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78 Aprile 2021
Speciale Storie di epidemie e di contagi: dalla peste al Covid-19 Le malattie che hanno cambiato la storia

La “mia ” Africa. Testimonianza di vita. Intervista a Enza Fruttero

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Intervistata Enza Fruttero

Biologa. Da molti anni svolge attività di volontariato finalizzata a formare il personale sanitario, a provvedere all’avvio e all’aggiornamento delle attività dei laboratori analisi (Kenia, Togo, isole di Capo Verde) e, in maniera continuativa, coi missionari della Consolata, in Etiopia.


L’aria in Africa ha – scrive Karen Blixen – un significato ignoto in Europa: piena di apparizioni e di miraggi è il vero palcoscenico di ogni evento. Proseguiamo con la biologa Enza Fruttero l’affascinante e inquietante viaggio nel Continente africano.


D. Dottoressa, entriamo nell’argomento, iniziando da una serie di patologie tipiche di una parte cospicua del mondo, ovvero le malattie tropicali neglette, un gruppo eterogeneo di infezioni particolarmente comuni in popolazioni a basso reddito nelle regioni in via di sviluppo. L’OMS ha lanciato una road map 2021-2030 che ambisce ad aumentare la prevenzione e il controllo di queste patologie che infettano oltre un miliardo di persone e causano più di mezzo milione di morti/anno. E in Africa?

R. Permettetemi la premessa che, quando si parla di questo Continente, le statistiche sono più esattamente delle stime perché è molto difficile avere dei dati certi a causa della vastità e della conformità del territorio nonché della distribuzione in villaggi di molta parte della popolazione.
Tutti i 47 paesi del continente sono endemici per almeno una di queste malattie e 36 di essi (78%) sono coendemici per almeno cinque.
Tra tutte queste, particolare importanza è da attribuirsi alla lebbra che, eliminata come problema di salute pubblica, rimane ancora endemica in aree circoscritte.

Continua la stigmatizzazione dei malati hanseniani che frequentemente sono oggetto di gravi discriminazioni sociali. Tuttavia nonostante questi successi nel 2019 sono stati registrati ancora oltre 20.000 nuovi casi e parallelamente è emersa una resistenza ai farmaci. Ciò rende più difficile la completa estirpazione della patologia.

D. Ampliando lo sguardo, molte altre malattie condizionano attualmente questo mondo. La tubercolosi, ad esempio, è ancora oggi tra le malattie più diffuse al mondo. Qual’è la situazione in Africa?

R. Il quadro è drammatico in quanto circa il 30% dei casi è proprio in Africa. Otto dei 10 paesi con la maggior incidenza sono in quest’area. Inoltre circa il 50% dei pazienti sono stati trovati positivi anche all’HIV, rendendo ancora più grave l’impatto sulla salute. Vi è inoltre, come per la lebbra, il problema delle resistenze alle terapie.

D. A proposito dell’AIDS, malattia non più di “moda” a livello mediatico, cosa ci può dire?

R. Sebbene in passato in Africa vivesse circa il 70% delle persone con HIV, ci sono incoraggianti segnali che la contagiosità stia calando. Dati recenti confermano che i nuovi casi, ad esempio nell’Africa Sub-Sahariana, sono diminuiti del 40%. Un ottimo risultato, ma non si deve, neanche sotto questo aspetto, abbassare la guardia. 

D. Esiste ancora il dramma della malaria?

R. La malaria rimane purtroppo un problema di salute globale e l’Africa è la regione del mondo più gravemente colpita. Continua ad espandersi e a uccidere soprattutto se aggravata dalla malnutrizione e dalla carenza di vitamine nella dieta. Inoltre durante l’attuale pandemia le difficoltà economiche, tecniche e la corruzione hanno determinato un calo delle cure e quindi con una ricaduta in termini di guarigioni.

D. Dottoressa, qualche dato su patologie ormai scomparse nel mondo occidentale. Cosa può raccontarci della poliomielite e del morbillo?

R. La poliomielite è stata eliminata in molti paesi risolvendo così una questione non solo sanitaria, ma anche economica e sociale per i danni causati dal virus che produce sovente effetti irreversibili sul corpo umano. Nel 2019 in Nigeria, l’ultimo paese in Africa dove la polio è endemica, non vi sono più stati casi, aprendo così la porta al raggiungimento della Certificazione di eradicazione della malattia, già estesa a ben 43 paesi del Continente.

Anche il morbillo è in via di eliminazione. Rimane però ancora una delle maggiori cause di morte tra i bambini.  Si stima che i decessi per morbillo siano scesi dell’88% negli ultimi anni, pur essendovi ancora dei focolai sparsi.

lebbra Fruttero aprile 2021
Enza Fruttero, Gambo- riproduzione vietata


D. Enza, mi può raccontare un progetto che le sta particolarmente a cuore?

R. Condivido questo interessante esperimento di collaborazione tra medicina tradizionale africana e medicina occidentale, promosso in Senegal dal Cemetra (Centro di sperimentazione internazionale per la medicina tradizionale) con il coinvolgimento di 450 operatori sanitari e di medici di formazione allopatica ippocratica. I pazienti vengono monitorati e inseriti nello studio secondo parametri rigorosamente scientifici e, al termine del trattamento svolto dagli operatori del Cemetra, i medici rilevano l’efficacia della terapia attraverso l’esame obiettivo e test di laboratorio.

Questa collaborazione aiuta a ridurre lo scetticismo dei sanitari e a consolidare il mutuo apprezzamento, la comprensione e il rispetto della pratica all’interno di due approcci terapeutici che, alla luce dei fatti, dimostrano più analogie che differenze.

D. Dottoressa Fruttero, dopo oltre vent’anni di missioni in Africa, la pandemia che stiamo vivendo non le permette di viaggiare, cosa le manca di quel mondo?

R. Mi mancano tante cose. Prima di tutto la gente, i bambini, poi la natura, gli animali, i colori del cielo, la vita comunitaria, lo spirito missionario, la condivisione e l’idea di poter essere  utile e di aiutare il prossimo.

© Bioetica News Torino, Aprile 2021 - Riproduzione Vietata

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