Memoria per le Vittime del Covid
18 Marzo 2022Una ferita che un minuscolo virus pericoloso, la cui eziologia è ancora sconosciuta e la cui conoscenza scientifica è cresciuta nel tempo, ha inferto in modo indelebile nella memoria personale e comunitaria.
Oggi un minuto di silenzio viene dedicato ai 157 mila che hanno purtroppo perso la vita. Un familiare o un’intera famiglia non ce l’hanno fatta. Agli inizi ad essere i più colpiti erano gli anziani ricoverati nelle rsa e nelle case di ricovero. Si sono attrezzati ospedali covid con numerosi letti di terapia intensiva e subintensiva per far fronte al crescente numero delle persone contagiate in difficoltà dinanzi a quella che si è presto rivelata una crisi pandemica e di emergenza sanitaria.
Non solo i tanti isolamenti e le misure restrittive hanno scompaginato la vita delle persone che hanno dovuto sottostare a comportamenti nuovi che inibiscono le relazioni sociali, su cui poggia l’identità umana, ma l’impossibilità di poter essere vicini alle persone care sofferenti, a dare loro una carezza, un conforto familiare e spirituale e di accompagnarle nei momenti più difficili della morte ed una sepoltura nel rispetto dei riti tradizionali, per molti è stata sospesa per lungo tempo o spostata in altri comuni perché non c’era più posto. Erano una settantina le bare che da Bergamo nella sera del 18 marzo 2020 su veicoli militari incolonnati attraversavano la città per lasciarla per altre destinazioni lontane dove potessero essere accolte.
Alcune persone non hanno neppure potuto ricevere una benedizione da un sacerdote ma molti erano tra medici ed operatori sanitari che li assistevano al termine della vita con una carezza, facendo il segno della croce sulla fronte.
La variante Delta è stata quella più temuta per la sua gravità, la variante omicron per la sua rapidità di contagio. La vaccinazione contro il Covid-19, la cui campagna vaccinale ha avuto inizio a gennaio 2021, ha contribuito ad ammalarsi in modo non severo riducendo i casi di ospedalizzazione, di terapia intensiva e di morte.
Alla fine di questo mese terminerà lo stato di emergenza pandemico, come ha affermato il Governo nell’annuncio dei nuovi provvedimenti in tema Covid-19, iniziato due anni fa quando l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato, era il 30 gennaio 2020, pandemia l’epidemia di Covid-19.
In questa seconda giornata di ricorrenza annuale, 18 marzo 2020, istituita dal Parlamento, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare quanti non ci sono più e ringraziare «l’apporto di quanti hanno contribuito alla salvaguardia della salute collettiva, al funzionamento dei servizi essenziali» elencando le diverse categorie di persone verso cui l’Italia è grata: «scienziati e ricercatori, medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari e forze dell’ordine, volontari, hanno costituito un caposaldo su cui abbiamo potuto contare» nonché citando la preziosità del patrimonio «dello spirito di sacrificio, della consapevolezza di sentirsi gli uni degli altri che la stragrande maggioranza dei cittadini ha dimostrato di possedere».
Ė vivo e «doveroso il ricordo, la solidarietà e vicinanza alle famiglie ma anche grazie agli operatori sanitari e ai medici che in un periodo lungo più di 24 mese, con oltre 13 milioni di positivi, si sono spesi veramente tanto per garantire e salvaguardare la salute di tutti» e al «servizio sanitario nazionale che rende tutte le persone uguali davanti alla salute» ha commentato Filippo Anelli, presidente Fnomceo.
Oltre ai morti assistiti in due anni la presidente Barbara Mangiagalli della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) ricorda anche «i numerosissimi colleghi hanno dato la vita per aiutarli e quelli. ancor più numerosi, contagiati, ormai oltre 210 mila da inizio pandemia, che non sempre ce l’abbiamo fatta».
L’Ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri (Enpam) ha indetto un bando per borse di studio e assegni di mantenimento per i familiari dei medici e odontoiatri che sono deceduti a causa del Covid-19. La convenzione tra Banca d’Italia ed Enpam ha una durata di 5 anni e si rivolge ai figli superstiti in età scolare o universitaria fino ai 26 anni così distribuite: 500 euro per la scuola primaria, 700 per la scuola secondaria inferiore, 1000 per la scuola secondaria superiore e 1500 per l’Università o equiparate. Sono cumulabili con sussidi analoghi della Fondazione o da altri enti.
Si prevede l’assegno di mantenimento per figli inabili o se si riscontrano difficoltà di tipo sociale ed economica dei superstiti, della cifra di 2500 all’anno per ciascun figlio superstite inabile e 2500 per il coniuge o per ciascun figlio superstite in dichiarato disagio economico o di bisogno (Isee del nucleo familiare inferiore ai 25 mila euro).
Per un indennizzo alle famiglie dei medici deceduti non convenzionati Inail, ossia non dipendenti dal Servizio sanitario nazionale, che risultano più della metà dei medici deceduti, e il personale sanitario è stato approvato dal Consiglio dei ministri a febbraio un fondo di 15 milioni. «Mentre infatti i medici dipendenti hanno copertura Inail questo non vale per i liberi professionisti e per i medici convenzionati, che costituiscono oltre la meta dei medici scomparsi. Nessun risarcimento da parte dello Stato è andato a queste famiglie» aveva allora spiegato Filippo Anelli in una nota soddisfatto di vedere «sanare una grave ingiustizia che vedeva abbandonate a se stesse oltre 250 famiglie, che al dolore per la perdita aggiungevano la tribolazione economica».
Per tutto il tempo di Quaresima i presidenti delle conferenze episcopali europee celebrano una santa messa per invocare la pace e pregare per le persone morte di Covid-19 e quanti soffrono a causa di questa malattia. Oggi è stata la volta dell’Italia con monsignor Stefano Russo, segretario della conferenza episcopale italiana, che ha celebrato messa in Roma: «Abbiamo pregato con la colletta “donaci di essere intimamente purificati dall’impegno penitenziale della Quaresima, per giungere alla Pasqua intimamente trasformati’. Occorre chiedere a Dio il dono di essere purificati dall’interno, nelle parti più profonde della nostra vita, se vogliamo davvero fare un cammino. Mi vado convincendo sempre più che il cammino insieme parta proprio da questa purificazione intima di ciascuno, prima ancora che da qualche capacità organizzativa. Si tratta di avere una nuova postura per provare a metterci in cammino».
(aggiornamento 19 marzo 2021 ore 11.14)