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Niemann Pick, una malattia rara. La quarta giornata internazionale

19 Ottobre 2022

Niemann Pick è una malattia rara di eziologia genetica, tra le altre rare 8 mila conosciute finora, che appaiono in diverse forme, tutte accomunate da un’unica specificità, quella della difficile individuazione della malattia lasciando un profondo senso di abbandono nei piccoli e nei pazienti adulti che ne sono affetti insieme alle loro famiglie fino al suo riconoscimento diagnostico, se compare tra quelle esistenti.

Nel nostro Paese sono circa 2 milioni affetti da malattie rare, di cui 1milione 400mila sono pazienti in età pediatrica. Quando diagnosticata seppure sia un passo importante si inizia un percorso di cura che è variabile, soggetto al tempo trascorso fino al momento della diagnosi, perché se è precoce può aiutare in alcuni casi a guarire e in altri a rallentare la progressione gravemente invalidante della malattia, all’esistenza di terapie appropriate ― i farmaci sono sperimentali off label e l’esiguo numero di pazienti non ha un’influenza di decisione economica nella ricerca e nella produzione dei farmaci chiamati appunto “orfani” ― al riconoscimento della malattia nei lea e alla presa in carico assistenziale, che quando c’è non è sufficiente costringendo i familiari a lasciare il lavoro per occuparsene come caregiver.

Per questi pazienti la qualità di vita, anche con una prognosi infausta, dipende dalla terapia e dalla presa in carico presso un centro di cura specializzato. Non è facile l’individuazione della malattia, e quasi sempre è la determinazione dei genitori o familiari, anche per molti anni ― come è accaduto al signor Luigi Bonavita, padre di due figli affetti da Niemman Pick, fondatore dell’Associazione nazionale dedicata a questa malattia ― a cui si deve la conoscenza della patologia, visibile per i segni fisici, psicologici, neurologici nella persona sofferente e di chi le sta accanto ma invisibile agli occhi della scienza e della società.

«Ci sono voluti quasi 10 anni per comprendere di cosa si trattasse», ha commentato il signor Luigi Bonavita nell’incontro serale, tenutosi martedì 18 ottobre, di un corso formativo organizzato dall’Associazione medici cattolici italiani (Amci di Torino) dedicato alle malattie rare. Sono una sessantina il gruppo di malattie a cui fa riferimento la malattia di Niemann Pick, conosciute dal dottor Diego Papurello, neurologo e direttore SC di Neurologia del presidio Ciriè-Lanzo AlsTO4 e componente del comitato scientifico dell’Associazione. Ne sono affette una su 150 mila nati. Perché la malattia si manifesti, è necessario, ha spiegato il neurologo Papurello che entrambi i genitori abbiano ciascuno le due copie del gene difettose. Solitamente sono portatori sani con ciascuno una sola mutazione del gene. Due genitori eterozigoti portatori sani hanno una probabilità del 25% di far ereditare la malattia al figlio. Rare non vuol dire che debbano essere tralasciate per problemi economici in tema di ricerca e di terapie, prosegue Papurello.

Rientrano tra le malattie metaboliche, esistono tre tipi, A e B sono causate da un errore ereditario della funzione di strutture proteiche nella sede lisosomiale all’interno di una cellula. Il malfunzionamento di un enzima impedisce alle cellule di metabolizzare un particolare tipo di lipide, la sfingomielina, che viene ad accumularsi nel tempo aggravando la situazione a carico di organi quali fegato, milza, cervello e midollo osseo. Si manifestano nei primi anni di vita: il tipo A, la forma più grave, presenta disturbi neurologici ed è caratterizzata da un esordio precoce in epoca neonatale con esito infausto, tendenzialmente non supera il terzo anno di età; il tipo B ha una natura non neuropatica e un andamento cronico che interessa fegato, milza, funzione polmonare ed ha un’insorgenza più tardiva con un decorso più lento. Come si legge dal loro sito (www.niemannpick.org), il trattamento è dei sintomi, in corso vi è un trial clinico di fase 2/3 per valutare l’efficacia della terapia genica con la sostituzione di un enzima ricombinante.

