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Le linee guida ministeriali per la riapertura delle scuole a settembre Chiarimenti di tipo sanitario con illustrazioni di situazioni ipotetiche in contesto scolastico

22 Agosto 2020

La ripresa delle attività scolastiche in settembre, prevista, per la maggior parte delle Regioni, fra un paio di settimane, il 14 settembre, si svolge con una complessa gestione organizzativa tra mascherine, distanziamento fisico, igienizzazione dei locali quotidiana, classi che hanno risolto le criticità e altre che sono alla ricerca di accoglienza presso altri edifici in spazi adeguati alle normative anti-contagio. Le preoccupazioni sono tante tra gli operatori e i dirigenti scolastici da un lato e tra i genitori e gli studenti dall’altro. Incombe sempre il rischio di un ritorno dell’ondata epidemica, c’è la paura della diffusione del virus tramite i bambini, che possono essere asintomatici, nelle famiglie, e insorgono sempre più dubbi su cosa fare e come organizzarsi in caso di sospetto o di sintomi, per gli operatori con quali dispositivi protettivi porsi agli studenti o ai bambini dell’asilo, per i genitori sulla rassicurazione del rispetto delle normative o ancora su come sarà la mensa etc.

Dà alcuni chiarimenti sanitari su come procedere in caso di contagio o sospetto a scuola il documento con linee guida operative per la gestione di casi e focolai di Sars CoV-2 nelle scuole e nei servizi dell’infanzia pubblicato ieri, stilato dall’Istituto Superiore della Sanità insieme al Ministero della Salute e dell’Istruzione, all’Inail, alla Fondazione Bruno Kessler e alle Regioni Emilia Romagna e Veneto (per conoscere il documento si legga https://www.istruzione.it/rientriamoascuola/allegati/Rapporto%20ISS%20COVID%2058_Scuole_21_8_2020.pdf).

Tra le strategie per una identificazione veloce dei casi sospetti si richiede alle famiglie di misurare ogni giorno ai loro figli la temperatura corporea prima di uscire da casa per la scuola e al personale scolastico la misurazione in caso di malore nonché una collaborazione dei genitori con il medico curante per la valutazione clinica e la prescrizione del tampone nasofaringeo.

Tra le raccomandazioni alle scuole viene richiesta:

  • l’identificazione dei referenti scolastici per il Covid-19 che devono avere una formazione adeguata e dei referenti per il settore scolastico presso il Dipartimento di Prevenzione delle Asl territoriali.
  • la tenuta di un registro dei contatti tra alunni e personale di classi diverse per segnalare le supplenze, gli spostamenti di studenti fra le classi.
  • ai genitori di inviare in modo tempestivo la comunicazione delle assenze per motivi sanitari per poter rilevare eventuali focolai.
  • sia alle famiglie che agli operatori scolastici di dare avviso al dirigente e referente scolastico per Covid-19 se un alunno o uno del personale risultasse contatto stretto di un caso confermato Covid-19.
  • il rispetto della privacy per la quale non va diffuso all’interno della scuola l’elenco dei contatti stretti.
  • di rimanere presso il proprio domicilio contattando il medico di famiglia o il pediatra se la temperatura corporea è superiore ai 37,5° o in presenza di sintomi. Tra quelli più comuni di Covid-19 nei bambini sono febbre, tosse, cefalea, nausea, vomito, mialgie, rinorrea-congestione nasale; negli altri febbre, brividi, tosse, difficoltà respiratorie, perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione o perdita del gusto (ageusia o disgeusia), farinodinia, diarrea.
  • la programmazione delle procedure da attivare nei casi di manifestazione dei sintomi in classe separando l’alunno o il personale dagli altri, fare assistenza e preparare il rientro a casa il prima possibile.
  • la sanificazione del luogo dell’isolamento e di quelli frequentati dalla persona sintomatica.
  • la preparazione alla didattica digitale in caso di sospensione delle attività o per contenere il contagio.
  • la preparazione delle modalità con cui un insegnante sottoposto a quarantena possa ancora svolgere l’attività a distanza.
  • una sorveglianza attiva per gli alunni con fragilità.

