Sua Santità Papa Benedetto XVI afferma «la vita di ogni persona umana dal concepimento alla sua morte naturale è un bene intangibile di cui nessuno può disporre; nessuno può essere un peso di cui potersi disfare».
Una volta, nella vita contadina, c’era la cascina ove le varie età si integravano tra loro godendo ed approfittando delle rispettive capacità in essere. Mentre i giovani erano a lavoro nei campi, gli anziani li guidavano con la loro esperienza, accudivano i bambini piccoli e gestivano gli animali in cascina. Ognuno aveva un ruolo e in esso era rispettato ed amato. Quando poi le forze venivano a mancare era tutta la cascina che assisteva ed aiutava, memore di quanto i nonni avevano fatto precedentemente.
Anche nella prima metà dell’ultimo secolo del millennio passato, l’esperienza ed il vissuto degli anziani serviva da guida ed esempio nella famiglia sul lavoro e nella società. Purtroppo in questo mondo globalizzato e computerizzato la persona rischia di diventare solo un codice fiscale, ancor più se anziana. Domina la solitudine ed il concetto che chi non produce è un peso, dimenticando che quello che oggi esiste si deve anche a queste persone e al loro sacrificio. A mio modo di vedere gli anziani rappresentano una risorsa insopprimibile e meritano dunque considerazione e attenzione in un momento nel quale possono avere più necessità di aiuto. Sulle tecniche per invecchiare bene sono stati scritti numerosi lavori da parte di illustri colleghi ai quali rimando. Queste indicazioni vanno infatti messe in atto preventivamente all’invecchiamento per poter arrivare nelle condizioni migliori possibili a questo ambito traguardo.
Desidero esaminare le misure da mettere in atto da parte di persone già anziane per evitare per quanto possibile ulteriori problemi e facilitare il mantenimento delle loro abilità ed autonomie. Mi soffermerò dunque su dati pratici derivanti dalla mia esperienza.
Come è noto il nostro Paese risulta essere quello con maggiore durata della vita media con una popolazione al di sopra dei 65 anni di circa il 22 % a prevalenza femminile. Di questi ultra sessantacinquenni vivono soli il 61% delle donne contro il 29 % degli uomini. Naturalmente queste persone sono accomunate dall’età che avanza ma divise dal censo, dalle abitudini familiari, dallo stato di salute e dal contesto sociale. Sono questi determinanti fondamentali della situazione personale e vanno dunque adeguatamente considerati, unitamente alla valutazione esatta del “senso di sé” delle capacità visive, uditive, cognitive e motorie.
Poiché il tempo passa e noi siamo spesso inconsapevoli dei mutamenti che avvengono alla nostra persona, una raccomandazione veramente imperativa è quella di valutare realmente con i nostri cari le nostre proprie condizioni. Per avere un quadro più preciso di queste competenze e su di esse costruire una prevenzione personalizzata bisogna fare perno sul Medico di medicina generale e su una eventuale consulenza geriatrica.
La mia sintetica trattazione riguarderà particolarmente le persone anziane che possono vivere in maniera autonoma in un contesto di normalità avendo la consapevolezza sia delle proprie capacità che dei propri limiti, onde prevenire eventuali disagi o problemi nella loro vita di singoli o di coppia. Ovviamente chi avrà la possibilità di condividere l’invecchiamento in una coppia si troverà, a mio parere, avvantaggiato rispetto ad una persona singola. La presenza di sordità, di diminuzione della vista, difficoltà alla deambulazione libera possono essere corrette adeguatamente con protesi acustiche, occhiali adeguati e bastoni per appoggio durante il cammino. Mantenere la propria autonomia significa anche comprendere che, in alcune attività magari più impegnative, conviene chiedere un aiuto preventivo senza vergognarsi né pensare di sminuirsi. Farsi accompagnare magari in banca o a fare la spesa significa mantenere un corretto rapporto socio ambientale e nello stesso tempo evitare sforzi non più sopportabili. La tranquillità e la sicurezza che ne derivano migliorano lo stato generale e protraggono l’autonomia. L’aspetto più importante per invecchiare bene è evitare la solitudine per quanto possibile. Mantenere rapporti amicali e sociali aiuta a integrarsi e vivere in un mondo che cambia.
Prevenzione in ambito domestico
1. Se si vive da soli bisogna avere l’accortezza di affidare a persona di fiducia notizie e indicazioni atte a risolvere eventuali problemi imprevisti. Si può pure preparare una lista di persone da contattare con i rispettivi numeri di telefono (es. Medico di famiglia, amico stretto etc.). In casi selezionati, specialmente per chi vive da solo in assenza di familiari raggiungibili rapidamente, utile l’installazione di apparecchi di soccorso tipo il Salvavita Beghelli onde consentire un intervento sollecito da parte di soccorsi.
2. Programmare con il proprio medico di base controlli domiciliari periodici e non solo in caso di necessità. Questo permetterebbe al medico curante di monitorare la situazione clinica, ambientale e sociale dei suoi pazienti anziani prevenendo eventuali problematiche sanitarie ed organizzative.
3. Riguardo alla eventuale assunzione di farmaci fare una lista chiara con orari e quanto altro utilizzando anche i nuovi dispenser con giorno ed ora delle somministrazioni.
4. In base alle capacità motorie ed abilità valutare l’opportunità di rimuovere i tappeti da terra nella propria abitazione onde evitare il rischio di cadute.
