Per i malati oncologici quanto la nutrizione alimentare è importante nella cura
23 Giugno 2022Nella cura oncologica l’alimentazione assume un aspetto rilevante per rispondere meglio alle terapie. Un approccio nutrizionale corretto ha validità scientifica per la quale si distingue dalle miriadi di “diete anti-cancro” oggi pubblicizzate e commercializzate solo per trarne un mero profitto senza averne alcunché di prova che non fanno altro che disorientare il pubblico inconsapevole di andare incontro anche a scelte pericolose che aggravano la propria salute.
Una malnutrizione, spiega in una nota il nutrizionista Riccardo Caccialanza, coordinatore del gruppo di lavoro della rete oncologica nazionale Alleanza Contro il Cancro del Ministero della Salute, è causa di un prolungamento della permanenza in ospedale dopo l’intervento chirurgico, dell’aumento delle complicanze post-operatorie, di un incremento del rischio di sviluppare tossicità durante i trattamenti oncologici attivi, e della conseguente necessità di interromperli o ridurne l’intensità con potenziale riduzione dei tassi di risposta, dell’aumento della mortalità e del peggioramento dello stato funzionale e della qualità di vita. «Non da ultimo, è fonte di stress enorme per i pazienti e i loro familiari», conclude il prof. Caccialanza, .
Al gruppo di lavoro citato, denominato Survivorship Care e Supporto nutrizionale, vi partecipano una cinquantina di professionisti afferenti a 23 dei 28 Istituti nazionali di ricerca Irccs, e alle associazioni dei medici oncologici Aiom e dei pazienti Aimac. Tra questi centri di ricerca vi è quello diretto dal prof. Caccialanza che è di riferimento nazionale, l’unità di dietetica e nutrizione clinica del Policlinico San Matteo di Pavia. Sono impegnati nella nutrizione del paziente chirurgico e la realizzazione di un registro nazionale per la malnutrizione in oncologia.
Ogni malato oncologico ha diritto di conoscere, di essere informato sul tipo di alimentazione da assumere e sull’integrazione alimentare per la propria salute prima di iniziare la terapia.
Quali diritti i malati oncologici ad un supporto nutrizionale?
In un decalogo la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), l’Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom) e la Società italiana di Nutrizione e Metabolismo (Sinpe) spiegano in dieci punti ai malati oncologici il diritto a ricevere informazioni sulla nutrizione e prescrizioni nutrizionali corrette. I diritti a:
- ad una corretta informazione, esaustiva e basata su evidenze cliniche sul proprio stato di nutrizione e possibili conseguenze associate e al counseling nutrizionale da parte di un operatore sanitario con competenze di nutrizione clinica per prevenzione, comorbidità, terapie mediche, chirurgiche o radioterapiche previste.
- ad uno screening nutrizionale per l’individuazione di una malnutrizione. Se il malato è a rischio di malnutrizione la valutazione nutrizionale deve essere completa e tempestiva e far parte dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali presso le strutture oncologiche
- alla prescrizione di un supporto nutrizionale appropriato se risulta malnutrito o con calo ponderale da parte di un operatore sanitario al SSN o con competenze di nutrizione clinica.
- a integratori nutrizionali orali gratuiti compresi supporti vitaminici e minerali se a rischio di malnutrizione
- a ricevere la nutrizione artificiale sia in ospedale sia in strutture residenziali quando si è a rischio di malnutrizione e non si può mantenere uno stato di nutrizione attraverso il counseling nutrizionale.
- a un supporto nutrizionale artificiale domiciliare dopo la degenza ospedaliera appropriato e sicuro su prescrizione di un operatore sanitario Ssn o con competenze di nutrizionista clinico
- a ricevere la rivalutazione periodica del trattamento nutrizionale da parte dell’oncologo, del personale sanitario del Ssn o con competenze di nutrizione clinica
- alla cura del sovrappeso associato alle terapie nell’ambito dei percorsi di riabilitazione oncologica
- al supporto psicologico gratuito. Malnutrizione per difetto e sovrappeso incidono sull’immagine corporea del malato.
- alla partecipazione a studi clinici controllati in tema di nutrizione clinica nelle diverse fasi della malattia.
