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Parità di genere, Parlamento Ue: «Riconoscere diritti famiglie gay»

10 Giugno 2015

Dopo il referendum irlandese che ha dato il via libera ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, un altro importante passaggio verso il riconoscimento di maggiori diritti per le coppie omosessuali arriva anche dalle istituzioni europee, che già si erano espresse sul tema.

Il Parlamento europeo di Strasburgo ha approvato a larga maggioranza un rapporto sull’uguaglianza di genere in Europa in cui si parla, per la prima volta in maniera così esplicita, di ‘famiglie gay’. “Il Parlamento – si legge nel testo – prende atto dell’evolversi della definizione di famiglia”. La relazione, che non contiene elementi vincolanti per gli stati membri, è stata approvata con 341 voti favorevoli, 281 contrari e 81 astensioni.

Ancora più significativo un secondo passaggio del testo in cui il Parlamento raccomanda “che le norme in quell’ambito (compresi i risvolti in ambito lavorativo come i congedi) tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e l’omogenitorialità”.

Non si tratta del primo pronunciamento in questo senso del Parlamento di Strasburgo: a marzo l’assemblea aveva votato a larga maggioranza a favore del riconoscimento delle unioni civili e del matrimonio tra persone dello stesso sesso “considerandolo come un diritto umano”.

Le nuove aperture Ue sulle famiglie gay in realtà sono contenute in una risoluzione sulle nuove strategie sulla parità di genere in cui si invita la Ue ad adottare azioni specifiche per rafforzare i diritti delle donne disabili, migranti, appartenenti a minoranze etniche, delle donne Rom, delle donne anziane, delle madri single e le LGBTI. Tra le altre indicazioni contenute nel testo anche l’invito alla Commissione a promuovere nuove leggi che contengano misure vincolanti per proteggere le donne dalla violenza, in particolare dalle nuove forme di violenza come le cyber-molestie, il cyber-stalking e il cyber-bullismo.

Esultano le associazioni omosessuali: per Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, quelle provenienti da Strasburgo sono “notizie confortanti”. Il leader di Sel Nichi Vendola parla, su twitter, di “un altro passo in avanti in Europa sui diritti di tutte le persone”. Poi aggiunge: “In Italia invece la politica balbetta, non è riuscita neanche a dire no, finora, alle pretese della sentinella della morale Alfano e alle sue ottuse circolari” .

Di tenore completamente opposto le reazioni che giungono dal partito di Angelino Alfano. Non usa mezzi termini il senatore Giuseppe Marinello, presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama: “Poco importa – afferma Marinello – se il Parlamento europeo riconosce famiglie gay. L’Italia se ne frega altamente”. Poi annuncia: “Sarò in piazza a Roma il 20 giugno per difendere il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà e dire sì alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna: tutto il resto sono elucubrazioni mentali senza senso”. Parla di “arretramento culturale grave dell’Europa che svilisce il valore della famiglia” il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa.

fonte: la Repubblica

 

Lara RealeGiornalista ScientificaRedazione Web Arcidiocesi di Torino