Nuovo Coronavirus: quadro epidemiologico in Cina e raccomandazioni del Ministero della Salute
22 Gennaio 2020identificata il 9 gennaio scorso come un nuovo ceppo di coronavirus, 2019-nCov. Al 22 gennaio sale a 448 la segnalazione di casi di contagio confermati all’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) e all’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), di cui 9 decessi a Wuhan. Per la maggior parte i casi segnalati provengono dalla zona dove si è sviluppato il focolaio. Al 21 gennaio, vi erano lì 295 mentre in numero esiguo sono giunte segnalazioni da altre città cinesi Guandong (14), Pechino (5) e Shangai (2) e oltre i confini, in Thailandia (2), in Giappone (1) e in Corea del Sud (1), ritenendo il contagio al di fuori dell’area epidemica dovuto a seguito di soggiorni in Wuhan o di contatti molto stretti con persone ammalate. Anche gli Stati Uniti registrano una diagnosi di infezione da 2019-nCov ad un cittadino americano arrivato a Seattle il 15 gennaio da Wuhan. Misure di precauzione con controlli sanitari sui passeggeri in arrivo da Wuhan vengono prese presso gli aeroporti di molti Paesi asiatici ed europei. Riguardano Hong Kong, Indonesia, Malasya, Myanmar, le Filippine, Singapore, Taiwan, Tailandia, Russia e Vietam secondo le informazioni del Centro europeo per le malattie, prevenzione e controllo Ecdc (17 gennaio 2020). In Italia il Ministero della Salute ha comunicato ieri che è in corso il monitoraggio rimanendo in contatto con l’Oms e l’Ecdc ed è attiva una rete di sorveglianza delle gravi infezioni respiratorie acute (Sari) e delle sindrome da distress respiratorio acuto (Ards). Inoltre che si è rafforzata la sorveglianza dei passeggeri presso l’aeroporto di Fiumicino attivando il controllo della temperatura corporea. Al riscontro positivo farà seguito ulteriori accertamenti, un eventuale isolamento e una sorveglianza per i passeggeri a rischio. In caso di sospetto sintomatico di contagio le persone verranno trasferite all’Istituto nazionale Malattie infettive L. Spallanzani di Roma. Si prevede un flusso maggiore di persone che si sposteranno in aereo per il Capodanno cinese. E questo fa crescere la probabilità di un qualche possibile caso anche in Europa nonostante sia ritenuta moderata la probabilità di introduzione del virus nell’Unione Europea secondo l’Oms e il Centro epidemiologico europeo di prevenzione e controllo Ecdc. Il numero delle persone che possono aver contratto l’infezione virale nella città di Wuhan aggiornato al 12 gennaio scorso risulterebbe ben superiore rispetto ai dati delle fonti ufficiali cinesi secondo il rapporto del MRC Center for Global Infectious Disease Analysis all’Imperial College London: la stima è di 1.723 casi (Wuhan Coranavirus. Estimating the potential total number of novel Coronavirus in Wuhan City, China, 17 january 2020). Nella giornata odierna si tiene un incontro a Ginevra del Comitato per l’Emergenza sul nuovo coronavirus convocato dal direttore Generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus per valutare se tale epidemia può essere un problema di emergenza pubblica sanitaria internazionale e per accordarsi sulle raccomandazioni di prevenzione e controllo. Si è confermata da parte delle autorità cinesi la trasmissione dell’infezione da persona a persona del nuovo coronavirus e il contagio di 15 sanitari in Wuhan. Il coronavirus appartiene alla famiglia di virus che si manifestano con un comune raffreddore fino a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (Mers) e la sindrome respiratoria acuta grave (Sars). È di tipo zoonotico, colpisce gli animali. Si è superata la barriera animale infettando l’uomo in Cina nel 2002 trasmessa dai zibetti, piccoli felini selvatici (SARS-CoV) e nel 2012 in Arabia Saudita dai dromedari (MERS-CoV). La possibilità di trasmissione tra persona e persona può manifestarsi dopo un contatto stretto e prolungato con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario. Negli anni addietro, nel 2002 la Cina si trovò ad affrontare l’emergenza della diffusione della Sars, la sindrome respiratoria severa acuta associata al coronavirus e il focolaio si ritenne allora la provincia di Guangdong. La trasmissione si estese tra persone soprattutto per inalazione. Portava febbre alta accompagnata spesso da diarrea sviluppandosi veloce fino a raggiungere più di 8mila casi in 8 mesi riportati da 33 paesi nei cinque continenti. Il 21 per cento era personale sanitario e causò la morte a più di 800 persone. L’ultima segnalazione riguarda gli Usa nel 2003 ma ci fu un altro importato dagli animali nel 2004. Il Ecdc rivela nel Rapporto epidemiologico 2016 sulla SARS che non è uscita dal 2014 alcuna segnalazione sulle infezioni dai 29 paesi dell’Unione europea e nell’Area Economica Europea (EEA). Purtroppo il nuovo ceppo, il nuovo coronavirus è una malattia nuova, individuato poche settimane fa, e le informazioni sono ancora poche al momento per comprendere di più sulle modalità di trasmissione per lo studio del trattamento e né si conosce l’origine dell’epidemia sviluppatasi a Wuhan