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Non acquistare farmaci non autorizzati in Italia alternativi ai vaccini anti-covid approvati. Il monito dell’Aifa Il caso Parvulan e il mondo criminale dei medicinali illegali su internet a danno della salute con gli strumenti per snidarli

11 Settembre 2021


È per la salute dei cittadini e pubblica che l’Aifa, agenzia che autorizza al commercio l’uso dei farmaci in Italia, si rivolge oltre che ai professionisti sanitari ai cittadini mettendoli in guardia dall’usare «ogni soluzione alternativa ai vaccini ufficiali, ovvero di ogni vaccino o medicinale che non sia stato sottoposto alle necessarie verifiche da parte delle autorità preposte, e che come tale può rappresentare un rischio per la salute in quanto privo di ogni garanzia rispetto alla reale efficacia nella prevenzione del COVID-19». Lo comunica in una nota, datata 10 settembre, nella quale fa riferimento ad un caso specifico, quello del medicinale “Parvulan“.

Il Comitato tecnico scientifico dell’Aifa ha effettuato degli approfondimenti a seguito delle numerose segnalazioni di sospette importazioni del medicinale in considerevoli quantitativi pervenute dagli uffici preposti del Ministero della Salute, Usmaf, che svolgono attività di vigilanza e verifica nei loro uffici di sanità marittima, aerea e frontaliera.

L’Aifa spiega che il Parvulan è tra i medicinali che non sono autorizzati ad essere in commercio in Italia e quindi ad essere importato. Questo medicinale viene usato in Brasile dove è legalmente registrato dall’autorità regolatoria brasiliana ANVISA. Il suo principio attivo è Corynebacterium parvum, ed viene lì usato per le seguenti indicazione terapeutiche approvate da Anvisa:
«Stimolante dell’immunità innata, coadiuvante nel trattamento di infezioni dermatologiche di origine virale, batterica, fungina e protozoaria, coadiuvante in infezioni sistemiche e locali. Ha un effetto regressivo sulle neoplasie solide. Aiuto nel trattamento dell’erisipela causata da Streptoccocus pyogenes. Coadiuvante nel trattamento dell’acne».

È emerso che tale tipo di medicinale era richiesto come dichiarato nell’importazione per il trattamento terapeutico indicato nel foglio illustrativo per la cura di pazienti affetti da Herpes Zoster, patologia per la quale in Italia vi sono autorizzati e in commercio diversi medicinali, ma con un uso diverso: «risulterebbe essere proposto fuori indicazioni (off label, quindi al di fuori dei vincoli previsti nel citato DM 11/2/97) come terapia per la prevenzione del COVID-19, in alternativa ai vaccini autorizzati» .

In data 12 luglio nella valutazione della documentazione ricevuta la Commissione tecnico scientifica dell’Aifa ha ritenuto di dare due motivazioni importanti per sconsigliare l’uso del Parvulan e di altri medicinali non autorizzati per la prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2 perché si mette a rischio la salute.

Riguardo al Parvulan il Comitato tecnico scientifico evidenzia dunque che «l’utilizzo del medicinale Parvulan nella profilassi dell’infezione da Sars-COV-2 non sia sostenuto dalle benché minime evidenze di efficacia e sicurezza. Si sottolinea, inoltre, che anche il razionale di tale utilizzo risulta largamente insufficiente, tanto è vero che la Commissione non aveva ritenuto possibile autorizzarne l’uso nemmeno nell’ambito di una sperimentazione clinica».

E anche che «Il possibile uso del farmaco in sostituzione dei vaccini autorizzati (per i quali sono invece disponibili solidi dati di efficacia e sicurezza) rappresenta pertanto un potenziale pericolo per la salute delle persone a motivo, oltre che del profilo di sicurezza quantomeno incerto, anche dell’ingiustificato senso di protezione che il trattamento potrebbe generare a dispetto della mancanza di un’efficacia documentata».

Dal Ministero della Salute e dai Carabinieri per la tutela della salute (Nas): Attenzione alle offerte di medicinali in internet. Criminalità e grave rischio per la salute

Se oggi si può acquistare facilmente su internet, comodamente da casa o ovunque ci si trovi, ciò non vuol dire che bisogna affidarsi a tutto quello che ci viene propinato ma valutare con accortezza l’attendibilità dei siti internet e dei contenuti che offrono, sia per non essere frodati sia per non alimentare un commercio illecito.

