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110 Febbraio - Marzo 2025
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La sperimentazione animale nello studio dei nuovi farmaci Tra necessità scientifiche e e principi di bioetica

In breve

L’attività sperimentale è subordinata al rispetto di procedure tecnologiche e di condotte professionali che si esplicano dall’allevamento, alla commercializzazione, al mantenimento dell’animale fino alla sperimentazione in senso stretto; ogni protocollo di ricerca deve essere preceduto dalla dimostrazione che non è possibile ricorrere ad altri metodi scientificamente convalidati ed esperibili senza l’utilizzazione degli animali e in caso di impossibile ricorso ad altri metodi dalla documentazione delle ragioni dell’inevitabile ricorso ad una determinata specie animale.

La sperimentazione animale è una fase fondamentale nello studio di nuovi Farmaci. Gli animali utilizzati sono quelli che posseggono un apparato circolatorio, riproduttivo e immunitario che funziona in maniera analoga a quello dell’uomo.

La “questione animale” si riferisce a un ampio dibattito morale, filosofico e giuridico riguardante i diritti degli animali e la loro salvaguardia.

Premetto che io sono a favore della sperimentazione animale quando è necessaria per far proseguire la ricerca scientifica, pur con tutte le restrizioni e i controlli previsti dalla giurisprudenza.

Come è noto, l’approvazione dei Farmaci avviene solo dopo aver effettuato analisi sugli animali (aspetto farmacologico), sugli umani (aspetti clinici), analisi microbiologiche, analisi tossicologiche e di mutagenesi.

Nella sperimentazione animale vengono utilizzati principalmente: topi, ratti e scimmie. Da un punto di vista biologico il nostro DNA è uguale al 99% a quello di uno scimpanzé. E’ bene sottolineare che prima della sperimentazione animale è necessario ricevere il parere positivo di un Comitato Etico e del Ministero della Salute.

Qualora la sperimentazione animale porti dati rassicuranti potranno svolgersi le analisi sugli umani (dopo averne acquisito il consenso ovviamente): è obbligatorio sperimentare Farmaci di assoluta necessità per il progresso della medicina e ogni sperimentazione deve essere approvata da un Comitato Etico.

Col passare dei decenni, grazie alle tecniche d’ingegneria genetica possiamo ottenere nel topo modelli di malattie umane su cui studiare l’effetto dei Farmaci, una tappa necessaria prima della sperimentazione clinica nell’uomo. 

Il caso della Talidomide e del Dietilstilbestrolo

Non va certamente negato che l’esito positivo della sperimentazione animale non sempre corrisponderà ad un esito positivo anche sulla sperimentazione umana. Ad esempio, la Talidomide, dopo tre anni di prove sugli animali, era stata ritenuta così innocua che ne venne approvata la libera vendita senza alcuna prescrizione medica, ma generò neonati con gravi anomalie in quanto teratogena. 

Dopo tale evento i protocolli di sperimentazione divennero più rigorosi ovunque nel mondo.

Negli anni ‘50 le donne in gravidanza per combattere la nausea utilizzavano la Talidomide.

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Formula Taildomide: fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/talidomide

La Talidomide però non era mai stata sperimentata su animali in gravidanza e nel 1957 si ebbero i primi casi di teratogenicità (malformazioni congenite) in Europa e in Canada fino al suo definitivo ritiro dal commercio nel 1961. 

Gli effetti per i feti furono devastanti, come è possibile vedere nelle immagini che seguono, e certamente non compensabili con il risarcimento mensile che riceve chi ne ha subito gli effetti. Dal 2 ottobre 2009 lo Stato Italiano riconosce un’indennità mensile alle vittime della Talidomide nate tra il 1959 e il 1965.

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https://www.avite.org/nuevas-victimas-de-talidomida-aparecen-en-brasil-y-en-la-selva-amazonica-de-peru/
focomelia-da-talidomide
https://www.fedaiisf.it/la-lezione-del-talidomide-il-dramma-che-ha-cambiato-controlli-e-ricerca/

La Talidomide non dimostrò effetti tossici su: 10 ceppi di ratti, 15 ceppi di topi, 11 ceppi di conigli, 2 razze di cani, 3 ceppi di criceti, 8 specie di primati e in altre specie quali gatti, armadilli, cavie, maiali e furetti.

articolo
Analisi comparativa della teratogeneticità della talidomide. Fonte:https://sperimentazioneanimale.wordpress.com/2012/10/03/talidomide-e-test-di-teratogenesi-su-animali-tra-mito-e-realta/

Negli Stati Uniti d’America, invece, la Food and Drug Administration non concesse mai il nulla osta per la commercializzazione del Farmaco.

Negli anni ‘50, oltre alla Talidomide, fu introdotto un nuovo Farmaco, il Dietilstilbestrolo (DES): veniva utilizzata per curare una serie di sintomi della menopausa, per interrompere la lattazione dopo la nascita del bambino e per ridurre gli ingorghi mammari. 

Nel 1971 alcuni ricercatori di Boston pubblicarono uno studio su una forma molto rara di cancro chiamata adenocarcinoma a cellule chiare della vagina. Gran parte dei tipi di cancro della vagina si manifestano in donne anziane, mentre questo si manifestava in adolescenti o giovani donne adulte.

Una indagine approfondita rilevò che le madri di sette delle otto pazienti partecipanti allo studio avevano assunto il Dietilstilbestrolo in gravidanza. Le ragazze e giovani donne erano state, quindi, esposte al DES nel grembo materno, ma le conseguenze si erano manifestate soltanto tra i 14 e i 22 anni dopo.

Sperimentazione animale e religione

Per la religione giudaico – cristiana, gli animali occupano un posto importante nella Bibbia fin dalla creazione, ma vi traspare un chiaro ordine secondo il quale l’animale appartiene all’uomo, il quale può servirsene sia come cibo sia come strumento di lavoro. La Bibbia riconosce dunque come lecita l’uccisione dell’animale non solo per scopi difensivi, ma anche per fini di utilità umana. Al tempo stesso, però, la Bibbia suggerisce il rispetto dell’animale in quanto creatura di Dio e a lui sottomessa. 

È contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita. Qualsiasi uso e sperimentazione esige un religioso rispetto dell’integrità della creazione” (Laudato si’, 2015).

Quindi, è contrario alla dignità umana, per il Catechismo della Chiesa Cattolica, far soffrire inutilmente gli animali e sacrificare senza necessità la loro vita.

Conclusioni

La normativa in materia è chiarissima: l’utilizzazione di animali in una sperimentazione scientificamente controllata è consentita, ma solo per garantire l’efficienza e la sicurezza di prodotti diretti a salvaguardare o ripristinare le condizioni patologiche dell’uomo e degli esseri viventi del mondo animale e vegetale e/o proteggere l’ambiente naturale nell’interesse della salute dell’uomo e degli animali.

L’attività sperimentale è subordinata al rispetto di procedure tecnologiche e di condotte professionali che si esplicano dall’allevamento, alla commercializzazione, al mantenimento dell’animale fino alla sperimentazione in senso stretto; ogni protocollo di ricerca deve essere preceduto dalla dimostrazione che non è possibile ricorrere ad altri metodi scientificamente convalidati ed esperibili senza l’utilizzazione degli animali e in caso di impossibile ricorso ad altri metodi dalla documentazione delle ragioni dell’inevitabile ricorso ad una determinata specie animale.

Il rispetto dell’animale in laboratorio è indiscutibilmente primario e fondamentale. 

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