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70 Luglio Agosto 2020
Speciale Società e sanità: Tra la solitudine degli operatori sanitari e la solitudine dei malati

Come dialogare con gli adolescenti? Quale rapporto tra corpo e i sensi? Intervista al Prof. Pietro Grassi

Pietro Grassi - docente Master Bioetica Istituto Pontificio Giovanni Paolo II
Intervistato Pietro Grassi

Ha studiato Filosofia, Teologia e Psicologia. Dopo studi di Filosofia (BA ‒ MA e Dottorato), Teologia (BA ‒ MA), Neuroscienze (Certificato) e Psicologia (Diploma ‒ MA) si è perfezionato in Bioetica, in Migrazione e Psicopatologia ed in Storia della Medicina. Ha svolto i suoi studi in Italia, Slovenia, Svizzera e Francia. È docente all’ISSR all’Apollinare ‒ Pontificia Università della Santa Croce di Roma, al Master di Bioetica ‒ Pontificio Istituto Teologico «Giovanni Paolo II» dell’Università Cattolica del «Sacro Cuore» ‒ Istituto di Bioetica e Medical Humanities di Roma, e al Centro di Teologia Morale per Laici- ISSR «Ecclesia Mater» presso la Pontificia Università del Laterano in Roma. Fa parte del comitato scientifico della Rivista «Italia Etica» dove è responsabile del Settore Scienze Filosofiche. È autore di numerosi articoli su varie riviste e di testi, l’ultimo, «Viaggio intorno alla bioetica tra cinema e scienza» (Tau, Perugia 2019) in curatela con Ray Zammit ed Elena Toniato.

Al pari di un’opera letteraria o figurativa, la settima Arte, il cinema, traspone una realtà percepita dal regista che, per quanto sottile possa essere, tiene sempre un legame con il vissuto, le conoscenze del suo tempo, fruita da un pubblico eterogeneo per cultura ed identità, che ne coglie sfumature, impressioni, interpretazioni svariate e variegate.

La narrazione cinematografica è entrata sotto la lente di un’osservazione critica oltre al tradizionale ambito accademico umanistico e  giornalistico da anni anche in quello della medicina. Si affianca alla medicina narrativa, si integra con le altre arti letterarie e artistiche che hanno e continuano ad accompagnare sin dai tempi antichi  la formazione medica. Al sapere della scienza si coniuga l’arte della cura consistente in un approccio reso anche di “ethos” e “pathos”, che si prende carico della persona nella sua unicità e totalità espresse nelle dimensioni biologica, psicologica, sociale e spirituale

Istituti di bioetica e gli Ordini dei Medici e Odontoiatri organizzano infatti tra le proposte di aggiornamento professionale la visione di film, sia quelli realizzati per l’istruzione medica, sia quelli di produzione commerciale ‒ questi ultimi sono la maggioranza ‒ per favorire nei discenti e negli studenti un’analisi etica e una capacità di dialogo in un contesto pluralistico sociale e culturale dei nostri tempi riguardo al binomio etica e  professione sanitaria. Si discutono, si interpretano le “immagini”, o sequenze narrative, in cui traspare la sofferenza umana, nelle sue caleidoscopiche dimensioni e molteplicità, raffigurata dalle storie di cura dei malati oncologici, di depressione di giovani e adulti, emergente dalle narrazioni di fragilità psichica, di ferite interiori ed esteriori causate da violenza sessuale, da bullismo, dall’abuso di droghe o da dipendenza da internet, nei corpi martoriati anoressici o bulimici dovuti al disagio dell’adolescenza, nei confronti della propria corporeità o dal silenzioso dramma  dell’aborto in solitudine

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Intervista al Prof. Pietro Grassi 

D. Il bioeticista e teologo prof. Raymond Zammit  dell’Università di Malta, in Viaggio intorno alla bioetica tra scienza e cinema (2019) edito dalla Tau, curata insieme a  lei e alla dott.ssa Elena Toniato, patologa all’Università di Chieti, mette in evidenza come l’impatto dei film sul pubblico sia da non sottovalutare e il rischio in futuro per i bioeticisti accademici di perdere la loro competenza sul campo.

