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75 Gennaio 2021
Speciale Bioetica dell'Infanzia

L’infanzia: nuovi problemi e una sfida per il nostro futuro I disturbi neuropsichiatrici dell'infanzia sono in aumento. Alcune delle cause emergenti da un'analisi del mondo della scuola

Introduzione

a cura di Enrico Larghero
Responsabile scientifico del Master universitario in Bioetica – Facoltà Teologica di Torino

La scuola ha subìto negli ultimi  decenni profonde trasformazioni. Parallelamente sono mutate le istituzioni, la famiglia, la società in toto e, inevitabilmente, anche l’educazione ha subìto una rivoluzione copernicana. Un tempo il docente era autoritario ed autorevole, coeso all’ambito genitoriale, ma negli anni tale contesto è radicalmente mutato. Si è progressivamente assistito ad una disgregazione delle figure di riferimento, il corpo insegnante si è frammentato e disperso in una costellazione di competenze, tra ideologia, politica e burocrazia, perdendo gradualmente forma e forza. A ciò si sono aggiunte le tecnologie digitali che influenzano e formattano la comprensione del mondo e la nostra relazione con esso. Da tali presupposti è emersa una nuova pedagogia, un nuovo modo di insegnare e di apprendere, non sempre in grado di favorire una crescita culturale e morale dei giovani. Le ricadute sono sotto gli occhi di tutti, ma ciononostante la sfida deve essere colta e rilanciata con veemenza cercando di cogliere una luce di speranza. L’educazione è un pilastro che forma la persona e su cui si regge la società: per tali ragioni non possiamo più permetterci di ignorarla.

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Per chi ha contatti con il mondo dell’infanzia non è passato inosservato l’incremento delle richieste di diagnosi e intervento per disturbi neuropsichiatrici dell’età evolutiva.

 Le domande che seguono sono sempre le stesse: «Come mai? Possibile che ci siano tutti questi casi?». La perplessità è dovuta anche dalla convinzione di molti che i bimbi oggi siano più “svegli “ e “capaci” di quelli delle generazioni precedenti. Considerando che il cervello umano è un sistema che non ha subito recenti mutazioni, è evidente che si scambiano le risposte ai nuovi stimoli offerti a questa generazione per un aumento dell’intelligenza, ma non è così.

Partendo dal presupposto che effettivamente i minori con disabilità conseguente a disturbi neuropsichiatrici, certificati per la scuola, sono aumentati del 40% negli ultimi 10 anni, sarebbe da stolti non vedere e non cercare di capire il problema. Inoltre gli studi finora condotti sono concordi nel ritenere che in nessun’altra fase della vita il ruolo dell’ambiente è così determinante come nel corso dello sviluppo, quindi è nostra responsabilità individuare le cause di queste fragilità e porvi rimedio.

Aumentano i disturbi neuropsichiatrici in età evolutiva: «Come mai?»

Alla domanda «come mai?» si risponde tenendo presente che i fattori sono diversi.

Innanzitutto la scuola e tutti noi siamo più attenti ai segnali precoci, questo è senza dubbio un dato positivo che sottintende una migliore preparazione e una maggiore attenzione all’infanzia, è anche aumentata la sopravvivenza di minori con disturbi neuropsichiatrici, la scienza medica ha raggiunto livelli impensabili anche solo pochi decenni fa. Purtroppo i fattori positivi si fermano qui. Infatti sono state rilevate nuove modalità con le quali si manifesta il disturbo psichico: attraverso la dipendenza da Internet, l’isolamento in casa, l’aggregazione in bande … È aumentato il numero e si è abbassata l’età di coloro che manifestano comportamenti dirompenti sovente dovuti all’uso di stupefacenti. Sono più numerose le condizioni che possono rappresentare fattori di rischio per la salute mentale, come la presenza di gravi problemi di salute fisica o disturbo psichiatrico in un genitore, in un fratello o in un familiare significativo, o una storia di migrazione, di guerra o di altre condizioni di vita altamente traumatiche, tra cui l’abuso e il maltrattamento. La stessa adozione può rappresentare una condizione di rischio e fragilità.

Altri campanelli d’allarme arrivano dal mondo accademico, oltre quaranta esperti hanno firmato un dossier dal titolo Un futuro per i bambini del mondo? (A Who-Unicef-Lancet Commission 2020). Lanciando il monito che «le esigenze dei bambini devono essere messe in cima all’agenda di sviluppo di ogni Governo per evitare che le generazioni successive si ritrovino a vivere su un Pianeta danneggiato irrimediabilmente». Sono infatti giunti alla conclusione che l’attuale stile di vita impedisce ai nostri figli di crescere in un mondo a misura di bambino, i pericoli principali sono l’inquinamento, il cambiamento climatico, l’obesità, il marketing fuori controllo che si rivolge sempre più sovente ai più giovani proponendo cibo spazzatura, fumo e alcool, i social network, in grado di veicolare contenuti molto difficili da controllare e che sono anch’essi la causa dell’aumento di consumo di alcool e di obesità infantile.

Purtroppo un altro dato da non sottovalutare è che il suicidio è la seconda principale causa di morte tra i giovani nei paesi ad alto reddito e gli esperti hanno individuato che tra gli interventi chiave per ridurre i suicidi, vi è quello di attuare programmi tra i giovani e giovanissimi per sviluppare abilità di vita che consentano di far fronte agli stress della vita. Non possiamo infatti dimenticare che l’assenza di esperienze di vita infantili positive è molto stressante per un bambino, come viene sottolineato da Christina Bethell a seguito di uno studio condotto dalla John Hopkins University di Baltimora (JAMA Pediatrics 2019):

Senza un sostegno amorevole, gli ormoni dello stress dei bambini possono rimanere alti e ciò influisce su come si sviluppa il cervello in modi che rendono loro più difficile percepire sicurezza, rilassatezza e diventare aperti, curiosi e imparare ad avere relazione positive con gli altri

e prima ancora con sé stessi.

Conclusione

Di buon auspicio e di grande valore quindi il documento varato dalla nostra Conferenza Stato Regioni il 20 febbraio 2020 che pone le basi per la tutela della salute e del benessere degli italiani di domani. Infatti nella premessa del documento si legge che nei primi «mille giorni, dal concepimento ai primi due anni di vita, si costruisce il futuro di bambine e bambini che saranno adulti sani e capaci di affrontare al meglio gli eventuali problemi sociali, emotivi o fisici che verranno».

Si è quindi alla ricerca di linee guida per tutti coloro che si occupano dei minori, in primis i genitori, in modo che tutti utilizzino gli strumenti che scienza ed esperienza ci offrono affinché il benessere dei più piccoli e il loro futuro siano l’unico e vero obiettivo verso il quale tendere.

© Bioetica News Torino, Gennaio 2021 - Riproduzione Vietata