Le secrezioni oculari possono essere fonte di contagio: dal gruppo di ricerca dello Spallanzani
24 Aprile 2020Nel decalogo sulle misure di protezione personale dal contagio infettivo di Sars-Cov-2 disposto dall’Organizzazione Mondiale della Salute e dal Ministero della Salute italiano vi è tra i diversi accorgimenti preventivi di trasmissione il lavaggio e la disinfezione spesso delle mani accuratamente con acqua e sapone per almeno 60 secondi o con un disinfettante a base di alcool concentrato di almeno 70%, e di evitare di toccarsi bocca e occhi.

Ci si può infettare non solo mediante gli occhi ma, secondo una ricerca condotta dal noto Istituto nazionale di Malattie Infettive di Roma e pubblicata di recente sulla rivista Annals of Internal Medicine (17 aprile 2020) anche questi possono essere anche «una potenziale fonte di contagio», come spiega la virologa Concetta Castilletti responsabile dell’Unità Operativa Virus Emergenti presso il medesimo Istituto.
Un virus misterioso e pericoloso su cui i ricercatori vengono a conoscenza per gradi per lo più dall’esperienza clinica. Questa scoperta recente è importante perché ha mostrato che la negatività al tampone nasale nei pazienti positivi non è sufficiente, «occorrono ulteriori studi per verificare fino a quando il virus continua ad essere attivo e potenzialmente infettivo nelle lacrime». Anche perché è un piccolo contributo alla conoscenza dei meccanismi di contagio e a trasmettere una maggiore consapevolezza di sicurezza per gli operatori sanitari.
La scoperta parte da una paziente 65enne positiva al virus (il primo caso confermato in Italia). Arrivata in Italia il 23 gennaio scorso, proveniente da Wuhan in Cina, e ricoverata il 29 gennaio allo Spallanzani, le è stato prelevato un tampone oculare. Ella presentava tosse secca, infiammazione acuta delle mucose nasali e una congiuntivite bilaterale i cui sintomi si sono aggravati al 4 giorno con la comparsa di febbre, nausea e vomito. Al terzo giorno di ammissione in ospedale a seguito della persistente congiuntivite fu raccolto un tampone oculare e individuato il RNA virale. Il gruppo di ricercatori Covid-19 sono riusciti ad isolare il virus dimostrando che oltre nell’apparato respiratorio è in grado di replicarsi nelle congiuntive. (si veda Tavola I, Viral Load in Ocular and Nasal Swabs from the First SARS-CoV-2 Infection Detected in Italy, fonte: Colavita F, Lapa D. et al., Sars-Cov-2 Isolation From Ocular Secretions of a Patient With Covid-19 in Italy With Prolonged Viral RNA Detection, «Annals of Internal Medicine», 17 april 2020: doi: https://doi.org/10.7326/M20-1176.
Con responso negativo al tampone nasale alla terza settimana dal ricovero ella risultava «ancora debolmente positiva a quello oculare, e così anche a 27 giorni dal ricovero». Questo perché, come viene spiegato, «l’analisi molecolare rileva soltanto la presenza del RNA virale nel campione, e soltanto l’isolamento del virus in una coltura cellulare può evidenziare il suo effetto citopatico». Ulteriori studi di approfondimento in tale campo sono necessari.
Alla via primaria di trasmissione del virus da essere umano ad un altro mediante goccioline del respiro delle persone infette si fanno strada anche altre modalità su cui vi sono studi in corso come l’indagine su diversi liquidi corporei (Whan W., Xu Y, Gao R et al, Detection of SARS-CoV-2 in different types of clinical specimens, «Yama» 2020; Mar 11 doi:10.1001/jama.2020.3786). La potenzialità infettiva è sconosciuta sebbene SARS-coV RNA sia stata trovata in alcune occasioni nei campioni oculari durante la prima fase della malattia (Li, JO, Lam DS, Chen Y, Ting DS, Novel coronavirus disease 2019 (Covid 19): The importance of recognising possibile early ocular manifestation and using protective eyewear, «Ophthalmol», 2020; 104:297-8, doi:10.1136/bjophthalmol-2020-315994). Attualmente i dati sulle informazioni oculari con pazienti con Covid-19 sono pochi. La congiuntivite è una tra i possibili sintomi in cui si manifesta la patologia della Sindrome respiratoria acuta grave, così come si presentava nelle altre infezioni dovute ad altri coronavirus umani. Queste sono le premesse alla ricerca del gruppo dello Spallanzani, composto da un centinaio di ricercatori su Sars-Cov-2 Isolation from Ocular Secretions of a Patient With Covid-19 in Italy With Prolonged Viral RNA Detection pubblicato nella rivista sopracitata.
Una ricerca con la quale evidenzia l’importanza delle misure di prevenzione dal contagio come evitare di toccare naso, bocca e occhi e lavarsi frequentemente le mani e dei dispositivi di protezione per gli oftalmologi durante gli esami clinici perché la mucosa oculare può essere anche fonte di contagio.
Per approfondire puoi leggere l’articolo: Colavita F, Lapa D. et al., Sars-Cov-2 Isolation From Ocular Secretions of a Patient With Covid-19 in Italy With Prolonged Viral RNA Detection, «Annals of Internal Medicine», 17 april 2020: doi: https://doi.org/10.7326/M20-1176