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“No” alla cannabis. Nasce il comitato per il NO in risposta al Referendum legalizzazione della cannabis

12 Gennaio 2022

Il Referendum popolare sulla legalizzazione della cannabis si è concluso il 28 ottobre 2021 con la presentazione di circa 630mila firme raccolte alla Corte di Cassazione che entro marzo emetterà un giudizio di ammissibilità o meno sul quesito referendario.

Cosa dice il referendum? Chiede l’abrogazione del decreto legge del Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, «limitatamente alle seguenti parti: articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”; articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”; articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni”».

I promotori del referendum mirano da un lato a depenalizzare la coltivazione di tutte le sostanze stupefacenti e non solo della cannabis, come da essi dichiarato nel sito del referendum e dall’altro a ridurre la pena per chi produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope, se il fatto è di lieve entità, togliendo arresto e lascia sanzioni amministrative non dando chiarezza sui riferimenti normativi.

Il 21 dicembre 2021 si è costituito il Comitato per il NO al referendum per l’abrogazione di parti significative del Testo Unico sugli stupefacenti, presieduto dal professor Angelo Vescovi, direttore scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza e dell’Istituto Mendel, e a cui si uniscono Stefano Bani, Daniela Bianchini, Giovanni Falcone, Elena Fruganti, Marco Invernizzi, Lorenza Jesurum, Domenico Menorello, Stefano Nitoglia, Daniele Onori, Massimo Polledri e Luisa Santolini.

Il Comitato nasce allo scopo, come si legge dal sito www.nodrogalegale.it, di «consolidare e promuovere solidarietà sociale, per una democrazia realmente inclusiva per il rispetto della libertà e della dignità di ogni persona, riteniamo indispensabile il mantenimento delle leggi attuali». L’ intento che dà voce al Comitato per il No al referendum sulla droga è il medesimo che ha spinto la prof.ssa Assuntina Morresi, docente all’Università di Perugia e componente nazionale per la Bioetica a costituire il Comitato per il No al referendum sull’eutanasia per abrogare parzialmente l’articolo del Codice penale n 579 che punisce l’omicidio del consenziente, sul sito https://www.noallomicidiodelconsenziente.it, di cui fanno parte Elisabetta Caponi, Emmanuele Di Leo, Carmelo Leotta, Domenico Menorello, Eugenia Roccella, Eva Sala, Angelo Salvi.

Quali sono i motivi del Comitato per il No sul referendum sulla droga?

  1. Perché viene presentato come una liberalizzazione delle cosiddette droghe leggere (definizione scientificamente inappropriata) e apre invece alla libera coltivazione di ogni tipo di droga e al libero traffico di quelle cosiddette leggere
  2. Pensiamo da una parte ai giovanissimi, esposti alla “cultura dello sballo” e a un’informazione spesso falsa e superficiali

Inoltre 3. il Comitato ritiene la necessità di porre un dibattito approfondito, che tenga conto di tutte le ragioni in campo, e permetta agli elettori di conoscere per deliberare in piena consapevolezza.

Dal sito del Comitato per il No alla droga www.nodrogalegale.it viene dato l’indirizzo email info@nodrogalegale.it a cui scrivere per avere maggiori informazioni e potervi aderire.

redazione Bioetica News Torino