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Northern Ireland, avvio discussione in Assemblea sul divieto di aborto per le disabilità fetali non letali

17 Marzo 2021

La rimozione dell’aborto nel caso di disabilità fetale non letale (Severe fetal impairment abortion – Amendment – Act ) quale modifica alla legge sull’aborto in Irlanda del Nord, Act 2019, entrata in forza dal 31 marzo 2020 con la Regolations del Parlamento britannico, è una proposta passata ieri, 16 marzo, in seconda lettura dando l’avvio all’iter procedurale di discussione in Assemblea fino al consenso regio.

La legge prevede che l’accesso ai servizi di interruzione volontaria della gravidanza avvenga senza condizioni fino alla 12 settimane di gestazione, fino alla 24 settimana di gestazione motivata dal rischio di un danno per la salute mentale e fisica della donna o della ragazza nel continuare la gravidanza, senza limiti di tempo gestativo nei casi di grave danno fisico o psicologico permanente nella donna o di perdita della sua vita e infine per le anomalie fetali. In quest’ultimo caso si afferma che non vi sia limite di tempo gestativo per accedere ai servizi abortivi nei casi di compromissione grave fetale (SFI) e nelle anomale fetali letali: dove c’è un sostanziale rischio che la condizione del feto sia tale che la sua morte avvenga con probabilità prima, durante o poco dopo la nascita; oppure se il bambino fosse nato soffrirebbe da una tale condizione di compromissione mentale o fisica da essere gravemente disabile (punto 3, Ch. 2, Access to abortion services for Northern Ireland in A new legal framework for abortion services in Northern Ireland, march 2020.

Il 2 giugno 2020 l’Assemblea del Northern Ireland aveva tenuto un dibattito sulla legge dell’aborto riferito alle disabilità non fatali in cui vi era una maggioranza a favore di escludere dalla legge le disabilità non fatali.

Una proposta ben accolta dai vescovi del Nord- Irlanda e dagli attivisti dei diritti per le persone con disabilità come riporta l’agenzia cattolica CNA il 17 marzo.

I vescovi della conferenza episcopale nella lettera indirizzata all’Assemblea in anticipo al dibattito sulla mozione all’aborto, e pubblicata il 1 giugno 2020 sul loro sito, espressero contrarietà alle nuove regolamentazioni sull’aborto rese effettive dal parlamento di Westminister. E in particolare l’appello riguardava alla disabilità, come si legge nell’articolo sulla Lettera (1 giugno 2020): «Con la mozione nell’Assemblea appellandosi nello specifico ai membri della Assemblea del Northern Ireland di rigettare “l’imposizione della legge sull’aborto che si estende a tutte le disabilità non fatali”, i vescovi espressero preoccupazione sulla “estrema natura” della Regolamentazione di Westminister e li chiamarono a difendere il giusto diritto dei bambini con disabilità per una protezione e cura appropriati prima e dopo la nascita, come custodita nelle Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e sui Diritti del bambino».

Paul Givan proponente dell’emendamento – nell’agenzia Cna, il 17 marzo – ha affermato, soddisfatto dello scrutigno: «il pensiero che la sindrome di Down sia un grave problema che dovrebbe essere indirizzato verso l’aborto fa tremare … Non si deve guardare lontano per vedere vite piene che hanno quelli con disabilità; arricchiscono le nostre comunità e famiglie». Alla presentazione dello schema di legge ha fatto notare come l’aspettativa di vita delle persone con sindrome di Down è cresciuta fino all’età di 50, 60 anni.

Sono intervenute sul dibattito su fronti opposti, come si apprende dall’Irish Times, 15 marzo, la deputata primo ministra Michelle O’Neil che ha espresso “profondo disagio” sulla proposta mentre la prima ministra Aelene Foster ha paragonato l’aborto di bambini non nati con Sindrome di Down ad un’eugenetica.

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Altri articoli sulla legge dell’aborto in Irlanda

  1. Anomalie fetali letali: questioni etiche nell’aborto tardivo da un’indagine scientifica irlandese, 24 novembre 2020,  bioeticanews.it

redazione Bioetica News Torino