5. Predisporre nel bagno e nella doccia maniglie ove appoggiarsi e sostenersi durante le operazioni di toilette, riservandosi eventualmente anche l’aiuto di personale all’assistenza per sentirsi più sicuri sia pure nella propria autonomia.
6. Nella camera bisogna verificare che l’altezza del materasso del letto sia all’incirca all’altezza del ginocchio. Ottimale sarebbe che, seduti sul letto, entrambi i piedi toccassero per terra con l’angolo di seduta a 90 gradi .Anche in questa zona possono essere utili appigli per aiutare ad alzarsi.
7. Importante è non alzarsi mai di colpo dal letto ma mettersi inizialmente seduti nel letto e aspettare qualche istante; portare poi le gambe fuori dal letto rimanendo seduti ed infine mettersi in piedi. L’esecuzione di questi semplici movimenti con prudenza aiuta ad evitare eventuali vertigini o cali pressori da cambio repentino di posizione.
8. Riguardo alla cucina sarebbe opportuno sostituire i fornelli a gas con piastre elettriche onde evitare che eventuali dimenticanze si trasformino in tragedie.
9. Riguardo alla gestione delle bollette delle utenze, sarebbe opportuno domiciliare le stesse in banca onde evitare lunghe code in posta o dimenticanze delle stesse.
10. Evitare accuratamente di aprire la porta a sconosciuti. In caso si potrebbe sistemare internamente vicino alla porta di casa un pulsante che metta in funzione un allarme udibile da coinquilini o abitanti vicini. Se si prevede nella propria abitazione l’intervento di estranei, per manutenzioni o quanto altro, chiedere la presenza di un conoscente.
Prevenzione in ambito Esterno
1. Uscendo, specialmente d’inverno, coprirsi in modo adeguato ma tale da consentire libertà di movimento ed uscire nei momenti centrali della giornata evitando gli sbalzi di temperature troppo marcati. Uscendo dal caldo della casa soffermarsi magari nell’atrio per abituarsi alla temperature più fredda.
2. Uscendo d’estate evitare le ore più calde della giornata, l’esposizione diretta al sole. Se si entra in un ambiente condizionato rispetto all’esterno cioè più freddo, specialmente se accaldati o sudati attendere un momento o, meglio ancora, mettere un golfino per ridurre lo shock termico.
3. Utilizzare calzature comode, che evitino di scivolare e che contengano in modo adeguato la caviglia. Infatti quando si passeggia si può incorrere in imprevisti dislivelli del marciapiede con rischio di cedimento della caviglia. In gioventù non rappresenta un rischio ma in età avanzata può provocare anche una caduta rovinosa.
4. Guardare sempre dove si mettono i piedi. Infatti la manutenzione dei marciapiedi e degli attraversamenti pedonali è tale da rappresentare un rischio costante particolarmente per gli anziani. Evitare dunque di distrarsi con telefonini e quanto altro.
5. Poiché passeggiare è un’attività utile e consigliabile va perseguita sempre, avendo però l’accortezza di non stancarsi troppo e non chiedere al proprio fisico più di quanto consenta. Utilizzare, specialmente se si passeggia da soli, percorsi che si mantengano nei pressi della propria abitazione. Ricordare però che il momento della passeggiata è spesso quello di massima socializzazione e deve essere utilizzato per incontrare amici e passare qualche tempo in compagnia.
6. Se vengono utilizzati i mezzi di trasporto tipo metropolitane, tram o autobus, nella fase di salita, discesa o stazionamento in piedi adoperare gli appigli previsti. Infatti le accelerazioni e frenate improvvise possono fare cadere.
7. I telefonini odierni consentono di comunicare con chicchessia, servono dunque molto bene per richiedere aiuto in caso di necessità. Purtroppo in queste situazioni ci si possono dimenticare anche i numeri più frequenti e conosciuti, dunque conviene avere sul telefonino, magari sulla parte posteriore dello stesso, un cartellino con il numero d’emergenza da chiamare in caso di necessità.
Le sintetiche indicazioni sovraesposte servono a fornire spunti di riflessione per attraversare con maggiore tranquillità un momento della vita che spesso viene pensato ed interpretato negativamente. Errore gravissimo. Nessuno nega gli acciacchi, la diversità della forza fisica, la difficoltà a svolgere attività che precedentemente erano senza problemi e qualche lieve amnesia, ma bisogna sempre pensare al contesto esistente.
Non bisogna mai paragonarsi a quello che eravamo da giovani, ma alle persone della nostra età. Ci accorgeremo che c’è chi sta peggio di noi. Ricordate che i pugili si affrontano in base al peso. Non sarebbe proponibile un combattimento tra un peso massimo ed un peso mosca. Considerare che anche da vecchi rientriamo tutti in un disegno Divino nel quale abbiamo, sia pure inconsciamente, un motivo per essere presenti. La vita infatti è un dono di Dio e come tale bisognerebbe viverla ed interpretarla cogliendo in ogni fase, anche difficile, gli aspetti più positivi.
Riflettere sul fatto che noi siamo la storia degli anni che abbiamo vissuto! Quanto possiamo trasmettere in esperienza, affetto e comprensione ai nostri figli, nipoti e persone più giovani è infatti nettamente superiore a quanto scritto sui libri o sulla famigerata “rete”. Infine, lamentarsi del fatto che si invecchia è assurdo. L’alternativa infatti sarebbe nettamente peggiore! Ricordiamo gli amici ed i conoscenti che ci hanno preceduto alla casa del Padre.
© Bioetica News Torino, Giugno 2018 - Riproduzione Vietata