Alcuni consigli si possono leggere dal sito della Polizia di Stato on line alla quale si possono sempre rivolgere le segnalazioni in caso di dubbio.

Riguardo al settore specifico dei farmaci sulla rete on line il Reparto dei carabinieri per la tutela della salute (Nas) avverte che la vendita on line dei farmaci soggetti a obbligo di prescrizione medica è vietata mentre per quelli “senza obbligo di prescrizione” occorre «verificare sempre la presenza del previsto logo identificativo nazionale cliccando il quale si viene rimandati alla pagina web del sito internet del Ministero della Salute contenente i dati relativi all’autorizzazione».

Dall’inizio dell’anno 2021 fino a luglio si contano dall’attività di monitoraggio dei medicinali sul web 241 provvedimenti di “oscuramento” di siti di cui 209 hanno riguardato i farmaci correlati all’emergenza pandemica da Covid-19. Nell’ultima operazione dei mesi di giugno e luglio i militari del reparto operativo hanno chiuso l’accesso dall’Italia di ben 95 siti e altrettanti siti web collocati su server esteri in cui i gestori non erano individuabili. La notizia, riferita dal Ministero della Salute il 3 agosto, descriveva tra i diversi farmaci in vendita illegale, quelli relativi ad particolari restrizioni di uso e indicazioni di uso clinico e sperimentale per il trattamento dell’infezione virale da Sars-CoV-2: gli antivirali lopinavir/ritonavir, remdesivir e ribavirin, gli antimalarici clorochina e idrossiclorochina e l’antifiammatorio colchicina; infine medicinali contenenti principi non autorizzati dall’Agenzia del farmaco italiana come per l’umifenovir il cui uso non è autorizzato in tutta Europa e per il quale non vi sono evidenze scientifiche per la cura o prevenzione dal Covid-19, per il camostat mesilato e l’antivirale oseltamivir.

In Italia quali farmaci si possono acquistare on line?

Solo quelli che non richiedono la prescrizione medica, denominati SOP. Il Ministero della Salute spiega che si tratta di farmaci da banco, chiamati OTC (Over the Counter), per automedicazione e per disturbi di lieve entità, usati per breve tempo e per i quali non si richiede l’intervento di un medico. Sono contrassegnati da un bollino sulla confezione.

Sono autorizzati a vendere tali prodotti solo le farmacie e gli esercizi commerciali parafarmacie previa concessione dalla Regione o da altre autorità competenti individuate dalla legislazione delle regioni o delle province autonome. Poi l’ufficio competente del Ministero della Salute dopo gli accertamenti provvederà a registrare i venditori nell’elenco e consegnare loro il logo identificativo con il collegamento ipertestuale alla farmacia o esercizio commerciale presente nell’elenco dei venditori autorizzati nel sito web del Ministero.

Il Ministero della salute precisa che non è consentito utilizzare il logo nelle pagine di prodotti diversi dai medicinali senza obbligo di prescrizione come dispositivi medici, integratori alimentari, cosmetici etc.

E come riconoscere l’attendibilità di un sito web per la vendita di farmaci “senza obbligo di prescrizione”? I soli ad essere nell’e-commerce

Il sito web deve contenere i recapiti dell’autorità che ha rilasciato l’autorizzazione e il logo identificativo nazionale rilasciato dal Ministero della Salute ben visibile su ogni pagina del sito.

Per proteggere la propria salute acquistando farmaci on line occorre verificare, per la qualità del prodotto e per non incappare nelle maglie fraudolente di malfattori per nulla scrupolosi della salute altrui ma dei propri profitti, come spiega lo stesso Ministero della Salute:

cliccare sul logo e si sarà rinviati al sito web del Ministero della Salute dove è possibile verificare se il venditore on line è registrato nell’elenco di quelli autorizzati. In caso affermativo si può essere certi che il medicinale che si sta per acquistare proviene da una fonte legale, in quanto è autorizzata.

In caso negativo si tiene doverosamente a segnalare o denunciare ai Carabinieri per la tutela della Salute, i Nas o nuclei antisofisticazioni e Sanità, presso i diversi Comandi sul territorio con i riferimenti di contatto: https://www.salute.gov.it/portale/ministro/p4_5_6.jsp?lingua=italiano&menu=organizzazione&label=nas&id=902

redazione Bioetica News Torino