Questi ultimi, come afferma Zammit,

però, prima o poi scopriranno il potere del film per influenzare il loro pubblico, quando le questioni bioetiche diventeranno sempre più politicizzate e le leggi saranno cambiate non in base alla competenza bioetica degli esperti accademici ma sulla pura base dei numeri, sondaggi e elezioni. Mentre i film cominciano a fare la bioetica, forse potrebbe essere il momento per i bioeticisti di iniziare a produrre film.

Il corpo  è il filo conduttore che attraversa l’intera opera, più di  400 pagine scritte nell’intento di offrire una lettura bioetica facendo acquisire una consapevolezza etica e critica del nostro tempo  nelle diverse tappe della vita addentrando nella sofferenza umana calata negli aspetti medico –scientifici e nella conoscenza delle  diverse forme di esperienza, di emozioni, affetti,  relazioni con gli altri e il  mondo familiare, sociale, tecnologico descritta da filosofi, sociologi, psicoanalisti,  antropologi e  criminologi che intrecciano i loro discorsi con un’analisi comparativa di rappresentazioni filmiche più eloquenti.  

Lei, nel suo contributo, tratta della difficile e delicata fase dell’adolescenza, messa in evidenza già nel titolo,  Chi sono io, il mio corpo o la mia immagine?,  argomento di ricerca in molte delle sue pubblicazioni, citandone alcune  Percorsi di bioetica quotidiana in curatela con Fortunato Morrone (Tau 2017), I volti dell’adolescenza tra vulnerabilità, fragilità e crisi necessarie con Mario Russo e il Dizionario dell’adolescenza e della giovinezza di Le Breton e Daniel Marcelli (Las 2016), curato insieme a N. Suffi.  

Potrebbe descriverci un aspetto su come comprendere e dialogare con un adolescente, quando cerca di sviluppare una propria personalità, una propria autonomia?

R. L’adolescenza costituisce una delle fasi evolutive che maggiormente mette in discussione l’equilibrio psichico. Da un lato le nuove aspirazioni e i desideri che continuamente mutano e, dall’altro lo sviluppo sessuale, cambiano il rapporto relazionale ed emotivo  con l’ambiente e con se stessi. Un individuo che entra nell’adolescenza, è già vulnerabile dal punto di vista psicologico e si trova a vivere un periodo di turbolenza correndo il rischio di sviluppare forme di patologia e/o di  incamminarsi verso percorsi devianti, soprattutto se non  sostenuto in modo adeguato dalla famiglia e dal sistema formativo. La condizione adolescenziale per le sue peculiarità intrinseche  di aleatorietà e sospensione evidenzia, con intensità particolarmente pregnante, l’impatto che i cambiamenti socio-culturali determinano sulle persone e l’adolescenza diviene una sorta di cartina di tornasole del disagio del nostro tempo.

Delineare un profilo del mondo adolescenziale non è semplice perché ci troviamo dinanzi ad un mondo variegato che riflette le numerose contraddizioni di una società inquieta ed intollerante al mistero, per cui, non è possibile tratteggiare in modo univoco l’attuale condizione giovanile, anche perché, come detto, i messaggi che provengono appaiono spesso attraversati dalla contraddizione e dalla ambiguità. Diventa importante evidenziare l’influenza dei fattori sociali sull’evoluzione maturativa del soggetto, tra cui si deve annoverare una radicale metamorfosi del dispiegarsi del tempo in una società che, consumando tutto e subito, ha portato all’eliminazione dei momenti di passaggio che scandivano, quasi come un rito, le diverse fasi della vita, sollecitando di fatto il salto verso un’adultità seducente. Per questo è necessario accompagnare gli adolescenti, consentendo loro di sbagliare: questo perché possano provare, sperimentare, accettare i propri errori e dubbi.

Un’autorità che favorisce la crescita è un’autorità che rende protagonisti, che indica un quadro di riferimento, dei valori, e che non richiede necessariamente, per la propria sicurezza interiore, che il giovane obbedisca. Diventa importante un riferimento a Saint-Exupery nel «Piccolo Principe» quando scrive che a volte i grandi dimenticano di essere stati bambini. Il compito dell’educatore è complicato e non può darsi mai per scontato, perché è sostanzialmente basato sulla relazione umana, cioè su una cosa totalmente astratta. Con gli adolescenti, in particolare, bisogna lasciar loro la parola, non avere pregiudizi, bisogna saper ascoltare, senza avere l’arroganza di sapere tutto. I giovani si rendono conto subito della persona con cui interagiscono. Per qualunque educatore, il cuore di tutta la storia è la famiglia. Ed è in questo ambito che spesso si insinua la crisi di identità ed il problematico compito dell’affermazione del proprio io.

