Sostieni Bioetica News Torino con una donazione. Sostieni
97 Lug-Ago 2023
Bioetica News Torino Estate 2023

L’arte che cura

Abstract

Noi siamo l’arte che abbiamo incontrato, afferma Tiziano Terzani. L’arte, quella che viene dall’anima, ci cura.
Nell’esperienza di vita e di malattia l’incontro con l’arte può curarci, dare un senso, orientarci non solo come individui, ma anche come comunità? L’arte può promuovere il benessere individuale e dilatarlo nel bene comune?
A queste domande rispondono le esperienze d’arte realizzate nei luoghi di cura da Truly Design, una crew di artisti dai molteplici linguaggi visuali che è entrata negli Ospedali dei bambini, dal Dipartimento educazione del castello di Rivoli, con i progetti all’Ospedale S. Anna, e dall’Accademia Albertina di Torino nel Covid Hospital realizzato alle OGR in piena pandemia.

«L’arte, quella vera, quella che viene dall’anima,
è così importante nella nostra vita.
L’arte ci consola, ci solleva, l’arte ci orienta.
L’arte ci cura»
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, 2004

Dipingere d’arte le pareti all’interno di un ospedale, far entrare le opere d’arte nei luoghi di cura è una scelta di benessere e di vita. Curare con l’arte è un beneficio salutare per l’animo ed il corpo, che ha valenza educativa e sociale. Nelle parole di Tiziano Terzani, mentre guarda alla vita e ai percorsi di cammino, di amore e di ricerca di senso, affiora l’importanza dell’arte che ci orienta. Noi siamo impastati, riflette, di tutte le esperienze, di tutte le arti che hanno animato il nostro spirito, colmandolo di emozioni. Noi siamo anche l’arte che abbiamo incontrato1.

In Italia hanno preso avvio da tempo progetti legati all’arte e alla cura che coinvolgono servizi sanitari e ospedalieri ed enti museali. Il Castello di Rivoli con il suo Dipartimento di Educazione, l’Accademia Albertina di Belle arti di Torino e l’Accademia di Brera sono solo alcune delle istituzioni artistiche che insieme a Fondazioni, come la Fondazione Forma Onlus, Medicina a Misura di Donna e la Fondazione Magnetto, hanno stimolato ed attuato questa esperienza nel segno del dialogo tra gli spazi dedicati alla cura e la bellezza delle opere.

Le sensazioni positive che si percepiscono entrando in contatto con l’arte, in ambienti dove il bello artistico è presente, si ripercuotono sulle persone, hanno influenze positive. L’arte diventa curativa. La ricerca della bellezza e l’incontro con essa negli spazi della malattia colorano di speranza, accompagnano a generare la qualità della vita.

Fiabe, viaggi spaziali e giardini alle pareti

L’arte cura. Anche negli Ospedali dei bambini? Qual è la dimensione adatta per il benessere dei piccoli pazienti? Come garantire sogno e realtà, spazio interiore ed esperienza di relazione? L’arte di Truly Design2 è progressivamente entrata all’interno dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, nei corridoi, nelle camere, nei reparti, negli spazi freddi e paurosi delle tac, delle risonanze magnetiche ed endoscopie. Porta il potere della fantasia e della bellezza, diventa viaggio e cammino, orienta e solleva. Natura, fiaba, colori, a misura di un mondo bambino, con l’arte hanno fatto ingresso nell’ambiente ospedaliero e, abitandolo, curano. La risonanza magnetica diventa navicella spaziale con «MRI Starship»3, la paura è trasformata dal gioco in tappa di esperienza in una narrazione di formazione. Perché noi siamo anche l’arte che abbiamo incontrato.