Per la scuola dell’infanzia in cui ai bambini da 0 ai 6 anni non viene richiesto né di indossare la mascherina né il distanziamento interpersonale, preferibilmente una didattica in piccoli gruppi, sarà pubblicato in seguito un documento su tale contesto.

Nel testo vi sono risposte ad alcune ipotetiche ma probabili situazioni che possono accadere per le quali bisogna limitare o individuare con tempestività casi e focolai.
Cosa fare se si ha più di 37,5° C di temperatura corporea o un sintomo simile al Covid-19 a casa o a scuola da parte di un alunno o un operatore scolastico? In caso di numerose assenze in una classe cosa deve fare un referente scolastico? E se un alunno risulta essere un contatto stretto asintomatico di un caso di cui non si conosce la catena di trasmissione è necessario oppure no fare il tampone? Se vi è un positivo al SarsCoV-2 quali misure intraprenderà la scuola e in quali casi si valuterà per la quarantena e la chiusura in parte o dell’intera scuola?

Un esempio di gestione di una situazione

A scuola un alunno presenta un aumento della temperatura corporea, oltre i 37,5°C, o un sintomo simile al Covid-19:

    • Va avvisato il referente scolastico per Covid-19 da parte dell’operatore che a scuola è venuto a conoscenza di un alunno sintomatico
    • i genitori o tutore legale vanno avvisati subito da parte del referente scolastico per COVID-19 o altro personale
    • l’alunno va ospitato in una stanza dedicata o in un’area di isolamento e misurata la temperatura senza essere toccato da una persona del personale scolastico individuato
    • la presenza di un adulto accanto al minore con mascherina chirurgica, distanziamento interpersonale fino all’affidamento al genitore o tutore.
    • scolastico individuato, mediante l’uso di termometri che non prevedono il contatto. L’adulto però non deve avere fattori di rischio che possono compromettere la sua salute con il Covid-19. Anche il minore, dai 6 anni in su, deve portare tale tipo di mascherina a meno che non abbia un’intolleranza. Altrimenti deve seguire le raccomandazioni respiratorie: tossire e starnutire direttamente su un fazzoletto di carta o nella piega del gomito, riporlo se possibile dentro un sacchetto che va chiuso
    • I genitori o tutori legali dovranno avere indosso tale tipo di mascherina mentre lo portano a casa
    • Mentre la scuola disinfetterà la stanza all’uscita dell’alunno i genitori dovranno contattare il Pediatra o il Medico di famiglia per una valutazione clinica – triage telefonico. In caso di sospetto Covid-19 viene richiesto il test diagnostico e data notizia presso il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl che si occuperà di effettuarlo
    • Lo stesso Dipartimento attiverà le procedure: se il test è positivo, viene data notifica, avviata la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria presso la scuola. Il rientro a scuola avverrà con la guarigione clinica – assenza di sintomi – superando negativamente due tamponi a distanza di 24 ore uno dall’altro; in caso contrario si prolunga l’isolamento. Il referente scolastico COVID-19 fornirà al Dipartimento di prevenzione l’elenco dei contatti stretti – compagni di classe e degli insegnanti del caso confermato nelle 48 ore prima che i sintomi insorgessero, che saranno posti in quarantena per 14 gg e scelti gli screening per il personale e gli alunni; se il test è negativo, il pediatra o il medico curante possono far ripetere il test naso-oro faringeo dopo 2-3 giorni durante i quali il paziente sospetto deve rimanere a casa fino alla conferma di negatività data dal secondo test; se il tampone risulterà negativo e vi sarà diagnosi di una patologia diversa da Covid-19 il paziente rimane a casa fino a che non sarà guarito seguendo i consigli dei medici pediatra o di famiglia che lo abiliteranno al rientro con un’attestazione specifica
(Aggiornamento 24 agosto 2020, ore 24. 26)

Redazione Bioetica News Torino