con certezza, che potrebbe essere ancora attiva dopo le procedure sanitarie attivate a Wuhan. I sintomi dell’infezione si manifestano con febbre, tosse, difficoltà respiratorie e nei casi più gravi causano polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e la morte. Il Ministero della Salute in Italia invita a ridurre il rischio di contrarre infezioni respiratorie acute durante i viaggi verso o dalle aree di Wuhan City. Cronistoria dell’epidemia del nuovo coronavirus in Cina. Il 31 dicembre 2019 la Commissione della Sanità municipale della città cinese di Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei popolata da circa 11 milioni di abitanti, ha riportato un cluster di casi di polmonite di eziologia sconosciuta all’ufficio dell’Oms per la China, indicando un collegamento epidemiologico associato al mercato all’ingrosso del pesce “Huanan” in Wuhan che comprende anche un mercato in cui si vengono molte specie di animali vivi. Il 9 gennaio2020 il CdC cinese dà notizia dell’identificazione del nuovo virus 2019-nCoV come causa pubblicando la sequenza genomica. Il 17 gennaio 2020 si ha la conferma dai laboratori di 44 casi di persone infette (41 da Wuhan, in Cina, e 3 associate ai viaggi in Wuhan, due in Tailandia e uno in Giappone. L’origine del manifestarsi dei sintomi va dall’8 dicembre 2019 al 5 gennaio 2020 con febbre, tosse e dispnea (difficoltà della respirazione). Le radiografie all’addome mostravano i tipici aspetti di una polmonite virale estesa bilateralmente. La maggior parte dei casi sono maschi di età tra i 40 e i 69. Sette i casi in cui si è sviluppata una patologia grave e due i decessi con cronicità e condizioni molto severe. Poiché la maggior parte dei casi dal punto di vista epidemiologico sono stati associati ad uno specifico mercato alimentare “Huanan” in Wuhan, sono stati presi dalle autorità cinesi alcuni provvedimenti dall’isolamento di alcuni casi alle attività di rintracciamento dei contatti e di igienizzazione e disinfezione ambientale al mercato portando poi alla chiusura dello stesso il primo gennaio 2020. Sono stati riportati alcuni casi di persone che sono state presso un mercato del pesce diverso mentre di altri in cui non sono stati evidenziati nessun collegamento a tali aree se non per contatto con persone che mostravano sintomi respiratori. Fino ad allora nessuno dei casi riportati hanno avuto un’insorgenza della patologia per più di 14 giorni dopo la chiusura di tale mercato. In Cina 763 sono le persone identificate e monitorate che hanno avuto contatti stretti con le persone infettate; 644 hanno completato il periodo di osservazione mentre 119 lo rimangono, ma nessuno è risultato positivo al test del nuovo coronavirus. (Ecdc, Cluster of pneumonia cases caused by a novel coronavirus, Wuhan, China, 17 January 2020). Le infezioni contratte dal nuovo virus legate ai viaggi, di cui vi è segnalazione e conferma del contagio dal laboratorio, sono date due dalla Tailandia, uno un turista cinese che da Wuhan si recava a Bangkong dove è stato individuato all’aeroporto l’8 gennaio 2020 con uno screening e poi ospedalizzato, e l’altro un cinese che non era entrato in contatto con l’altra persona sopracitata e individuato il 13 gennaio e trasferito poi all’Institute Bamrasnaradu per osservazioni mediche. Il terzo caso riguarda un cittadino cinese residente in Giappone che si era recato Wuhan e i primi sintomi di febbre li ebbe mentre visitava la città dove venne poi ospedalizzato. Non si era recato al Mercato Huanan di Wuhan ma era venuto in contatto con un parente che soffriva di sintomi respiratori non specificati. Raccomandazioni. (ulteriori info su www.salute.gov) Il Ministero della salute invita ad osservare alcuni comportamenti di cautela e di prevenzione per ridurre il rischio generale di trasmissione di malattie respiratorie: – mantenere le mani igienicamente pulite usando acqua e sapone o soluzioni alcoliche; – utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti in un cestino chiuso dopo l’uso e il lavaggio delle mani; – pratiche alimentari sicure evitando carne cruda o poco cotta, frutta e verdura non lavate e bevande non imbottigliate; – evitare il contatto ravvicinato ove sia possibile con persone che manifestano sintomi di malattie respiratorie come tosse o starnuti. Riguardo al nuovo coronavirus identificato in Cina si raccomanda di: – posticipare i viaggi non necessari a Wuhan; – se ci si reca nella città occorre vaccinarsi contro l’influenza stagionale almeno due settimane prima del viaggio; – evitare possibilmente di visitare i mercati di prodotti alimentari freschi di origine animale e di animali vivi, evitare il contatto con persone che hanno sintomi respiratori. – Se si manifestano sintomi respiratori come tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie mentre si è a Wuhan rivolgersi subito ad un medico; – Se di ritorno da Wuhan si hanno sintomi respiratori nei 14 giorni dopo il rientro bisogna recarsi subito dal medico e informarlo del viaggio.
(Aggiornamento 22 gennaio 2020)
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