All’Ospedale di Rivoli è stato recentemente realizzato un Progetto di arte e benessere con il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, in collaborazione con l’ASL TO3, la Fondazione Mario e Anna Magnetto ed il coinvolgimento delle scuole del territorio. Il Dipartimento Educazione ha una lunga tradizione d’arte realizzata attraverso operazioni di team building tra pazienti, personale sanitario, studenti e Fondazioni4. I contesti ambientali in cui l’estetica del luogo è assente, dove prevale il grigio delle pareti, l’avvicendarsi di ambienti caotici, il disordine visivo, la trascuratezza di spazi brutti determinano un incremento del disagio, dello stress su chi lavora e su chi fruisce dei servizi sanitari. Fare arte in questi spazi ha valore trasformativo sulle persone. Dallo studio progettuale alla realizzazione del wall painting il Dipartimento determina momenti di comunità, che hanno effetti benefici, trasformano il luogo non solo con inserimenti e richiami estetici, ma con l’irruzione di processi che attraversano la complessità degli ambienti delle strutture sanitarie, percorrono i corridoi, gli spazi anche secondari per una condivisione di ben-essere nell’arte.

Nello scorso mese di maggio, con un intervento artistico collettivo al primo piano dell’Ospedale di Rivoli, ha preso forma un giardino di piante officinali, un erbario dai colori attrattivi e coinvolgenti, che in forme e cromie danno respiro. La cura dei luoghi di cura si innesta sulla rappresentazione del giardino, luogo simbolico di cura, dello stare bene, della relazione con la natura. E lo fa con la scelta di erbe che curano, appartenenti al patrimonio culturale tradizionale. Alloro, timo, menta, tarassaco, lavanda e verbena costituiscono la porzione di un giardino botanico che accoglie ed avvolge le persone, all’interno dell’ambiente ospedaliero. I vegetali non intendono apparire nella leziosità decorativa, ma come sintesi germinativa di effetti benefici e positivi.

Star bene nei luoghi di cura attraverso l’incontro con l’arte è parte di un impegno di cittadinanza, volto a diffondere la cultura dell’accoglienza, del benessere individuale e collettivo. L’intervento artistico nell’Ospedale di Rivoli rappresenta un’azione non isolata, ma un processo in atto, un percorso con la bellezza che vuole proseguire per fasi future di trasformazione. L’azione d’arte collettiva dà spazio all’armonia nei luoghi di cura, guarda al clima degli ambienti nei cromatismi visivi come motore di attenzione per la salute e medicina per star bene, là dove spesso si è colmati da preoccupazione e ansia. Fare arte partecipata come nell’azione realizzata all’Ospedale di Rivoli, con il coinvolgimento attraverso il fare e la condivisione degli studenti, significa creare cambiamenti, è manifestazione di promozione di comunità, appartenenza e responsabilità sociale.

wall-ospedale-di-rivoli-dip-ed-2023
Wall Ospedale di Rivoli, © Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 2023 – riproduzione vietata

INTERVISTA A PAOLA ZANINI

La relazione tra arte e cura attraverso l’intervento e la partecipazione attiva dei giovani ha implicazioni educative e di cittadinanza.
Su questo tema Paola ZANINI, Responsabile del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, esprime l’importanza della dimensione sociale ed educativa del progetto.

D. Il giardino ricreato in Ospedale è oltre ad un atto artistico, di cura per i malati e i sanitari, anche un’azione di promozione di comunità e di cittadinanza attraverso il coinvolgimento dei giovani. Ci può parlare dell’apporto degli studenti all’opera e quali sono stati i benefici reciproci generati dalla loro adesione?

R. «I wall painting, a cura del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, sono da sempre realizzati con l’idea di essere interventi condivisi con le tante e diverse comunità, con le persone. Nell’occasione dell’evento all’Ospedale di Rivoli, il Dipartimento Educazione, visto il forte legame con gli Istituti rivolesi e della Valsusa, in questo primo step, ha coinvolto gli studenti del Liceo Scientifico Darwin di Rivoli del progetto PCTO – ex alternanza scuola-lavoro, realizzando un’azione di pittura partecipata. Una pratica consolidata per il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli che tiene conto, di volta in volta, delle molteplici variabili – il luogo e la sua natura, i soggetti coinvolti, la condivisione con i diversi partner, la tematica individuata, la scelta delle cromie. 