Inaproppriatezza nelle pratiche di cura nutrizionali
Da un’indagine esplorativa, con questionario a scelta multipla, sulla gestione della malnutrizione e sul confronto tra gli atteggiamenti verso la cura nutrizionale tra oncologi e pazienti in Italia di R. Caccialanza, F. Lobascio, E. Cereda et al. (2020, 44 (5) in Curr Probl Cancer – Cancer-related malnutrition management: a survey among Italian oncology unitis and patient’s associations), condotta dall’Aiom, Sinpe e Favo su 171 (pari a 51.6%) delle 331 unità oncologiche italiane registrate e 75 (pari a 38.5%) delle 195 comunità locali della Favo che vi hanno partecipato, nel periodo da dicembre 2017 a settembre 2018, emerge: la valutazione nutrizionale e supporto sono stati integrati nella cura del paziente dalla diagnosi per il 35% dei referenti dell’Unità oncologica e per il 15% degli associati della Favo. Secondo il 42% degli oncologi la valutazione nutrizionale è stata eseguita solo dopo che i pazienti l’hanno richiesta, mentre non è stata effettuata per il 45% degli associati Favo. Quasi il 60% dei pazienti affiliati non era a conoscenza delle richieste per la gestione nutrizionale artificiale domiciliare.
Quasi tutti che hanno risposto al questionario la valutazione dello stato nutrizionale si è rivelato importante nel prevedere la tolleranza al trattamento anticancro, affermano gli autori che aggiungono, «le pratiche di cura nutrizionali appaiono ancora ampiamente inappropriate. Vi sono atteggiamenti differenti tra oncologi e pazienti, il secondo riporta un quadro più insoddisfacente. Migliorare la terapia nutrizionale in oncologia rimane una sfida».
Alcune fake news su alimentazione e cancro
L’Associazione italiana dei medici oncologi (Aiom) ha dedicato un sito Tumore? ma è vero che… in cui disvelano tra le varie disinformazioni e notizie false quella sulle cure alimentari trovate su internet che non hanno validità scientifica alcuna e rischiano di far peggiorare la salute delle persone. I malati oncologici o dinanzi ad una diagnosi di cancro finiscono per essere inondati da messaggi che purtroppo da semplici opinioni diventano virali e acquisiscono credibilità nel pubblico senza avere alcun riscontro scientifico, di imbonitori che pubblicizzano prodotti e cure miracolose avendo a cuore solo il denaro e non la salute delle persone, ingannandole nel portafoglio e sottraendole alla terapia medica basata sull’evidenza scientifica.
Dinanzi ad una diagnosi di tumore un’alimentazione sana, un ambiente non inquinato e stile di vita salutare non sono sufficienti per guarire evitando la terapia medica. Racconta diversamente la storia che ha diffusione su internet, quella di un signore greco, un certo Stamatis Moraitis che dagli Stati Uniti ritorna nel suo paese, l’isola Ikaria nel mar Egeo dove tutti e tre gli elementi gli sono stati favorevoli per vivere a lungo dopo una diagnosi di tumore con pochi mesi di vita negli Usa. Né si ha un riscontro sulla effettiva diagnosi ricevuta e in ogni caso, come scrivono i medici dell’Aiom: «il fatto che una singola persona affetta da tumore del polmone sia ancora viva a distanza di decenni NON sarebbe in alcun modo la prova del fatto che è utile rinunciare alle terapie mediche e affidarsi alla sola dieta o ad altri stili di vita, in quanto si tratterebbe semplicemente di un caso aneddotico».
Una dieta vegano-crudista non fa guarire dal cancro. Per i medici oncologici «una dieta equilibrata e varia, ricca di frutta e vegetali, è benefica per la salute dell’organismo in senso lato, anche nei pazienti oncologici, e quindi va incoraggiata in generale» e «una qualsiasi dieta, incluso la dieta vegana, non può di per sé guarire il cancro, specie se si tratta di stadi superiori al 3, vale a dire gli stadi 4(ovvero le situazioni cliniche in cui i pazienti hanno metastasi a distanza)». Pertanto la storia del blogger Chris Wark che è guarito dal tumore del colon in stadio 3 avendo rifiutato la chemioterapia dopo l’intervento chirurgico non è da attribuirsi ad un miracolo, né è attribuibile a terapie alternative di efficacia non prova: «semplicemente, per fortuna, una certa percentuale di pazienti guarisce dopo l’intervento chirurgico, anche senza ulteriori trattamenti efficaci».
E poi vi sono terapie proposte da medici che non hanno dimostrato alcuna efficacia scientifica, come quella della somministrazione terapeutica dell’anione superossido proposta da Giovanni Barco, perché «pur essendo un mediatore fondamentale di tutte le cellule, non vi è alcuna evidenza che la somministrazione esterna di anione superossido abbia effetti terapeutici su pazienti oncologici».
(Aggiornamento 24 giugno 2022 ore 11.02)