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90 Luglio - Agosto 2022
Speciale Disabilità e bioetica Tra vecchie e nuove fragilità

Liberalizzazione della cannabis? Riflessioni con l'avv. Cardaci e con lo psichiatra dr. Consoli

Introduzione

Un dibattito vecchio, mai sopito, è quello sugli stupefacenti: liberalizzazione o penalizzazione, in un’ottica di  prospettive diverse che coinvolgono i concetti di libertà personale, salute pubblica e criminalità.   

Rigettato il referendum popolare da parte della Corte Costituzionale per l’incoerenza nel testo perché estendeva la depenalizzazione non solo alla coltivazione domestica minimale della cannabis (canapa indiana) ma ad ogni coltivazione delle piante per estrarre sostanze stupefacenti dette pesanti (papavero sonnifero e foglie di coca),  c’è un clima teso alla Camera e tra l’opinione pubblica. Si attendono gli esiti che porterà la discussione parlamentare in Assemblea sul testo unificato delle due proposte di legge (2307-2965-A) di Magi e Licatini, riguardo a coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati. 

In 8 articoli il testo prevede la modifica al drp del 309/1990 che norma le sostanze stupefacenti e psicotrope  per la parte sulla cannabis a partire dalla liceità di coltivazione e detenzione ad uso personale fino a 4 piante femmine di cannabis consentite e  riduzione delle pene per i fatti di lieve entità.  

Per comprenderne le conseguenze sociali qualora venisse legalizzata la coltivazione domestica ci rivolgiamo a due esperti, un avvocato Maurizio Cardaci e un medico psichiatra Augusto Consoli, già direttore Dipartimento Dipendenze AslTo5. 

INTERVISTA.

MAURIZIO CARDACI 2
Intervistato Maurizio Cardaci

Avvocato

D. Avv. Maurizio Cardaci, il dibattito sulla legalizzazione presenta nette chiare divergenze. Quale è il suo parere del ddl  in discussione? Come interpreta le diverse opinioni diffuse sui media?

R. Da giurista non posso che partire dai fatti, perché sono i fatti che informano la norma giuridica, non viceversa; ed i fatti dicono che la cannabis, nelle sue diverse forme – olio, piuttosto che foglie essiccate – quando ha un alto contenuto di tetraidrocannabinolo, ha poteri droganti; non per niente il testo unico sulle sostanze stupefacenti e psicotrope la include nella II tabella, allegata. La Corte di Cassazione, con una recente sentenza ha stabilito che la coltivazione domestica di poche piantine di cannabis non costituisce reato, stante l’inidoneità di questo numero esiguo di piantine ed il non possesso dei mezzi da parte di chi la coltiva, di ricavare un’apprezzabile quantità di cannabis drogante. Non so se i fautori della liberalizzazione siano in possesso di dati scientifici che contraddicano la tesi sino ad ora seguita dal nostro Legislatore.

I media più diffusi danno voce al c.d. “main stream”, al pensiero unico, senza tanti approfondimenti, ed assecondano le tante minoranze che, a forza di urlare, ottengono trattamenti a loro favorevoli.

D. Allenta o alimenta i traffici e i profitti illeciti internazionali delle organizzazioni criminali?

R. Non è vero che la liberalizzazione della cannabis contrasterà il traffico delle droghe, perché la cannabis è una sostanza “povera” nel senso che ha poco ricarico, cioè poco guadagno, per chi ne traffica, mentre le droghe pesanti, come l’eroina e la cocaina, consentono guadagni altissimi ed il loro traffico non sarà minimamente scalfito dalla liberalizzazione, anzi i pusher rimasti disoccupati cercheranno di inserirsi nel più lauto mercato di altre droghe.

D. Ė giusto insegnare una condotta di comportamento di svago ricreativo ai giovani su un uso che apre a dipendenza da droghe? Non è una priorità salvare vite umane negli incidenti stradali?

R. Introdurre in una legge che liberalizza la cannabis l’insegnamento di una condotta di svago ricreativo è l’ammissione che la cannabis è nociva ed è per questo che si vuole insegnare a farne uso giudizioso. La priorità è salvare la vita sempre ed in ogni caso.

D. Quali cambiamenti comporterebbe secondo lei  qualora il  testo “divenisse” attuativo?

R. Come ho già detto, i grandi trafficanti di droghe non verrebbero interessati, anzi con ogni probabilità vedrebbero nel medio periodo aumentare la domanda di droghe pesanti. I molti pusher che affollano la città si orienterebbero su altre sostanze: certo non abbandonerebbero la loro attività per dedicarsi ad opere sociali. Infine, consacrare formalmente la liberalizzazione della cannabis comporterà per la magistratura lo sgravio di tanti processi.

INTERVISTA.

Augusto Consoli©A. Consoli
Intervistato Augusto Consoli

Psichiatra. Già direttore del Dipartimento Dipendenze AlsTo5. Esperto presso il Dipartimento per le Politiche Antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri

D. Dr. Augusto Consoli, la letteratura scientifica ha evidenziato il rischio di danni cerebrali nell’iniziazione precoce dell’uso tra gli adolescenti e documentato gli effetti potenziali avversi  durante la gravidanza sul feto e sul bambino. Dalla sua pluriennale esperienza di psichiatra nella cura delle dipendenze, quale esperto del Dipartimento per le Politiche Antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri quale è il suo parere sul testo?