Una modalità per sostenere e promuovere il senso di appartenenza, di cittadinanza e di responsabilità sociale a favore della salute individuale e collettiva, in cui la Cultura diventa un efficace strumento per un nuovo welfare, come indicano i risultati delle recenti ricerche scientifiche e le politiche comunitarie dell’Unione Europea.
Intendiamo aiutare i ragazzi ad accrescere la loro sensibilità, il senso della cura di sé e degli altri, perché il comportamento di ciascuno influenza le vite e il ben-essere delle altre persone e l’arte può essere uno strumento di supporto proprio a partire dalle persone in formazione. Per gli studenti è un modo per apprendere contenuti e prassi, arrivare a un risultato, confrontarsi e mettersi in gioco, la scoperta di esserci, di contribuire a un cambiamento, la possibilità di prendere coscienza: cura e gratificazione, star bene facendo bene.

Il nostro lavoro è in continua evoluzione, basato sulla relazione tra le persone e i tanti saperi, la trasmissione di valori, di nuovi pensieri; abbiamo il compito di cercare e trovare ogni volta un punto di contatto, di coinvolgere e quindi motivare, dare informazioni chiare ma senza perdere la profondità dei gesti, dei pensieri e della progettualità e processualità. Il risultato parla da solo …»

Nel tempo sospeso del Covid

Tre anni fa, durante l’apertura del Covid Hospital alle OGR, l’Accademia Albertina di Belle Arti allestì gli spazi esterni del padiglione destinato ai malati in fase di convalescenza con 14 opere d’arte contemporanea, destinate a permanere in mostra durante tutta l’apertura della struttura sanitaria5. L’obiettivo era di dare supporto ai malati e al personale sanitario attraverso il beneficio estetico e culturale. Gli artisti erano docenti in ruolo ed emeriti dell’Accademia Albertina, insieme a studenti e diplomati dell’Istituzione.

La loro selezione fu realizzata dalla Presidente dell’Accademia Paola Gribaudo, dal Direttore Edoardo Di Mauro e dal Coordinatore della Scuola di Grafica Prof. Daniele Gay. La vicinanza dell’arte al malato ed il supporto al personale sanitario, in armonia con la finalità sociale dell’Accademia di apertura e dialogo con la realtà, ponevano in essere le condizioni della cura dello spirito in un momento di estrema emergenza. Nel grande spazio delle OGR, dedicato alla cultura e trasformato in Ospedale, l’arte ha attraversato e abitato il tempo della sospensione e dell’isolamento, del timore e dell’incertezza, dando conferme di senso per lo spirito, orientando lo sguardo alla vita.

viola-barovero-yellow-cap-2020-acrilico-foto-l-mazzoli
©Viola Barovero, Yellow cap, 2020, acrilico su tela, 70 x 50 cm, foto L. Mazzoli, riproduzione vietata

INTERVISTA A VIOLA BAROVERO

L’artista Viola Barovero6 ha realizzato per l’occasione il volto di una donna con turbante, dal fascino profondo, dipinta nelle varianti del colore giallo e verde. Guarda o forse ci guarda, gli occhi segnati di nero evocano la malattia, ma il volto di luce emerge con tutta la sua energia, cattura la vita.

Così l’artista parla della relazione tra ideazione, scelta del soggetto e colori: 

D. Ha ideato la sua opera per il Covid Hospital delle OGR, un luogo che per le esigenze di isolamento pandemico non era accessibile. Ha pensato alla relazione tra la donna, soggetto dell’opera, e lo spazio ignoto a cui era destinato?

R. «L’opera nasce nel primo periodo dello stato di emergenza, proprio con l’obiettivo di essere fruita dai malati in degenza nell’ospedale temporaneo, dunque in un momento di massima vulnerabilità sociale e individuale, mettendo a loro disposizione un’immagine con la quale poter instaurare un dialogo e che rimandasse alla relazione umana, in quei giorni ridotta ai minimi termini».