Spesso la sofferenza non  ha  una  origine psicologica, ma riflette la malinconia diffusa che caratterizza la nostra società contemporanea, attraversata dalla incertezza e dalla frammentarietà. Il futuro sembra essere abolito e non venire  più percepito come  una promessa aperta al divenire,  bensì come minaccia che si amplia fino a divorare le strutture categoriali, le connessioni che sostengono l’architettura del mondo e l’equilibrio tra certezze interiori e certezze esteriori. Il modo di comunicare e di costruire relazioni sembra una continua  oscillazione tra l’affermazione e la negazione, tra l’euforia e il nostalgico, tra il senso ed il controsenso, sia all’interno del mondo familiare sia nel rapporto relazionale con i coetanei.

Il  tempo dell’adolescenza sembra ospitare nelle sue ferite la leggerezza dell’istantaneità; nella soglia silenziosa del  sostare  dove la vita e la morte si intrecciano in quella segreta emozione in cui il tempo si perde nell’immensità del proprio incedere, consegnandosi spesso  all’irruzione del simbolico, a quella  sensibilità dove i mondi si incontrano come nuvole in un dialogo che si consuma tra la coscienza e l’anima, nelle perdute certezze  di quella regione interiore.

L’affermazione sembra necessariamente  passare nell’adolescenza attraverso la negazione, mentre la ricostruzione sembra trovare la sua forza nella ribellione, tenendo viva la consapevolezza che l’adolescenza rappresenta un’età di sperimentazione e  di contraddizioni, nella quale la sfida evolutiva è vissuta nei dintorni del limite. Tali interne lacerazioni finiscono per riflettersi inesorabilmente anche nei rapporti sociali e nelle relazioni interpersonali dove l’autostima, processo dinamicamente legato al piacere ed al piacersi, riveste un ruolo importante. Queste inquietudini configurano i luoghi delle possibilità inespresse, velati da un sottile senso di instabilità, capaci di evocare l’invito a sollevare lo sguardo verso il cielo, là dove si declina la luce ed in cui, come nella parola silenziosa, entrano in gioco il visibile e l’invisibile, il dicibile e l’indicibile. Sembra valere per gli adolescenti quello che A. Rimbaud scriveva per i poeti: sono ‘mendicanti di colori’, inconfondibili nelle conflittualità, incantevoli, a volte enigmatici, altre volte malinconici, altre ancora inafferrabili.

D. In programma, dal prossimo 1 ottobre fino al 4 ottobre, vi è un appuntamento importante, a livello internazionale, per accademici, medici, cultori, interessati alla bioetica, che si svolgerà, tramite videoconferenza, a Malta. Si intitola Bioetica e i cinque sensi. tra clinica pratica e metafore: è un convegno organizzato dal Dipartimento di Teologia morale dell’Università di Malta a cui lei, come si apprende dal sito dell’ateneo  https://bioethics5senses.net/, ha collaborato alla stesura nel ruolo di consulente scientifico. Tra l’altro, un’esperienza, quest’ultima, che lo ha visto impegnato con fervore da molti anni or sono, dai convegni internazionali a Noto, a Le Castella, a Trevi nel Lazio, a Frascati, a Buccino etc. Parteciperanno più di una trentina di relatori, molti dei quali hanno scritto per il volume di cui abbiamo appena parlato, Viaggio intorno alla bioetica,  di chiara fama  internazionale. All’antropologo e sociologo dell’Università di Strasburgo David Le Breton spetterà l’apertura magistrale dei lavori. L’Associazione Gli Amici di Luca – Casa dei Risvegli di Bologna è provider del Convegno e promuoverà la giornata dei Risvegli dal coma, che si celebra il 7 ottobre, attraverso tale evento.

