Per i bambini, cessi il fuoco della guerra ucraino-russa
25 Marzo 2022Un’intesa pacifica tra l’Ucraina e la Federazione russa non può ritardare ancora: il pensiero va soprattutto ai bambini. A quelli feriti nel loro Paese dove sono ricoverati in scantinati di emergenza, a causa delle armi di guerra, tra cui quelle più innovative, che con atrocità si sono scagliati sui loro corpi indifesi e innocenti, anche fino a deformarli, che non lasciano loro neppure la possibilità di venire curati come dovrebbero tra mancanze di farmaci e forniture sanitarie che arrivano solo con gli aiuti umanitari, e, anche per chi l’ha perso in guerra, della vicinanza di un genitore.
Approssimativamente sono più di un centinaio quelli uccisi e quasi duecento quelli feriti dalla guerra ma il loro numero è senz’altro di più, come sostiene l’Ufficio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite che considera assai più alto per le difficoltà di ricevere informazioni dalle zone più calde – nella regione di Donetsk, Kharkiv, Luhansk e Sumy – delle loro registrazioni di 2.600 vittime civili, un migliaio di uccisi e di 1600 feriti dall’inizio della guerra, il 24 febbraio.
Ci sono i bambini sfollati, 2,5 milioni, che si spostano con le loro madri alla ricerca di un riparo e di cibo e acqua e quasi di 2 milioni di rifugiati, fuggiti dall’Ucraina nei paesi vicini che li accolgono cercando di strappargli un “sorriso” dall’orrore da cui sono scappati che li ha travolti all’improvviso cambiando la loro quotidianità, le relazioni affettive, il loro apprendimento scolastico, la realtà a cui erano abituati dall’ambiente domestico alle aree circostanti.
Chi rimane è costretto fra la paura a muoversi tra le macerie sotto i continui bombardamenti. Sono una cinquantina le strutture sanitarie colpite, oltre 500 le strutture scolastiche danneggiate di cui 72 del tutto distrutte. L’acqua è limitata per 4 milioni di persone e più di 450mila sono i neonati che fra i 6 e 23 mesi necessitano di sostegno alimentare integrativo. L’Unicef richiama l’attenzione sulla protezione dei bambini invitando a cessare il fuoco. Sta prestando assistenza ai bambini nelle aree di conflitto più intenso con una cinquantina di squadre mobili mentre continua la distribuzione dell’acqua e degli articoli di igiene.
Se rassicura l’accoglienza dei profughi con bambini, fuggiti dall’Ucraina per cercare protezione e sicurezza, che ricevono nei Paesi dell’Europa secondo un accordo europeo, il Commissariato per i diritti dei bambini solleva la questione dei bambini non accompagnati o separati dai loro familiari. Non ci si può accertare quanti abbiano perduto o siano stati separati dai loro genitori, dai loro fratelli o sorelle, o altri familiari. Corrono il rischio di finire nelle trappole di persone senza scrupoli del traffico di bambini, di abusi sui minori. Al riguardo gli stati di accoglienza dovrebbero prendere misure per proteggerli, misure operative condivise a livello internazionale e regionale con un coordinamento oltre i confini per la identificazione, la registrazione e il tracciamento. Hanno bisogno, lo riferisce la stessa nota, di un pacchetto di servizi sociali integrati che comprendono i servizi sanitari, sostegno mentale e psicosociale, finanziario, nutrizione, istruzione, alloggiamento e aiuto legale. Un sistema di aiuti che dovrebbe essere condiviso con gli altri bambini in stato di rifugiati o di richiedenti asilo provenienti dall’Ucraina.
«Queste atrocità hanno demolito le fondamenta della società ucraina incluso le infrastrutture per la protezione, l’istruzione e salute dei bambini», afferma il Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dei bambini; infatti aggiunge «le conseguenze sono irreparabili, i bambini in Ucraina sono gravemente traumatizzati, l’impatto si ripercuoterà nelle generazioni future».
L’Unicef e l’Ufficio Alto Commissariato per i rifugiati UE hanno creato i Blue Dots luoghi in cui vengono forniti dei servizi informativi sicuri alle famiglie sugli spostamenti, si cerca di indentificare i bambini non accompagnati o separati.
