Meter, Rapporto 2021 L’ascolto delle vittime degli abusi sessuali
15 Aprile 2022Il nuovo Rapporto è atteso ogni anno tra l’amarezza nel conoscere ancora nuovi dati di una rinnovata barbarie perpetrata sui bambini, violandone la loro innocenza, la sacralità del loro essere a immagine e somiglianza di Dio, ferendoli nel corpo e nella mente, e la fiducia riposta negli organi istituzionali preposti assieme all’associazione Meter con il cui instancabile fondatore don Fortunato Di Noto è impegnato in Italia e all’estero da un ventennio nel contrastare con denunce, segnalazioni e monitoraggio la rete criminale della pedofilia e pornografia e nello stare accanto alle piccole vittime mediante ascolto, protezione e riscatto con percorsi di guarigione.
C’è la necessità di «una politica internazionale, visto che si tratta di un dramma mondiale, [che] dovrebbe legiferare in maniera decisa sull’argomento e mettere le polizie nelle condizioni di poter operare senza intoppi legislativi e burocratici che rallentano lo sviluppo delle indagini» denuncia il Rapporto.
Per aiutare chi è vittima e per contribuire a prevenire questa “carneficina” di innocenti, bisogna dare ascolto al grido dei bambini abusati. «La battaglia contro la pedofilia deve essere rovente, infuocata, potente e pregna di un arguto coraggio ed è per questo che, la presenza dell’Associazione Meter è stata tanto importante quanto necessaria»: è l’urlo di una giovane diciottenne a distanza di sei anni dall’abuso che ringrazia l’associazione e chiede un impegno comune; è la testimonianza che il sacerdote di Avola don Fortunato mette in primo piano nella sua introduzione al Rapporto, osservando che «le ferite se non sanate possono compromettere lo sviluppo psico-fisico del minore ed incidere in maniera decisiva e permanente sulla formazione della propria identità» e che per prevenire l’insorgenza di tali fragilità è importante il ruolo educativo autorevole genitoriale.
Nell’incontro in Città del Vaticano nel corso dell’Udienza papale di maggio 2021 dell’associazione, papa Francesco ha affermato che «l’abuso sui minori è una sorta di “omicidio psicologico” e in tanti casi una cancellazione dell’infanzia. Perciò la protezione dei bambini contro lo sfruttamento sessuale è un dovere di tutti gli Stati, chiamati a individuare sia i trafficanti sia gli abusatori» e in quella occasione spronò don Fortunato Di Noto e la sua associazione a continuare «senza tentennamenti la vostra opera, ponendo particolare attenzione all’aspetto educativo, per formare nella gente una coscienza salda e sradicare la cultura dell’abuso e dello sfruttamento».
Per il contrasto al fenomeno cosa chiede “Meter”?
Un’osservazione è che la tecnologia è purtroppo al servizio anche dei criminali. Un esempio è il servizio di condivisione di dati, o file sharing, con cui si può scaricare e condividere in modo gratuito in poco tempo il materiale in anonimato. Nel 2021 l’Osservatorio mondiale contro la pedofilia di Meter ha segnalato 637 cartelle compresse Rar che consente di scambiare una notevole mole di immagini, dietro alle quali vi sono, come dice don Di Noto, bambini in carne e ossa. Questo sul fronte della rete pubblica, su quella sommersa, che non emerge perché non indicizzata dai motori di ricerca, come il dark web (web oscuro) in cui vi è il proliferare di un mercato commerciale attraverso domini come .onion, software dedicati come Tor di dominio pubblico usato per proteggere l’identità su internet, per scambi di materiale in totale anonimato.
Vi è il problema delle leggi sulla privacy. Dinanzi ad una rete digitale con un sommerso di illiceità di abusi infinitamente sconosciuti e proliferanti rispetto a quelli denunciati ― questi ultimi da Meter nel solo 2021 hanno riguardato 1.029.170 video, 3.479.052 foto e 14 mila collegamenti di siti internet ― non si comprende perché «i colossi del web si appellano alla tutela della privacy dei loro utenti, principio sacrosanto per tutti ma deplorevole ostacolo alle indagini delle polizie del mondo che si trovano a combattere una lotta impari, senza le giuste armi di contrasto, poiché codici della privacy, anche europei, impediscono alle autorità di utilizzare strumenti che ledano la riservatezza di chi naviga su Internet».