L’arte della cura in ambito sanitario viene  qui esaminata  alla luce dei cinque sensi  vista, udito, tatto, gusto, olfatto. Vi è un legame tra lo studio sul corpo nel libro di cui abbiamo appena parlato e questo dedicato ai sensi, intitolato «Bioetica e i cinque sensi?»  Ci potrebbe spiegare alcune  peculiarità ed obiettivi di questo evento, il cui titolo ci incuriosisce? 

R. Il corpo è uno dei dati costitutivi dell’esistenza umana: è nel e con il corpo che ciascuno di noi nasce, vive e muore. È nel e attraverso il proprio corpo che ci si incarna nel mondo e che si incontra l’altro. Il corpo è al tempo stesso oggetto materiale che si iscrive nel divenire e nell’apparire ed oggetto che noi siamo, segno della nostra umanità e della nostra soggettività che mi permette di andare oltre in vista di un progetto che  dona senso, come accade nell’esperienza del dolore e della malattia.

Il mio corpo è ciò che mi ancora al mondo, parla del  mio passato che diventa sempre più decifrabile e chiaro in prospettiva del mio futuro. Manifesta la contingenza del mio impegno nel mondo e nello stesso tempo la necessità di trascendere questa contingenza per essere oltre. «Attraverso la sollecitazione dei sensi – ci ricorda E. Mounier mi lancia nello spazio, attraverso il suo invecchiamento mi fa conoscere il tempo, attraverso la sua morte mi mette di fronte all’eternità».

Si tenterà di analizzare  il corpo come linea di confine: la realtà del  mondo che ci circonda entra attraverso i sensi. Il Convegno in programma a Malta  vuole essere uno sguardo verso il corpo vissuto  e cercherà di interrogarsi sulla pratica clinica dei sensi, i quali costituiscono la nostra prima  mediazione con il mondo: sentire, vedere, odorare, toccare e gustare sono processi che possono collocarsi non solo passivamente nell’ambito della ricettività ma sono anche processi produttivi, perché hanno la capacità di trasformare il mondo.

Si vuole cercare di riflettere a più voci sul possibile ruolo dei sensi come fondamento e base della cura  e della pratica clinica stessa. Quali intrecci e riflessi generano nell’arte della cura, lo sguardo, la vista, l’ascolto, le diverse forme del toccare e del contatto corporeo, il gusto e l’olfatto? Parlare dei sensi nella cura è parlare della presenza sensibile  e dell’indecifrabilità dell’uomo, che si potrebbe anche considerare come un modo di pensare, in uno stile diverso, la stessa “condition humaine”. Come scrive David Le Breton, che con la sua  “Lectio magistralis” aprirà il Convegno «La Bioetica ed i cinque sensi»:

il corpo è profusione del sensibile; è inscritto nel movimento delle cose e si mescola ad esse con tutti i sensi. Tra la carne dell’uomo e la carne del mondo non vi è alcuna frattura, bensì una continuità sensoriale sempre presente. L’individuo prende coscienza di se solo attraverso il sentire e sperimenta la propria esistenza tramite le risonanze sensoriali e percettive che lo attraversano senza sosta (Le Breton D., “Il sapore del mondo. Un’antropologia dei sensi”, Raffaello Cortina Editore, Milano 2007, pp. XI-XII)

Il dolore e la sofferenza, così come la salute non si lasciano ridurre alla sola lettura biologica: in misura maggiore è avvertita nel nostro tempo l’attenzione ai sensi, come luogo e momento privilegiato per riflettere  sulla vulnerabilità del corpo umano perché i cinque sensi rimangono parte della relazione medica. Quando la fragile cittadinanza umana esprime il suo dolore e la sua sofferenza declinati nei suoi diversi aspetti, desidera essere ascoltata, questo perché la vulnerabilità  ci unisce, in quanto fragili, innescando quel bisogno di sguardi interiori, di vicinanza, di co-esistenza, che permette di riconoscere il vero significato del prendersi cura: pratica che si declina con l’applicazione, l’attenzione, la  sollecitudine. Attraverso il confronto su diverse tematiche  si cercherà di mostrare come la malattia non sia solo un  fenomeno che tocca il malato, il medico e la famiglia, ma, in generale, tutta la collettività, nelle tante piccole forme dell’esistere. Da ciò l’importanza per l’esercizio della pratica clinica, di riflettere sulle costellazioni polisemiche del termine senso.

