La vita di Archie legata al rifiuto dell’istanza delle Nazioni Unite
01 Agosto 2022
I dottori che hanno in cura il piccolo Archie, in coma da alcuni mesi, ricoverato al Royal London Hospital in Whitechapel sono ora autorizzati, come avevano chiesto, al distacco dai sostegni vitali. I giudici della Corte di Appello hanno rigettato l’istanza del Comitato delle Nazioni Unite, una via che i genitori di Archie volevano percorrere sin dall’inizio per dare la possibilità al loro bambino di appellarsi presso l’organismo internazionale che difende i diritti delle persone con disabilità, di non abbreviargli la vita.
Per la famiglia si infrangerebbero gli articoli 10 e 12 della Convenzione delle Nazioni unite dei diritti delle persone con disabilità e l’articolo 6 della Convenzione sui diritti dei Bambini.
Su richiesta del Governo i giudici si sono dovuti riunire con urgenza ieri, sospendendo in via temporanea la loro sentenza, per valutare la richiesta del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità che chiedeva di continuare la sospensione del distacco dai sostegni vitali, incluso ventilazione meccanica e idratazione e nutrizione artificiali per il tempo in cui avrebbero preso in esame la domanda dei familiari per Archie sulla violazione dei diritti delle persone con disabilità facendo appello al protocollo opzionale alla Convenzione sui Diritti delle persone con disabilità che il governo britannico ha firmato. «Il Comitato può rivedere la necessità di mantenere la richiesta di misure ad interim una volta che siano state ricevute le osservazioni dello Stato membro», riporta la lettera, datata 29 luglio, dell’Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni unite.
Nella lettera indirizzata a Stehpen Barclay, segretario di stato per la sanità e l’assistenza sociale, datata il 30 luglio, la signora H. Dance, madre di Archie, ha fatto comprendere come la loro sofferenza di genitori sia aggravata «dall’azione di due o tre dottori anziani dell’ospedale e dalla gestione del Barts health NHS Trust», che «in tutti questi mesi non ci sono stati dati neanche pochi giorni di spazio per affrontare la tragedia familiare» e lasciato chiaramente intendere come «affrettare la sua morte per prevenirla sarebbe del tutto inaccettabile».
(aggiornamento 2 agosto 2022, ore 12.52)
Dalla Redazione