D. L’opera è declinata nelle varianti del verde e del giallo, c’è una ragione nella scelta dei colori?

R. «Sì. La scelta cromatica corrisponde al tentativo di comunicare con chi, in quel momento, era al minimo delle proprie forze. Il verde, per suo carattere, è il colore più rilassante: emana tranquillità a chi lo osserva, perché rimanda alla natura e ai suoi paesaggi, prati, boschi, foreste. L’intento era quello di evocare, a un tempo, la serenità e quel carattere curativo insiti nel mondo naturale. Nella ricerca di una fuga verso l’esterno che potesse risultare terapeutica per l’osservatore, il verde entra in relazione con il giallo, colore che imprime energia se osservato individualmente e al suo massimo grado di purezza, ma che, se accostato a quel verde-grigio neutralizzato, si sporca anch’esso, rievocando invece il colore della malattia».

∞∞∞∞

L’arte è alleata della cura, ha una influenza psicologica benefica, con effetti biologici positivi, migliora la nostra dimensione mentale e relazionale, contribuendo al recupero e al benessere. L’accessibilità e la partecipazione culturale sono stimolo per la promozione bio-psico-sociale dell’individuo. L’influenza delle arti sulla salute mentale, l’importanza dell’alleanza tra cultura e benessere è espressa nelle evidenze scientifiche riconosciute nel rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità7. Le arti e la cultura hanno una positiva influenza nella gestione e nel trattamento delle malattie e si dimostrano integrative delle cure e dell’assistenza.

La persona emerge così non come fatta di parti da curare, ma come complessità di componenti fisiche, psichiche e spirituali, inserite in dinamiche sociali.

Curare l’umanità

Un effetto germinativo, di rigenerazione umana, deriva dalla connessione tra cultura, salute, educazione e dimensione sociale. Nell’esperienza di dialogo tra il bello dell’arte e i luoghi di cura la funzione delle Istituzioni museali e delle Accademie è quella di promozione e stimolo per una fruizione integrale e accessibile dell’arte nella vita delle persone. A questo proposito Edoardo Di Mauro, promotore e sostenitore di importanti iniziative di arte e comunità e del progetto al Covid Hospital alle OGR 8 , ne segnala la valenza.

INTERVISTA A EDOARDO DI MAURO

D. L’arte ci cura nella nostra umanità, nella relazione tra corpo e psiche, e anche nella dimensione sociale quando, rivolgendosi a tutti, abita gli spazi pubblici o entra negli ambienti di cura. L’arte quindi promuove il benessere individuale e lo dilata nel bene comune?


R. «L’arte entrando negli spazi pubblici condivisi, sia quelli urbani che quelli adibiti a funzioni di cura e terapia, adempie ad una funzione di stimolo e di aggregazione, nel primo caso rinsaldando il collante comunitario attorno a pratiche condivise di aggregazione sociale, nel secondo fornendo occasioni di stimolazione sensoriale atti a provocare benefici effetti nella psiche dei pazienti, quindi agevolando un possibile percorso di guarigione».

∞∞∞∞

L’arte, quella vera, affermava Tiziano Terzani, ci orienta e consola. Le esperienze di inserimento dell’arte negli spazi pubblici e negli ambienti di cura consentono di sperimentare fruizioni interiori e relazionali. L’arte suggerisce un passaggio nel concetto di cura, dall’individuale e personale al collettivo, aprendo alla riflessione politica e sociale, alla cura del nostro essere sociali e componenti di comunità, alla cura dell’io, di noi e del mondo come parti molteplici e congiunte di umanità e vita.

