Nella dinamica del creato possiamo facilmente sperimentare l’esistenza di una condizione evidente, incontestabile e permanente che è alla base di tutti i fenomeni vitali degli esseri viventi: “l’esistenza dell’intelligenza”. I minerali, i vegetali e gli animali, a eccezione dell’uomo, non ne hanno consapevolezza. Esiste cioè nel creato un ordine intelligibile, che solo l’intelligenza umana, a immagine e somiglianza dell’intelligenza divina, pur con fatica e gradualmente, può scoprire e tradurre in leggi scientifiche.
Tutto ciò che accade nel cosmo è espressione di una intelligenza che non appartiene agli esistenti, i quali, a parte l’uomo, non ne hanno percezione; una intelligenza che sta dunque fuori di loro, cioè un ordine intellegibile e che guida la fenomenologia che sta alla base della creazione.
Ma l’esistenza di questo ordine intelligibile, come appare intuitivo, e peraltro anche scientificamente dimostrato, non ha radici spontanee, ma presuppone l’esistenza di una “mente” che ne stia alla base e che lo generi. Come afferma Lucrezio nel De Rerum Natura: “Ex nihilo nihil fit”.
La Natura, il cui concetto si estende all’insieme del creato, di per sé, non è intrinsecamente intelligente; tuttavia in essa è inscritta un’intelligenza diffusa e intelligibile, la quale, peraltro, non essendosi creata spontaneamente, non può che essere il riflesso di una intelligenza trascendente che ne sta all’origine.
Fede e ragione nella filosofia tomistica
Già in San Tommaso, alcune delle prove da lui addotte circa l’esistenza di Dio, pur essendo radicate nella filosofia e nella teologia, possono essere tradotte in ambito scientifico, in particolare le due prime cause: la Via ex Motu; e la Via ex Causa.
Secondo la prima via, se tutte le cose sono in movimento perché mosse da qualcos’altro, è necessario giungere ad un primo motore immobile che non sia mosso da nient’altro, altrimenti neppure gli altri muoverebbero. Questo primo motore è identificato con Dio.
La seconda via è la prova causale: ogni cosa è causata da un’altra cosa, ma in quest’ordine non si può risalire all’ infinito, altrimenti non ci sarebbe una causa prima e di conseguenza non ci sarebbero neanche tutte le altre cause. C’è bisogno quindi di una causa efficiente prima, che è Dio.
Tommaso fu un filosofo aristotelico e cristiano, cercò di conciliare la filosofia di Aristotele con il cristianesimo. Il filo conduttore della filosofia tomistica è il rapporto tra fede e ragione, ovvero il rapporto tra filosofia e teologia. Per quanto concerne il rapporto tra fede e ragione, secondo Tommaso esse non possono contraddirsi tra di loro perché esiste una sola verità e fonte di questa verità è Dio, e siccome Egli è infinitamente buono e perfetto non può ingannarci con due verità, di conseguenza ragione e fede non possono contraddirsi tra di loro perché condurranno entrambe alla stessa verità. Tuttavia la differenza è che la ragione può arrivare alla verità fino a un certo punto, ma da quel punto in poi subentra la fede.
La vita biologica e il fascino della sua conoscenza
Ma la ragione umana, pur con i suoi limiti, è anch’essa inserita nell’ordine intelligibile che è alla base del cosmo, come appare con schiacciante evidenza in tutti i complessi fenomeni della natura. Basti pensare alla complessità della vita biologica, i cui fenomeni caratterizzanti sono, e forse saranno per sempre, incompresi dal genere umano, perché ne superano di gran lunga la comprensibilità: la complessità del cervello, i complessi, e ancora in gran parte ignoti, meccanismi immunologici, l’energia che fa funzionare gli organi, gli apparati, i sistemi.
Pensiamo ai comportamenti degli esseri viventi inferiori e più piccoli, come ad esempio i virus, i quali, pur non dotati di vita autonoma, sono tuttavia capaci, anche se in modo inconsapevole, non soltanto di crescere in modo esponenziale e di parassitare la vita animale, ma anche di adattare i loro sistemi genetici per sottrarsi ai tentativi umani di eliminazione. Si tratta di fenomeni che sono anch’essi guidati dall’ordine intelligibile. Per non parlare dell’ordine intelligibile che coordina i fenomeni astrali con i loro perfetti ingranaggi! L’elenco potrebbe estendersi in modo pressoché illimitato.
L’esistenza divina scientificamente dimostrabile nell’ordine intellegibile
Inoltre questo ordine intelligibile è la condizione che serve a finalizzare tutti i fenomeni esistenti in natura verso scopi precisi e che nel mondo animale si sono sviluppati attraverso processi filogeneticamente evolutivi, come appunto abbiamo già constatato in ambito biologico. Ed è proprio la finalizzazione dei processi evolutivi verso determinati scopi che permette di constatare l’esistenza costante di un ordine intelligibile che permea il cosmo, facendone da guida e di cui la natura risulta l’elemento di verifica più facile per gli esseri umani, i quali in essa sono inseriti.
Inoltre, quando i fenomeni, anziché evolvere finalizzandosi, escono dallo stato di equilibrio ordinato, il sistema cade nell’entropia, cioè nel disordine e così si eliminano. L’orientamento sostanziale dei fenomeni biologici è costantemente orientato verso il controllo “del sé“. A questo principio sono finalizzati, ad esempio, i fenomeni immunologici, le azioni degli ormoni, i fenomeni mentali, la coscienza… (gli esempi sarebbero infiniti!).
È dunque misterioso il fatto che, nonostante l’evidenza della percezione dell’esistenza di un intrinseco ordine intelligibile nel cosmo sia alla portata di tutti e, proprio per la sua costante ed evidente esposizione, sia anche facile da comprendere, esso sia eluso da molti individui. Appare dunque impossibile ignorare questo ordine intelligibile, che è la condizione intrinseca della vita di tutto il creato.
Pertanto, non riflettere su questa realtà che rappresenta la sostanza della vita del nostro cosmo, e quindi della nostra natura, non può che essere espressione di superficialità di giudizio e indifferenza o, peggio ancora, del volontario uso di filtri ideologici. Ed è altrettanto impossibile non riflettere sul fatto che immaginare una sua origine spontanea è scientificamente un assurdo.
Ne consegue che diventa razionalmente obbligatorio fare riferimento all’esistenza di una “Intelligenza” generatrice superiore. E questa condizione costituisce la prova che l’esistenza di Dio è dimostrabile scientificamente. La “fede” stessa ne diventa dunque la condizione trascendente consequenziale, pur essendo la sua entità, così come l’amore verso Dio, condizioni che sono sempre sotto il controllo operativo della volontà divina.
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