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103 Aprile - Maggio 2024
Bioetica News Torino

L’Antropocene. L’alba di una nuova epoca Sesto incontro della XV edizione del corso specialistico di bioetica avanzata

Sesta tappa del Corso Specialistico di Bioetica Avanzata, giunto alla XVI edizione. Nell’interessante e partecipato percorso filosofico, teologico, psciologico e bioetico la tappa di questo incontro, tenutosi sabato 16 marzo u.s. presso l’aula magna del Polo Teologico torinese, è stata l’Antropocene. Relatori della giornata di studio, il professor Giuseppe Zeppegno, docente di Bioetica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale – sezione di Torino e Davide Boasso, diacono e laureato in scienze religiose.

boassp-zeppegno
Giuseppe Zeppegno e Davide Boasso

L’introduzione, affidata a Davide Boasso, propone agli astanti subito una riflessione: in che modo l’evoluzione dell’uomo e il suo rapporto con l’ambiente deve essere vista, capita, interpretata e presa in carica tenendo conto di quanto detto nel libro della Genesi circa il dominio affidato dal Creatore all’uomo? In passato come la storia ci ha insegnato, l’uomo è stato capace, grazie al cieco progresso tecnico- scientifico, di far scomparire dalla faccia del pianeta alcune specie di animali e di altri esseri viventi. Ma ciò, e altri disastri, sarebbero quindi tra l’altro “giustificati teologicamente?

Davide Boasso - Convegno antropocene
Davide Boasso

Citando la Pontificia Commissione Biblica, Boasso fa notare che il concetto di dominio affidato dal Creatore all’uomo non può essere associato ad alcuna forma di dispotismo: reesponsabilità e cura, tratti tipici dell’intelligenza umana, devono portare ogni essere umano a rispettare il preziosissimo dono a loro afffidato dal Creatore. L’intervento termina con una serie di “biglietti dall’antropocene”, ossia una serie di messaggi che il pianeta terra ci sta contnuamente inviando e ognuno dei quali non fa altro che richiamare ogni uomo del pianeta a rispondere con responsabilità.

Il contributo del professor Zeppegno si focalizza sin da subito sull’apporto fondamentale che il dibattito bioetico ha da sempre dato alla questione ecologica, ricordando come nelle stesse intenzioni dei padri fondatori della disciplina, Jahr e Van Potter, il richiamo ad una visione olistica, globale e intergrata è una conditio sine qua non.

Giuseppe Zeppegno - Convegno antoropocene
Giuseppe Zeppegno

E’ vero, continua il professor Zeppegno, che la loro weltanschaung era ed è di stampo occidentalocentrico e oggi, nel mondo globalizzato, si dovrebbe allargare la prospettiva arrivando a proporre un concetto di responsabilità bioetica transculturale e transnazionale.

Figlio precoce e dalla crescita smodata delle rivoluzioni industriali, l’antropocene ha fatto della velocità il suo tratto distintivo ma ne è anche la sua croce. Per far tornare responsabile l’abitante attuale dello stesso bisognerebbe (ri)educarlo a concetti quali quello della sostenibilità, della mitigazione, della comprensione e dell’adattamento secondo un’ottica dialogica aperta con tutte le realtà del creato per trovare una soluzione ai problemi urgenti (Francesco, Fratelli tutti, 198).

L’equilibrio con la natura, col creato, avviene quindi quando il dominio viene mutato in custodia amorevole e responsabile, con una attenzione sempre rivolta verso il futuro. Ad un antropocentrismo forte va sostituito un antropocentrismo moderato, che parte dalle piccole cose ma senza mai perdere d’occhio il grande, “la totalità”. Non solo gesti eclatanti (cfr le vari COP per il clima, certamente utili e proficue, ma bisognerebbe proporre una seria riflessione sui valori etici soggiacenti alle nostre varie responsabilità morali. Una rivoluzione interna mirante a cambiare dapprima se stessi, e poi il creato intero.

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