R. Le problematiche collegate al consumo di sostanze stupefacenti sono molteplici e risultano connesse sia agli effetti diretti sullo stato di coscienza della persona sia a effetti e problematiche associate di natura biologica oltre che, naturalmente, di carattere  sociale.

Sono stati studiati gli effetti delle molteplici sostanze su diverse tipologie di assuntori ma per comprenderne in modo articolato gli effetti bisogna considerare che essi gli effetti sono collegati a vari fattori come il tipo di sostanza, la quantità e la frequenza con cui la sostanza viene assunta, l’età e il genere della persona, il suo stato di salute ed altro.

Sul piano dell’informazione sociale e sanitaria vi è, in realtà, un’ampia massa di comunicazioni che segnalano gli effetti negativi che le sostanze possono determinare quando usate, anche saltuariamente, in situazioni in cui è necessario avere la massima vigilanza, come la guida o altre attività in cui è necessario avere un pieno controllo di sé, oppure se usate in modo prolungato, intensivo o abituale. Si tratta quindi di decidere se continuare a perseguire penalmente il comportamento di utilizzo che ad esempio, nel dato sopra citato, riguarderebbe circa 1/3 della popolazione giovanile italiana, o se intraprendere, o proseguire, una via di dissuasione sviluppata su un piano educativo orientata all’attenzione verso la  salute personale. D’altra parte, non si può non considerare che almeno altri due prodotti altamente nocivi godano di quasi totale liberalizzazione, eccetto che per il limite di età: le bevande alcoliche e il tabacco, e ci si chiede come mai la normativa attuale determini questa sperequazione tra le suddette sostanze e la cannabis.

D. C’è il rischio di passare poi all’uso di droghe pesanti e alla conseguenza degli effetti sull’uso di più sostanze

R. Sui passaggi dall’uso di cannabis all’uso di altre sostanze ipoteticamente più nocive, la cosiddetta teoria del gate way, ci sono parecchi studi che evidenziano l’inconsistenza di questa ipotesi. D’altra parte, pensare che ci siano ‘droghe leggere’ e ‘droghe pesanti‘ è un errore farmacologico, tossicologico e fenomenologico. Le sostanze psicotrope in base alla loro quantità e qualità possono avere effetti di lieve entità o di grande impatto indipendentemente dalla loro denominazione e quindi va consigliata per tutte le sostanze legali e illegali, e per quelle indebitamente chiamate ‘leggere’ o ‘pesanti’, una costante vigilanza, se possibile la non assunzione o eventualmente la moderazione nel consumo.

D. Dr  Consoli, che cosa può insegnarci, per una riflessione, l’esperienza delle politiche di legalizzazione della cannabis negli altri paesi? 

R. Le esperienze messe in atto in alcuni paesi europei e in alcune realtà d’oltreoceano possono forse servire a comprendere quali modalità potrebbero essere seguite nella eventuale messa in atto di un processo di legalizzazione nel nostro Paese.

In realtà le esperienze nord europee hanno un storia più antica e una caratteristica prevalentemente di commercializzazione al dettaglio, mentre ad esempio in Spagna si sono sviluppati dei circoli di consumatori con l’obiettivo di creare un clima di socializzazione, con la possibilità di avere anche indicazioni su un uso moderato, nei quali è possibile per persone maggiorenni consumare cannabis legalmente. Ancora diverso è quello che è avvenuto in alcuni Stati del Nord America dove la legalizzazione ha avuto il carattere di una vera e propria improvvisa liberalizzazione del consumo, con una fortissima spinta della produzione verso un’ampia e diffusa commercializzazione. Soprattutto in quest’ultimo caso in particolare si è assistito inizialmente ad un aumento dell’accesso ai dipartimenti di emergenza per intossicazioni acute da THC e a un forte flusso di vendita di contrabbando verso i minori, ai quali è vietato l’acquisto e il consumo.

Creare delle simulazioni sugli effetti di una norma specifica nel nostro contesto non è facile ma la mia opinione è che proseguire con una politica repressiva che risulta sia inefficace che dispendiosa, e spesso esageratamente punitiva, non faciliti lo sviluppo di un percorso educativo, di responsabilità e di rispetto della salute individuale e collettiva che dovrebbe essere il pilastro delle politiche orientate al benessere e alla salute della popolazione.

Non dimentichiamo che il consumo di alcol nei paesi mediterranei, e in particolare in Italia, è tra i più bassi d’Europa e questo è frutto non tanto di norme e divieti, molto presenti in nord Europa dove invece paradossalmente si beve e ci si intossica molto di più con l’alcol, ma della cultura della moderazione e dell’attenzione alla salute di ciascuno.

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La materia è complessa, le opinioni diverse e talora contrapposte; tuttavia è nostro dovere morale accogliere la pluralità delle opinioni in un confronto serio, intellettualmente onesto, funzionale alla ricerca della verità e del bene comune.

Note

Pubblichiamo l’intervista  uscita anche  su La Voce e il Tempo di domenica 24 luglio 2022

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90 Luglio - Agosto 2022 Speciale Disabilità e bioetica Tra vecchie e nuove fragilità
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