Queensland. La Chiesa: accesso alle cure palliative di qualità prima di una legge sul suicidio assistito
23 Ottobre 2020Il diritto ad una cura palliativa di qualità dovrebbe venir dato a ciascun cittadino prima di un’introduzione in Parlamento di una legge sull’eutanasia. Questo è quanto viene richiesto in Australia nello stato del Queensland dall’arcivescovo Mark Coleridge e Philip Aspinall in un comunicato congiunto (Christians dismayed by Labor’s rushed voluntary assisted dying plans) datato 18 ottobre, rappresentanti rispettivamente dell’Arcidiocesi cattolica di Brisbane il primo e della Chiesa anglicana, Southern Queensland, il secondo. Mentre da un lato si chiudono le frontiere per proteggere la vita umana dal rischio di contagio da Covid-19 dall’altro si mette ugualmente in pericolo la vita delle persone. La preoccupazione dei due pastori religiosi è data dall’annuncio del capo di Governo Anastacia Palaszczuk di affrettare i tempi del processo legislativo parlamentare della legge sul suicidio volontario assistito (Vad) al 21 febbraio se il partito laburista verrà rieletto in questo mese.
Le ragioni che muovono tale disappunto sono diverse. Si richiama all’etica: «Nessuno è moralmente obbligato ad una sofferenza insopportabile, nessuno dovrebbe sentirsi un peso e nessuno dovrebbe sentire la propria vita priva di valore». E infatti la scelta per la maggior parte delle persone sarà differente, molte potranno trovare sollievo da tali preoccupazioni e timori se «una buona cura palliativa è disponibile nel momento in cui si è in un cammino terminale di una malattia». Poi all’aspetto pastorale che include la cura spirituale, «elemento indispensabile per una cura di fine vita». Infine allo stanziamento finanziario del governo ridotto «ad appena 28 milioni di dollari l’anno
Le ragioni che muovono tale disappunto sono diverse. Si richiama all’etica: «Nessuno è moralmente obbligato ad una sofferenza insopportabile, nessuno dovrebbe sentirsi un peso e nessuno dovrebbe sentire la propria vita priva di valore». E infatti la scelta per la maggior parte delle persone sarà differente, molte potranno trovare sollievo da tali preoccupazioni e timori se «una buona cura palliativa è disponibile nel momento in cui si è in un cammino terminale di una malattia». Poi all’aspetto pastorale che include la cura spirituale, «elemento indispensabile per una cura di fine vita». Infine allo stanziamento finanziario del governo per le cure palliative ridotto «ad appena 28 milioni di dollari l’anno» invece dei «275 milioni di dollari richiesti dalla Palliative Care Queensland».
Nel documento del ministero di Giustizia e degli Affari multiculturali vengono riportati i passaggi legislativi al 21 maggio 2020. L’indagine sui temi cura degli anziani, fine vita e cura palliativa, suicidio volontario assistito inizia il 14 novembre 2018 presso il Comitato di Prevenzione contro la violenza in famiglia e domestica e per i servizi di disabilità, sanità e comunità del Queensland. Il rapporto AEP sulla cura degli anziani, fine vita e cura palliativa è stato depositato il 24 marzo 2020 all’assemblea legislativa mentre il 31 marzo 2020 il rapporto sul suicidio assistito (Vad). Quest’ultimo raccomandava per l’eligibilità il limite dei 18 anni di età, la cittadinanza australiana o residenza permanente in Queensland, l’accesso diagnosticato da un medico per una condizione medica terminale, avanzata e progressiva, cronica o neurodegenerativa che non può essere alleviata in un modo accettabile alla persona e che la condizione sia causa di morte e la capacità di intendere e volere. Il Governo avrebbe presentato una risposta ai rapporti Aep e Vad e poi la Commissione di Riforma legislativa del Queensland, come è stato chiesto, avrebbe sviluppato proposte di legge sul suicidio volontario assistito da presentare entro il 1 marzo 2021.
La legge sull’aborto è passata nel 2018 sotto i laburisti. Allora venne chiesto ai parlamentari un voto di coscienza, così adesso lo chiede il premier Palaszczuk (The Guardian, Queensland election,19 ottobre 2020).