Situazione generale al 23 marzo 2022 dall’OMS Europa nel rapporto
Sfollati e rifugiati
Sono tre milioni i rifugiati che hanno lasciato l’Ucraina. La maggior parte è riversata in Polonia con 2milioni173 mila persone, segue la Romania con 563mila persone, la Slovacchia con 260 mila, l’Ungheria con 330 mila, la Federazione russa con 271 mila e infine la Bielorussia con 5.500. Altri quattro milioni potrebbero fuggire dal Paese.
Sono rimasti pochi servizi sanitari funzionanti perché la maggior parte sono concentrati nelle aree di conflitto con strutture danneggiate o distrutte e mancano le forniture di medicinali e sanitarie nelle città del conflitto.
L’organizzazione mondiale della Sanità – per la regione Europa ha stilato una serie di priorità sanitarie:
- le ferite e i traumi correlati al conflitto. Almeno 2600 civili vittime della guerra mentre 1035 sono i morti civili secondo i dati dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Rifugiati. Non potendo accedere alla cura c’è il rischio di infezioni delle ferite e morti associati a traumi.
- salute materna e del neonato. Si stima 80 mila donne che partoriranno nei prossimi tre mesi. Le interruzioni della cura prenatale possono aumentare il rischio di complicanze di tipo ostetrico e neonatali. La capacità di gestione delle complicanze è ridotta per diversi fattori, limitata fornitura di corrente e di ossigeno, attacchi ai centri di cura compresi gli ospedali di maternità
- sicurezza alimentare e nutrizione. Sono un problema con lo sfollamento della popolazione, i danni alle infrastrutture agricole, le interruzioni dei mercati e delle catene alimentari in un paese dove l’agricoltura è fonte di sostentamento soprattutto nelle aree rurali. Più di due milioni di bambini sotto i 5 anni e mamme in gravidanza e in allattamento hanno bisogno di assistenza salvavita.
- Rischio di emergenza e diffusione delle malattie infettive. L’incidenza del Covid-19 diminuisce: tra il 17 e il 23 marzo sono riportati 27 mila nuovi casi e 384 nuove morti. Da un mese, con inizio della guerra non sono quasi più eseguiti i test per la ricerca del Covid-19, come anche le vaccinazioni. La mancanza di acqua, di igiene e bagni aumenta il rischio di malattie infettive legate all’alimentazione e all’acqua. L’arrivo della primavera e delle alte temperature possono portare allo sviluppo di casi di febbre del West Nile ed encefaliti. Una copertura vaccinale subottimale per le immunizzazioni dei bambini incluso varicella e poliomielite aumenta il rischio di ri-emergenza e trasmissione di malattie eliminabili con il vaccino. Casi di morbillo sono sviluppati nella popolazione della Romania mentre non si conoscono casi in Ucraina. C’è anche il rischio di infezioni sessualmente trasmesse per mancanza di contraccettivi e aumentato rischio di violenza sessuale.
- gestione di malattie croniche. C’è il rischio di complicanze per la vita quando vengono interrotti i trattamenti per le malattie croniche non trasmissibili come diabete , ipertensione, malattia del fegato cronica, epilessia, cancro. Hanno bisogno di essere curati anche le persone più anziane che vivono in aree più lontane e necessitano di medicinali per continuare la cura delle loro malattie croniche.
- rischio ambientale per la salute. Ci sono quattro impianti nucleari attivi in Ucraina e uno a Cernobyl disattivato. Ci sono preoccupazioni per la sicurezza nucleare delle strutture di Cernobyl e Zaporizhzhia e il rischio di salute e sicurezza dei lavoratori in queste strutture. Il rischio di un’emergenza nucleare rimane come affermato l’11 marzo dall’Alto rappresentante per il disarmo.
- salute mentale e psicosociale. Con il continuare del conflitto aumenta il rischio di aggravare o sviluppare problemi di salute mentale, ansia, disordine da stress post traumatico e depressione
- problemi di protezione: rischio di traffico umano e rischio di abuso sessuale. Bambini e donne che viaggiano non accompagnate in paesi di accoglienza dei rifugiati sono a rischio per la loro vulnerabilità.