Ennio Flaiano diceva che «il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore resta immobile». È questa “comodità” del cinema che ne ha decretato il successo nel secolo scorso – successo che dura tutt’ora, in forme e modi parzialmente diversi. Ed è sempre questa comodità che permette al cinema di essere uno strumento didattico efficace per affrontare temi e discipline assai vari. Grazie al cinema si possono informare gli studenti, stimolarli a riflettere, far loro vedere e ascoltare avvenimenti, scoperte, storie che sulla carta risulterebbero più difficili da veicolare a tutti, soprattutto in un’epoca largamente “visiva” come quella attuale.
Fellini, riflettendo sull’essenza del cinema, lo ha definito «il modo più diretto per entrare in competizione con Dio». La sua frase ha l’intento di sottolineare le infinite potenzialità creative che questo mezzo artistico possiede. Dello stesso avviso era Kurosawa quando notava che «il cinema racchiude in sé molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica». Queste semplici riflessioni consentono di capire le potenzialità che il cinema ha sui giovani e il fascino che esso può esercitare quando viene usato come mezzo didattico.
Le diverse fasi di un percorso didattico
Preparando un percorso didattico, bisogna tenere presente che la visione di un film può essere usata efficacemente in diversi momenti.
A) In fase iniziale, per introdurre una certa tematica; in questo caso genera alcuni benefici: permette di modificare la routine di una tradizionale lezione frontale; consente di sottoporre agli allievi alcuni dei temi principali dell’attività, senza che siano loro a doverli inizialmente proporre; dà la possibilità al docente di guidare un iniziale percorso di analisi e comprensione di ciò che si è visto, utilizzando varie metodologie didattiche.
B) Può costituire il nucleo del percorso didattico. In questo caso le proiezioni saranno il cuore del percorso di apprendimento. Scelto il tema specifico, si proporranno almeno due o tre film, avendo cura di selezionare titoli che abbiano approcci differenti alla tematica trattata.
C) Infine può essere utilizzato come conclusione. In questo caso il film servirà agli studenti soprattutto per poter applicare le competenze di comprensione, analisi e confronto apprese durante il percorso didattico precedente (comprensione del messaggio del film e delle principali tematiche affrontate; analisi delle scelte comunicative e stilistiche; confronto con altre forme d’arte; dibattito in classe con i compagni moderato dal docente).
Prima dell’inizio del percorso didattico e delle proiezioni è utile proporre alcune attività e adottare alcuni accorgimenti. Tra le attività, una delle più efficaci è un questionario d’indagine con l’obiettivo di conoscere aspettative, opinioni ed eventuali difficoltà degli studenti. Tra gli accorgimenti è importante controllare su siti affidabili (il migliore è IMDB), oppure sui dizionari del cinema (Il Morandini, Il Mereghetti etc.) eventuali restrizioni per il pubblico minorenne; inoltre è bene comunicare sul diario ai genitori il titolo del film e la data di proiezione; per creare un clima di apprendimento produttivo è necessario introdurre il film, facendo scrivere sul quaderno titolo, regista, anno, paese di produzione, cast principale; un altro accorgimento da adottare è una oculata assegnazione dei posti, che sia funzionale alla concentrazione e al silenzio durante la proiezione; infine può servire molto consentire la visione del film con un foglio e una matita, raccomandando agli studenti di segnarsi nel corso della proiezione eventuali dubbi, domande, riflessioni.
Tra le attività da proporre dopo la proiezione ci sono la lavagna dei temi (da arricchire liberamente a cura degli studenti, inizialmente senza la mediazione del docente), la scheda film (in questo caso è importante fornire agli studenti un primo modello su cui lavorare) e la suddivisione in gruppi (assegnando ad ogni gruppo una parte diversa del lavoro).
Riflessione sull’eutanasia in Million Dollar Baby e Mare dentro
Applicando lo strumento cinematografico allo studio della bioetica, un percorso tematico da proporre può essere il confronto tra due film che trattano in modo diverso il tema dell’eutanasia: Million Dollar Baby di Clint Eastwood e Mare dentro di Alejandro Amenábar.
In chiusura ecco alcuni spunti per il confronto tra le due pellicole: il primo film è tratto da un romanzo, frutto d’invenzione, mentre il secondo è tratto da una storia vera. Million Dollar Baby è un film sull’assenza della famiglia naturale e sulla creazione di nuovi rapporti, che vanno al di là del legame di sangue, ma sono fondati sull’amore e sul desiderio di dono.
Mare dentro, invece, è un film sulla presenza della famiglia che, nonostante gli scontri anche duri, non fa mai mancare il suo amore al protagonista.
Quello di Eastwood è un film fondato, anche a livello stilistico, sulla sottrazione, sul suggerire più che sul dire, sui dialoghi sofferti e ridotti all’osso. Quello di Amenábar è un film molto parlato e argomentato (surreale la scena del dialogo a distanza per le scale col gesuita anch’egli tetraplegico). Infine in Million Dollar Baby la scelta finale è compiuta in silenzio, di nascosto, di notte, come supremo atto d’amore e di pietà. In Mare dentro invece la scelta individuale, fatta di giorno e addirittura ripresa con le telecamere come testimonianza, va ad assumere una funzione pubblica.
© Bioetica News Torino, Giugno 2023 - Riproduzione Vietata