Note

1 Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo, 2004, p. 138 «Noi non siamo solo quello che mangiamo e l’aria che respiriamo. Siamo anche le storie che abbiamo sentito, le favole con cui ci hanno addormentato da bambini, i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia ci hanno dato»

2 Truly Design è una crew di artisti che dal 2003, attraverso la passione per graphic design, illustrazione e pittura, ha attraversato vari luoghi e forme espressive: dai depositi dei treni e fabbriche abbandonate, ai musei e alle sedi aziendali, dai campi di basket agli Ospedali e ai reparti infantili, da Torino a New York, Miami, Hong Kong e Macau

3 L’opera MRI Starship  è stata realizzata da Truly Design nel 2017 nell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, nel reparto di risonanza magnetica. Sempre insieme a Fondazione FORMA Onlus al Regina Margherita, il gruppo ha realizzato nel 2020 altre opere alle pareti del reparto di Pediatria del dottor Spada e nel 2023 ha dipinto le pareti del reparto di Day Hospital dell’ottavo piano. Truly Design nel 2019 ha disegnato le pareti del reparto di Pediatria dell’ospedale Martini di Torino

4 https://www.aslto3.piemonte.it/arte-e-ben-essere/    https://www.castellodirivoli.org/articolo/ospedale-di-rivoli-arte-e-benessere/

La collaborazione tra il Dipartimento Educazione, ASL TO3 e Fondazione Magnetto si era già realizzata nel progetto di Arte al polo sanitario di Avigliana; nel segno dell’arte e del benessere sono stati ripensati gli ambienti inserendo wall painting con la consapevolezza dei benefici che l’arte e la qualità estetica rivestono nella cura. Insieme alla Fondazione Medicina a Misura di Donna, il Dipartimento Educazione ha realizzato da oltre 10 anni il Cantiere dell’arte, avviato con l’Ospedale Sant’Anna di Torino e sperimentando pratiche d’arte con il coinvolgimento di dipendenti, pazienti, familiari

5 Opere di: Ermanno Barovero, Mirko Andreoli, Leardo Sciacoviello, Danilo Rinaudo, Enes Olli, Luca Giuliano, Viola Barovero, Margherita Bobini, Daniele Gay, Niccolò Revello, Eric Pasino, Diego Bonelli, Leonardo Santoli, Laura Valle

6 Viola Barovero è artista visiva e docente di Cromatologia all’Accademia di Belle Arti; con la sua ricerca artistica indaga, attraverso il mezzo pittorico, la dimensione del colore e dell’umano, approfondendo le relazioni di quest’ultimo con lo spazio e l’ambiente-natura. Ha esposto le proprie opere nell’ambito di mostre internazionali e locali, e collabora con diverse realtà del territorio per la realizzazione di progetti e workshop

What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review, a cura di Daisy Fancourt e Saoirse Finn, 2019 WHO Word Health Organization (Quali sono le evidenze sul ruolo delle arti nel miglioramento della salute e del benessere?: Una scoping review. Organizzazione mondiale della sanità. Ufficio regionale per l’Europa). I risultati di oltre 900 paper, riferiti a 3000 studi negli ultimi 20 anni hanno evidenziato come le arti abbiano una funzione centrale nella prevenzione delle malattie, nella promozione della salute e nel trattamento e la gestione delle patologie. https://apps.who.int/iris/handle/10665/329834https://www.dors.it/page.php?idarticolo=3425

8 Edoardo Di Mauro è vicedirettore Accademia Albertina di Belle Arti per le Attività Espositive, Progetti di Arte Pubblica, Orientamento Didattico. Direttore Accademia Albertina di Belle Arti dal 21 febbraio 2020 al 21 febbraio 2023, Presidente MAU Museo d’Arte Urbana di Torino. Curatore BAM Biennale d’Arte Contemporanea del Piemonte. Musei Regionali della Liguria – membro del Comitato di indirizzo e coordinamento tecnico – scientifico del Forte di San Giovanni – Finale Ligure. Membro della Commissione Scientifica AICA Associazione Internazionale Critici d’Arte.

© Bioetica News Torino, Agosto 2023 - Riproduzione Vietata

Sugli stessi temi: Adolescenti e Giovani, Bambini, Covid-19, Disabilità, Fragilità