Mancano direttive legislative internazionali, un’azione comune delle forze di polizia contro la pedopornografia on line e molti Paesi, fa osservare ancora Meter non dispongono di una legislazione che si occupa di questo settore specifico o di reati informatici legati a questo fenomeno.
In breve, Meter insiste che gli amministratori di siti e delle piattaforme di file sharing (condivisione dei dati) nel vigilare sul materiale circolante con il loro nome usino il loro potere concessogli di farlo rimuovere e quando la legge del loro paese lo permette, possono altresì fornire alle autorità competenti gli indirizzi IP di chi ha caricato e/o scaricato il materiale in questione. Il problema è che ora i server provider possono fornire i dati alle autorità competenti su “base volontaria”.
Se si vuole davvero fermare questa violenza e incriminare i colpevoli ci deve essere una normativa che imponga la collaborazione da parte dei server provider nel fornire dati per poter individuare i pedocriminali. Oggi purtroppo accade che dalle segnalazioni loro inviate non si abbia l’avvio delle indagini e il giusto esito della condanna. Infatti lamenta l’associazione che alle segnalazioni spesso segue solo l’oblio, «prova ne è che a distanza di anni si ritrova lo stesso materiale, magari collocato in altre lande del web».
L’Europa è il crogiolo dei drammi di abusi sui minori.
A cosa devono fare attenzione i genitori?
Se l’uso della tecnologia non va demonizzata occorre che i minori, soprattutto i più piccoli siano affiancati dai genitori che «li guidino nel loro percorso all’interno della rete e che imparino a parlare il loro linguaggio, per comprendere meglio i loro interessi e il loro mondo».
Le chat risultano i luoghi di rischio di molestie e adescamento in quanto la differenza di età tra il minore e il pedofilo adulto viene camuffata e i primi approcci per contatti di incontro fisici. Al pedofilo si associa tendenzialmente una figura isolata invece si tratta spesso di organizzazioni criminali che diventano anche produttori di materiale illecito. Il pedofilo è una persona comune, insospettabile che è di solito molto vicina al bambino che individua soprattutto chi è solo, nell’ambito familiare che riguarda non solo genitori, nonni, ma anche parenti, amici che frequentano l’ambiente domestico e anche attraverso quelle mura tra i “tanti amici” delle chat.
C’è anche in rete, scopriamo dal Report, una lobby ben strutturata che cerca di convincere nel ritenere “normale” il comportamento di un pedofilo, un orientamento sessuale come un altro.
Quale è l’età più richiesta (per difendersi) e quali sono i tipi di abusi più diffusi?
C’è una morbosità verso la fascia da 0 ai 2 anni: da un paio di anni si è sviluppato il fenomeno dell’infantofilia. Su questa fascia di età nel 2021 sono stati monitorati 1.559 collegamenti internet e 3 mila foto. Crescono in modo vorticoso gli abusi da parte di aguzzini sulla fascia di età tra gli 8 e i 12 anni: dal monitoraggio sono emersi 6.300 collegamenti internet e 2milioni e 900mila foto nel 2021; le foto erano 800 mila nel 2020.
Tra i perpetratori dell’abuso compare anche la figura femminile, si parla di pedomama, che può essere una donna, una madre nei confronti di un minore o di un figlio, che contraddice la tradizionale immagine materna protettiva e che è un fenomeno purtroppo in crescita.
Si è osservato anche che gli adolescenti, in particolar modo di sesso maschile, diventano abusanti nei confronti dei loro coetanei. Il Rapporto pone al riguardo alcune domande a cui si devono cercare le cause: è lecito domandarsi quale è la motivazione che spinge i giovani ad abusare di minori? Anch’essi vittime di violenze e di abusi sessuali? Quali sono le condizioni familiari e ambientali che generano tale violenza?
Una nota dolente oltre che per l’obbrobrio è per il numero in crescita che vede minori abusati da animali, in particolare cani. Dalle indagini Meter mostra un altro fenomeno aberrante che consiste spesso di foto e video autoprodotti in ambito familiare in cui le vittime, spesso neonati, sono abusati tramite animali e associate a pratiche sadiche, sottoposte a sevizie e violenze indicibili finalizzate alla produzione di filmati.
I giochi on line che vengono fruiti dai ragazzi nelle ore serali possono rappresentare un rischio per l’adescamento in rete: tra i partecipanti vi può essere colui che sfrutta la situazione, manipolandolo mentre cercando di aiutarlo per avere un contatto telefonico privato.