«Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità le Cure palliative consistono in una serie di interventi terapeutici e assistenziali finalizzati alla cura attiva e totale di malati la cui malattia di base non risponde più a trattamenti specifici. Fondamentale è il controllo del dolore e degli altri sintomi e, in generale, dei problemi psicologici, sociali e spirituali dei malati stessi. L’obiettivo delle Cure Palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita possibile per i malati e per le loro famiglie.
Nel marzo del 2010 il Parlamento Italiano ha approvato all’unanimità la legge 38 «Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore». Il nostro Paese è così diventato il primo in Europa a dotarsi di una normativa specifica per il trattamento della sofferenza inutile, garantendo ai cittadini l’accesso alle cure palliative e regolamentandone l’erogazione.
Le Regioni hanno il compito di applicare la legge nazionale e il Piemonte è stato tra i primi a recepirla con l’istituzione della Rete regionale di Cure Palliative e della rete di Terapia Antalgica.
Le cure palliative sono tradizionalmente nate e si sono sviluppate in campo oncologico e ormai sono consolidate nell’affrontare i temi di cura e assistenza nel “fine vita” dei pazienti affetti da neoplasie. La Legge 38, tuttavia, non menziona mai, volutamente, la parola cancro, intendendo così estendere specificatamente l’applicazione delle stesse cure palliative a ogni malattia cronico-degenerativa per la quale le terapie volte alla guarigione o alla stabilizzazione delle stesse non sia più praticabile.
Si tratta dunque di una piccola rivoluzione che, giustamente, amplia il campo di azione e le metodologie proprie della medicina dei sintomi, già ampiamente collaudata in ambito oncologico, a tutte le situazioni e per tutti i malati alla fine della vita. Questa rivoluzione si accompagna a quella che è stata definita la rivoluzione copernicana della Medicina degli ultimi anni che vede il paziente, e non più la malattia, al centro delle attenzioni e delle cure quale affermazione, tra l’altro, del principio di dignità della persona cui fare riferimento nelle variegate posizioni presenti nel dibattito culturale sviluppato intorno ai trattamenti sanitari e alle nuove pratiche consentite dall’evoluzione della medicina e della biologia in ordine all’evento morte degli esseri umani.
Si impone, dunque, un parziale cambiamento dell’organizzazione sanitaria ridefinendo strategie e metodologie operative per essere, come ci insegna Ivan Cavicchi, “sostenibili culturalmente” prima che economicamente.
Proprio per questi motivi i professionisti medici e infermieri dei distretti di Ivrea e Cuorgnè dell’ASLTO4 si sono impegnati in un ambizioso progetto di identificazione e pianificazione assistenziale per pazienti alla fine della vita affetti da malattie internistiche, geriatriche e neurologiche. Ispirati al criterio pragmatico espresso da T. Roosvelt «[…] fate quel che potete, con ciò che avete, dove vi trovate […]» palliativisti, internisti, geriatri, neurologi, medici di medicina generale, infermieri ospedalieri e del territorio, concordemente perseguono il farsi carico del paziente e della famiglia nella sua globalità, tenendo conto del contesto ambientale in cui questi vive, utilizzando le specifiche competenze di ciascuno in un armonico piano assistenziale che parte dall’identificazione dello stadio di malattia per arrivare all’analisi dei bisogni e alle possibili risposte assistenziali nel setting di cura e assistenza più adatto (ospedale, domicilio, RSA, Hospice), perseguendo i migliori processi clinici, organizzativi e gestionali, ottimizzando le risorse umane ed economiche disponibili.
Consapevoli che i problemi di fine vita hanno origine all’inizio della malattia la sfida consiste nel costruire percorsi di cura coerenti con la malattia stessa, erogando così un’assistenza integrata e specialistica fatta di motivazione, impegno attivo, modelli organizzativi e capacità di analizzare i problemi nel loro contesto.
Il convegno che si è svolto a Colleretto Giacosa in data 8 giugno 2013 rappresenta un piccolo traguardo ma soprattutto è un grande inizio perché grazie all’interesse e alla collaborazione dei professionisti degli altri distretti dell’ASLTO4 si potranno estendere e omologare le modalità assistenziali di questo significativo ambito.
© Bioetica News Torino, Novembre 2013 - Riproduzione Vietata