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Vaiolo delle scimmie. “C’è necessità di ridurre il rischio di diffusione”, Kluge direttore Oms Europa

01 Giugno 2022

Aumentano i casi di diffusione virale in Europa del vaiolo delle scimmie. Questa infezione virale e contagiosa è qui inusuale, appartiene alla famiglia del vaiolo (Poxviridae), che si differenzia da quest’ultima per la sua minore trasmissibilità e gravità. Da metà aprile si hanno le prime informazioni di contagi umani per cui sono iniziate sorveglianze e monitoraggi nazionali per identificare con celerità i casi. Preoccupa la crescita della contagiosità in prossimità della stagione estiva. «Nei prossimi mesi, molti dei festival e grandi eventi pianificati possono rappresentare un ulteriore fulcro di amplificazione dell’infezione», ha affermato Hans Henri P. Kluge direttore dell’Oms per la Regione Europa (Monkeypox in the European Region 31 maggio 2022).

L’infezione è zoonotica, trasmessa all’uomo da animali infetti attraverso il morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei e le lesioni cutanee o delle mucose. In Africa occidentale e centrale in cui essa è endemica, la si trova presente nei primati e nei piccoli roditori. Oggi è diffusa in Benin, Camerun, Repubblica Centro Africana, Repubblica democratica del Congo, Gabon Gana – solo casi su animali -, Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone e Sud Sudan. L’identificazione del virus risale al 1958 in scimmie in un laboratorio danese e nel 1970 nell’uomo nella Repubblica democratica del Congo.

L’Istituto superiore di Sanità precisa che la trasmissione da persona a persona non avviene facilmente, tuttavia può avvenire «principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti …), oppure il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso gocce della respirazione)». Il rischio di un aumento dei contagi è da considerarsi con l’arrivo della stagione estiva quando le occasioni di eventi e di incontri sono maggiori. Dalle informazioni ricevute da autorità sanitarie e da istituti di sorveglianza e di prevenzione, che indagano su questa infezione, a livello nazionale e internazionale, come l’Iss per l’Italia e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive (Ecdc) in Europa, pare che in alcuni casi la trasmissione sia dovuta durante rapporti intimi.

Il monkeypox, così come viene chiamato questa infezione, «può infettare chiunque e non è intrinsecamente associato ad un gruppo specifico di persone» e Kluge aggiunge «non conosciamo ancora se il virus del vaiolo delle scimmie può anche diffondersi da una persona all’altra attraverso il seme o i fluidi vaginali, né se possa persistere in questi fluidi corporei per più tempo».

E quello che non si sa ancora, prosegue Kluge è «l’impatto sulla salute nei soggetti che possono avere riscontri severi dal vaiolo delle scimmie, in particolare gli adolescenti, le donne in gravidanza e le persone immunocompromesse».

Al momento non c’è necessità di ricorrere a misure adottate per ridurre la diffusione del Covid-19 perché non si diffonde allo stesso modo spiega Kluge che ammette però che non sappiamo se saremo capaci di contenere la diffusione e pertanto «è necessario una riduzione significativa e urgente all’esposizione mediante un’informazione chiara, un’azione guidata nella comunità, isolamento del caso durante il periodo di infezione e il tracciamento e monitoraggio del contatto».

Casi in Europa e nella Comunità Economica Europea

Al 31 maggio il rapporto dell’agenzia europea Ecdc presenta 321 casi confermati in 17 paesi dell’Unione Europea. Nel descrivere la situazione riferisce che «la maggior parte sono giovani maschi, che si identificano MSM (Maschi Sesso con Maschi). Non ci sono morti. La situazione clinica è in generale mite con la maggior parte dei casi che presentano lesioni ai genitali o nell’area perigenitale, indicando che la trasmissione è avvenuta probabilmente per stretto contatto fisico durante il rapporto intimo».

La Spagna, più precisamente Madrid e le isole Canarie, e il Belgio, ad Anversa, sono i luoghi che vengono più riportati da molti paesi per gli eventi ad essi connessi con l’infezione. Lo stesso centro europeo precisa ancora che la diffusione è anche presente in molti paesi in cui non si sono avuti collegamenti epidemiologici a viaggi all’estero e né con la presenza a specifici eventi o contatto con altri casi o animali.

CASI CONFERMATI: Spagna 120, Portogallo 96, Olanda 26, Germania 21, Francia 17, Italia 14, Belgio 10, Repubblica Ceca 5, Svezia 3, Slovenia, Danimarca e Irlanda 2, Malta, Austria e Finlandia 1.

Si intende caso confermato da laboratorio al test specifico del virus del vaiolo delle scimmie o del virus orthopox specifico (vaiolo) poi confermato dal sequenziamento, riferiti ad un esordio di sintomi a partire dal 1 marzo 2022.

Invece il caso è probabile 1. quando una persona ha un rash non spiegabile in qualche parte del corpo e o uno o più sintomi di infezione del vaiolo delle scimmie con sintomi a partire dal 1 marzo 2022 e uno dei seguenti punti: esito positivo al test di laboratorio ad infezione al vaiolo orthopox PCR senza sequenziamento, sierologia o microscopia elettronica; un collegamento epidemiologico ad un caso confermato o probabile di vaiolo delle scimmie nei 21 giorni prima dell’esordio dei sintomi; riferisce viaggio a paesi endemici al virus del vaiolo delle scimmie nei 21 giorni prima dell’esordio della sintomatologia; è una persona (di orientamento sessuale) che ha avuto partner sessuali diversi o anonimi nei 21 giorni prima dell’esordio della sintomatologia; è un omosessuale.

2. Oppure una persona con un rash non spiegabile generalizzato o localizzato maculopapulare o vescicolo pustuloso con diffusione centrifuga, con lesioni che mostrano croste, linfoadenopatia ed uno o più sintomi del virus del Vaiolo delle scimmie.

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Casi confermati in UE/EEA al 31 maggio 2022 da Gisaid EpiCoV e Ecdc Tessy data, credit: Eurographics

Nel mondo contagi di vaiolo delle scimmie

Dai dati riportati dal centro europeo Ecdc al 31 maggio 2022 risultano 236 casi confermati in altri Paesi: Regno Unito 179, Canada 26, Stati Uniti 15, Svizzera ed Emirati Arabi 4, Australia, Argentina e Israele 2, Messico e Tailandia 1. La maggior parte dei casi al di fuori del Regno Unito, Canada e Stati Uniti sono legati a viaggi.

redazione Bioetica News Torino
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