La ricerca su embrioni umani oltre il limite legale, dal 14° giorno, preoccupa i bioeticisti dell’Anscombe di Oxford
04 Giugno 2021Cadrebbe la tesi del 14° giorno che pone il limite temporale della sperimentazione scientifica sull’embrione umano. Adottata in molte legislazioni, affonda le radici negli anni ottanta del secolo scorso con il rapporto britannico Warnock che, intervenendo in materia di procreazione in vitro e l’utilizzo degli embrioni nella ricerca, stabilì la legittimità entro i primi 14 giorni dalla fecondazione, denominandolo “pre-embrione”, anche se ne riconosceva il suo processo di sviluppo continuo dall’atto fecondativo. Allora si stabilì che la vita umana individuale ha inizio dal 14° giorno dalla fecondazione, perché perde la totipotenza, ovvero non può più generare altri embrioni, si impianta nell’utero con minori perdite precoci e si forma la stria primitiva, che costituisce la individualità embrionaria differenziando cellule tissutale e organica.
Il Centro nazionale di Bioetica cattolica del Regno Unito e dell’Irlanda, l’Anscombe Bioethics Centre, con sede a Oxford, è intervenuto sulle nuove linee guida intraprese il 26 maggio dalla Società britannica internazionale per la ricerca delle cellule staminali (Isscr) in cui viene proposto tale abbattimento del limite nella sperimentazione mediante la coltura dell’embrione umano. In una dichiarazione del 3 giugno, Abandoning the 14-day rule would lead to further exploitation of human embryos, lamenta che per seguire gli sviluppi della scienza si è
abbandonato del tutto la norma del 14mo giorno e posto nessun limite temporale sulla coltura degli embrioni umani.
Così spiega l’International Society for Stem Cell Research nelle nuove linee guida nella Cultura degli embrioni umani oltre la formazione della stria formativa o dei 14 giorni di maggio 2021: «Attualmente non è tecnicamente possibile la coltura degli embrioni umani oltre la formazione della stria primitiva o del 14° giorno post fecondazione. Tuttavia, i sistemi di coltura stanno evolvendo, rendendo questa una possibilità nel prossimo futuro. Comprendere la stria primitiva, lo sviluppo del primo strato germinale e la formazione cellulare germinale primordiale negli umani è cruciale per imparare la nostra comprensione degli interventi per l’infertilità, la fecondazione in vitro, l’interruzione della gravidanza e i disordini dello sviluppo che avvengono o originano subito dopo l’impianto».
Quei pilastri di salvaguardia dell’embrione che sono stati messi a tutela dalla sperimentazione legalizzata in Gran Bretagna nel 1990, a poco a poco sono stati stralciati. I bioeticisti dell’Anscombe mostrano come prima nel 2001 con la clonazione degli embrioni umani legale per fini di ricerca, poi attorno al 2005 quando l’autorità di embriologia e fertilizzazione umana consente la ricerca sugli embrioni umani geneticamente modificati tramite il trasferimento allo stadio pronucleare, e nel 2008 con la modifica della legge che consente la clonazione riproduttiva, la manipolazione genetica degli embrioni umani per fini di ricerca, la creazione di embrioni misti umani-non umani. Si pensava che nessuna sperimentazione sugli embrioni umani sarebbe andata oltre il 14° giorno ma nel Regno Unito quattro anni fa veniva chiesta l’estensione temporale al 28° giorno. E ora «considerando che l’aborto è legale fino alla 24ma settimana in Gran Bretagna, o fino alla nascita per neonati con disabilità, ci si deve chiedere quale principio proteggerebbe i bambini non ancora nati dalla sperimentazione fino a, o oltre, questi stessi limiti», affermano perplessi i bioeticisti dell’Anscombe che pre-raffigurano un prossimo inquietante scenario: «Una volta svanito il 14° giorno, l’unico limite reale, per la sperimentazione interesserebbe per quanto tempo gli esseri umani a livello di embrione o di feto possono stare fuori del grembo, o per la verità in un utero artificiale (ectogenesi).
Dà un’idea di ingiustizia verso le vite negli embrioni umani che vengono distrutti durante o dopo la fase della sperimentazione, attingendo ai dati raccolti ed elaborati dall’Autorità per la fertilizzazione umana e l’embriologia (Hfea) risalenti al 2007 che riguardano dal 2005 al 2007: 429 embrioni creati solo per fini di ricerca, 2.146 embrioni congelati, 5.994 embrioni freschi.
(aggiornamento 22 giugno 2021 ore 23.56)