L’impegno con i poveri nel messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale
15 Giugno 2022La colletta raccolta per i bisognosi durante la celebrazione eucaristica e il gesto concreto di prossimità verso i fratelli più poveri sono segni di solidarietà che racchiudono i valori di giustizia, libertà, responsabilità, compassione, consapevolezza della finitudine umana e accoglienza. Sono due atteggiamenti di amore per l’altro nell’insegnamento di Gesù trasmessoci nel Vangelo e per Gesù che dalla sua povertà per noi ci rende “ricchi” come invita l’apostolo Paolo ai primi cristiani di Corinto, a cui Papa Francesco ci richiama facendoci partecipi nel suo messaggio per la Giornata mondiale dei Poveri, che si celebrerà quest’anno il 13 novembre, chiedendoci di interrogarci, a livello personale e di comunità, se la povertà di Gesù Cristo è la nostra fedele compagna di vita.
Il tema del Messaggio attinge alla lettera di San Paolo ai Corinzi (2 Cor 8,9), «Gesù Cristo si è fatto povero per voi», povertà che consente mediante l’opera della sua grazia redentrice, alle comunità e a ciascuno di impegnarsi per il suo immenso amore per noi nell’agire concreto – non mero assistenzialismo – di quanti soffrono per una situazione difficile in cui si trovano, accompagnato dalla fede e dalla speranza in una vita eterna, rivolto ad un’uguaglianza.
L’attenzione viene riposta nella guerra in generale, dove persone più deboli e indifese sono quelle che pagano il tributo più alto, dove le persone ne soffrono per l’«insensatezza» che genera povertà, distruzione e morte e in particolare a quella in Europa abbattutasi sull’Ucraina perché “una superpotenza” – quella russa – vuole negarle il principio di autodeterminazione dei popoli.
Papa Francesco mostra come all’assenza dell’amore, che porta in sè il dono della realizzazione del bene vicendevole degli uni per gli altri, si innesta odio e violenza, sfruttamento e ingiustizia portatrici di miseria. «Ė la miseria che, mentre costringe nella condizione di indigenza estrema, intacca anche la dimensione spirituale, che, anche se spesso è trascurata, non per questo non esiste o non conta».
Il suo pensiero è alla guerra in cui troviamo bambini e bambine deportati sradicandoli dal loro paese e dalle loro identità, profughi che cercano rifugio nei Paesi confinanti, persone rimaste nella terra dei conflitti costrette a convivere e sopravvivere con la paura e la mancanza dei beni di prima necessità, dall’acqua al cibo ai farmaci alle cure.
Andando incontro alle persone povere, alle buone azioni per il bene comune si può, come ci riporta Papa Francesco nell’omelia di San Giovanni Crisostomo sulla lettera di San Paolo citata, ottenere quelle “ricchezze” che consentono di conoscere la pietà, di purificarci dai peccati, di fare giustizia e di santificare le nostre vite nella straordinarietà del quotidiano.
Autorità garante per il mondo dell’infanzia: a rischio i diritti della Convenzione di New York
Nella recente presentazione al Parlamento della Relazione annuale sui lavori svolti Carla Garlatti Garante per l’infanzia e l’adolescenza ha suggerito un’ulteriore tutela per l’infanzia, dinanzi alle crisi internazionali che stiamo vivendo sul piano economico, sociale, ambientale e anche bellico, da aggiungere nella Convenzione di New York del 1989, il diritto dei minori alla speranza e al futuro per le nuove generazioni.
Il flusso migratorio non si arresterà per i conflitti e per la fame. I minori stranieri non accompagnati in Italia sono passati da 7.080 nel 2020 a 11.159 nel 2021. Il numero più corposo proviene ora dall’Ucraina, circa 5000, metà tra i 7 e gli 11 anni, un paese tra i 59 in cui i conflitti sono in corso, fa notare l’Aiga, che ha superato i primi posti, rispettivamente, del Bangladesh (2700) e Tunisia (1600) seguiti da Egitto, Albania, Pakistan e Costa d’Avorio . Altre realtà rappresentative sono la guineana, la somala e l’afghana. La Sicilia mostra ancora di accoglierne il maggior numero, seguita da Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Puglia ed Emilia-Romagna.
Le migrazioni cresceranno con il peggiorare delle situazioni di carenze alimentari nelle aree più povere dell’Africa e dell’Asia.
Accoglienza di ucraini in fuga dalla guerra
In poco più di un mese di guerra in Ucraina causata dall’invasione della Russia, si sono riversati, dai dati di Eurostat riferiti a marzo 2022, nei paesi membri della UE migliaia di profughi ucraini accolti con una protezione temporanea. La Polonia è il paese che ne ha accolto il maggior numero, 675 085, seguita dalla repubblica ceca con 244.650 e dalla Slovacchia con 58.750 profughi dall’Ucraina. In Polonia circa la metà sono minori, di età inferiore ai 18 anni, attorno alle 361mila bambini.
In Italia, dai dati del dipartimento del Ministero dell’Interno, sono arrivate al 14 giugno 133.000 circa ucraini diretti maggiormente tra le diverse città, Milano, Roma, Napoli e Bologna. I minori sono 42mila, le donne 70mila e gli uomini 20mila.
(Aggiornamento 15 giugno 2022, ore 17.43)