomia. Aiuta le famiglie a rispettare le scelte del bambino, gli spazi del tempo libero, del gioco.

6. a essere protetto dalle malattie che possono essere prevenute tramite l’uso del vaccino.

7. ad una cura, aggiornata sulle evidenze scientifiche più recenti, senza essere sproporzionata e impropria e che cerchi di allievare il dolore il più possibile.
Nei percorsi assistenziali il pediatra di famiglia potrebbe svolgere il ruolo di coordinatore clinico.

8. ad essere tutelato contro ogni forma di violenza, di brutalità fisiche o mentali, di abbandono, di sfruttamento compresa la violenza sessuale e la somministrazione e l’induzione all’abuso di sostanze tossiche o stupefacenti.
Una volta riconosciuti i segni di abuso o trascuratezza il pediatra attiva dei percorsi istituzionali per la protezione del bambino.

9. a conoscere la verità sulle proprie condizioni cliniche e patologiche informandolo, con un linguaggio semplice adeguato alle sue capacità ma rassicurante, del percorso che dovrà affrontare dalla diagnosi alla terapia.

10. ad essergli riconosciuti la riservatezza dei suoi dati personali e sanitari di cui è il titolare.

11. ad essere ascoltata la sua opinione, i suoi compromessi e a tenere conto della sua volontà che va valutata in base all’età e al suo grado di maturità raggiunta, ad esempio per l’assenso-dissenso per sperimentazioni sul territorio.

12. all’istruzione. Il pediatra può intervenire quando «sia a conoscenza di assenze scolastiche ripetute non giustificate».

Un’indagine della Fimp su Bilanci di salute e vaccinazioni

Per la Federazione dei medici pediatrici (Fimp) i Bilanci di Salute sono importanti perché «consentono a tutti i bambini, dalla nascita all’età adolescenziale delle visite di controllo in specifiche fasce di età» avendo lo scopo di identificare in modo precoce disturbi o malattie.

Si è svolta lo scorso anno un’indagine online tramite un questionario cui hanno partecipato 1.034 pediatri di famiglia associati alla Fimp, con lo scopo di conoscere per la prima volta, le esperienze e i pareri sui bilanci di salute e la loro correlazione con le le vaccinazioni. L’esito dell’indagine, pubblicato nella rivista Medicopediatra della Fimp alla fine del 2020 (pp. 4-8, doi: 10.36179/2611-5212-2020-33), mostra alcune criticità. Ad esempio solo il 15,38% ha l’abitudine di convocare i bambini ai bilanci di salute tramite chiamata attiva anche il pediatra di famiglia che effettua i Bds verifica l’aderenza al programma vaccinale e lo fa in tutte le occasioni (91%).

Comunque quasi tutti sono propensi durante queste visite di controllo a promuovere le vaccinazioni, soprattutto contro il meningococco B e il rotavirus (67%) nel primo colloquio di bilancio di salute, per poter dare protezione al lattante evitando una malattia più grave.

Una metà sono favorevoli a somministrare i vaccini nel proprio studio con l’intento di offrire un migliore servizio alle famiglie (64%) o perché si ritiene pratica utile al futuro della categoria (38%) mentre il rifiuto è dovuto per il 43% per motivi burocratico, sono una prerogativa dei centri vaccinali pubblici, e di ordine pratico motivato dal 47% per mancanza di attrezzatura, per paura di reazioni avverse (13%) e di rifiuto totale perché è un compito che non spetta loro (16%).

Questo articolo di P. Biasci, M. Barretta, Giorgio Conforti (a cura di ), Bilanci di salute e vaccinazioni, si conclude informando che la Fimp «si è già attivata da qualche anno con corsi formativi per rimuovere remore e timori dei Pediatri verso questa pratica di somministrare i vaccini».


Note


In tema di diritti dei bambini malati si veda la Carta dei diritti del bambino inguaribile elaborato nel 2018 dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma nella forma di un decalogo in cui appaiono diritti dei bambini e doveri di chi si prende cura di loro, medici infermieri e genitori. Un documento che vede il suo nascere dopo lo svolgersi di vicende dolorose che hanno attirato l’attenzione mediatica per le liti e controversie giudiziarie tra bambino, famiglie da un lato e ospedali dall’altro.

Recente è la pubblicazione di uno studio dedicato ai temi bioetici dell’infanzia a cui hanno lavorato un gruppo multidisciplinare di studiosi contribuendo all’analisi di diversi aspetti da quello biologico, di competenza medico-pediatrica a quello psicologico, pedagogico, bioetico, giuridico, filosofico e ginecologico dell’età evolutiva. Incentrato a considerare la tutela della vita infantile nelle sue varie fasi, il volume, Pediatria oggi, edito da Effatà, descrive le problematiche vecchie e nuove del mondo dell’infanzia che la ricerca del Centro Cattolico di Bioetica – Arcidiocesi di Torino, coordinata dal Prof. Giorgio Palestro, presidente del Centro, in collaborazione con Etica e Deontologia dell’Ordine dei medici di Torino ha rilevato.

redazione Bioetica News Torino
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