L’approvazione da parte dell’Unione europea del farmaco a base di olipudasi alfa per la terapia specifica di tipo A e B per le manifestazioni non neurologiche contro il deficit di sfingomielinasi acida (Asm) nei pazienti adulti e in età pediatrica è accolta con favore in Italia sia dai pazienti che dai medici Italia per rallentarne il progressivo avanzamento.

A luglio gli organizzatori e partner della Conferenza europea sulle malattie rare e farmaci Orfani 2022 hanno firmato un appello rivolto alla presidente della Commissione europea Kyriakides per i 30 milioni di persone che vivono con una malattia rara in cui sottolineavano tra i diversi punti l’importanza di uno “Spazio Europeo” dei Dati sanitari alla luce di principi etici della salute digitale e uno specifico codice di identificazione, la necessità di revisionare un regolamento su farmaci orfani e pediatrici per rispondere meglio ai bisogni non soddisfatti della comunità delle malattie rare.

Il tipo C invece ha un’insorgenza che varia per età dalla fase perinatale alla fase adolescenziale ― adulta, il difetto sta nelle proteine abilitate a trasportare il colesterolo nelle cellule. Viene trattato finora con un solo farmaco il Miglustat per rallentare il progredire della malattia.

Il tipo A e B possono essere diagnosticati mediante l’analisi ematologica sul dosaggio della sfingomielinasi mentre il tipo C mediante la misura di diversi marcatori a cui seguono successive analisi genetiche.

L’Associazione italiana Niemannpick, che oggi abbraccia una sessantina di soci, nasce nel 2005 dopo un lungo percorso di ricerca delle famiglie che vivessero la stessa loro condizione con cui condividerne problematiche e momenti di gioia nello stare insieme per trovarvi possibili soluzioni sollecitando la ricerca terapica e l’individuazione della patologia, stringendo relazioni con le istituzioni sanitarie ― nell’intento di poter fare tutto ciò che è possibile per rendere una vita migliore ai loro figli o familiari.

L’Associazione ha legami nazionali e internazionali, attenta osservatrice e interlocutrice dei bisogni dei pazienti e delle loro famiglie. Informa sulle malattie, sulle questioni legali dalle agevolazioni fiscali ai servizi sociali e alla tutela legislativa, attraverso corsi formativi ed eventi di sensibilizzazione rivolti anche ai medici stessi per comprenderne i sintomi per arrivare ad una diagnosi non tardiva, sul progetto pilota nella cura domiciliare mediante l’invio di un’equipe selezionata di operatori specializzati da fisioterapisti, operatori socio sanitari, psicologi, educatori, logopedisti, infermieri.

I centri specialistici sono una decina diffusi nelle regioni d’Italia:

  • in Piemonte (Centro di Coordinamento della rete interregionale per le malattie rare del Piemonte e della Valle d’Aosta)
  • in Friuli Venezia Giulia (centro di coordinamento delle rete malattie rare presso Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine)
  • Liguria (ospedale Gaslini di Genova)
  • Lombardia (Istituto nazionale neurologico Besta di Milano, Centro Fondazione Mariani per le malattie metaboliche e rare AO San Gerardo), Veneto (Laboratorio malattie metaboliche ereditarie e ambulatorio malattie metaboliche ereditarie nel paziente adulto presso AOU di Padova)
  • Marche (centro unifico regionale malattie rare, SOD clinica pediatrica ad indirizzo genetico-metabolico e gastro-nefrologico e SODS coordinamento interdipartimentale Malattie rare)
  • Toscana (Ospedale pediatrico Meyer e policlinico Le Scotte Siena)
  • Lazio (Ospedale pediatrico Gesù di Roma e policlinico Umberto I)
  • Campania (Università degli Studi di Napoli Federico II)
  • Sicilia (AOU – Policlinico di Catania e centro di riferimento regione Sicilia Malattie rare del Metabolismo di Palermo).

redazione Bioetica News Torino