In questo nostro tempo, si avverte  l’incombere sempre più marcato di una realtà virtuale, che sembra aver smarrito l’indugio: questo ci deve spingere a riscoprire ciò che ci è più proprio, cioè la corporeità e la conoscenza sensoriale. Il corpo, allora, può essere considerato nella sua ambiguità, come distensione dell’anima: questo è il paradosso corporeo! Tornare ad ascoltare i nostri sensi potrebbe essere la via privilegiata per affrontare l’esistenza e le questioni centrali del nostro tempo e del nostro rapporto con l’incedere tecnologico. I sensi come strumenti di rappresentazione allegorica del mondo ci conducono  al cuore di molti dilemmi che continuamente  interrogano  la pratica odierna del “modus curandi”.

L’idea sottesa al convegno è quella di offrire una visione d’insieme sull’importanza dei sensi nella medicina e nella relazione di cura per riscoprire attraverso le capacità percettive l’eco di un  tempo nostalgico, dove il curare rappresentava il modello di declinazione di una medicina sensibile, perché legata e praticata con i sensi, che rappresentano sostanzialmente l’appartenenza essenziale al  fondamento dell’esistenza.

Bioethics and the Five Senses ( programma in corso di definizione) – Università di Malta 1 – 4 October 2020
PROGRAMMA
SESSION 1: Reclaiming the senses in health care / Strumenti di mediazione con il mondo: richiamare i sensi!

Indirizzo di Sua Eccellenza, Arcivescovo di Malta,  H.E. Rev. Msgr Charles J. Scicluna

An Anthropology of the Five Senses which flavours the world/ Antropologia dei cinque sensi e sapore del mondo, David Le Breton, Anthropologist and Sociologist (University of Strasbourg, France)

To whom does our body belong?/ A chi appartiene il nostro corpo?, Andre Marie Jerumanis,  Physician and Bioethicist (Theological University of Lugano, Switzerland)

The humanisation of medicine between bioethics and biopolitics /L’umanizzazzione della medicina tra bioetica e biopolitica, Author to be confirmed,  Anthropologist (University of Malta)

The five senses in the history of medicine / I sensi nella storia della medicina antica, Luigi CapassoPhysician and historian of medicine (University of Chieti)

The body, sexuality and the senses / Corpo – sessualità – sensi, Marcel Rufo,  Child Psychiatrist (Medical Director of L’espace méditerranéen de l’adolescence à l’hôpital Salvator à Marseille

Robotics and the five senses: what relationship? / La robotica ed i cinque sensi: quale relazione?, Franco Balzaretti,  Cardiovascular and Emergency Surgeon (Vercelli Hospital)

SESSION 2  Images of sight: Close your eyes and you will see! / Immagini del vedere: Chiudi gli occhi e vedrai!

Looking at the gaze: ethical and aesthetical observations on sight  / Guardare lo sguardo: osservazioni etiche ed estetiche sul vedere, Guenda BerneggerPhilosopher. (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana)

Thauma. The enchantment of the gaze in the medical practice / Thauma: L’incantesimo dello sguardo nella pratica medica, Fabio Gabrielli,  Philosopher and anthropologist. (Jean Monnet University, Bari)

The invisible that matters in health care: caring while curing / Quale spazio vi e’ nella cura per l’invisibile?,
Massimo Dona,  Philosopher. (Università Vita e Salute, San Raffaele, Milano)

Normal and abnormal: a question of perspective? The case of fibromyalgia, an invisible disease / Normalità e anormalità: una questione di prospettive? Il caso della fibromialgia, una malattia invisible, Chiara Moretti,  Anthropologist. Università Sapienza di Roma – Université de Strasbourg,  UMR7367 Dynamiques Européennes)

The value of the gaze of the sick child / Il valore dello sguardo di un bambino malato, Momcilo Jankovic,  Paediatric oncologist (Università Bicocca, Milano)

Looking (around you) for the last time: the time of death / Il tempo della morte: l’ultimo sguardo, Pietro Grassi,  Philosopher (Rome, Italy)

Visual ethis and the new technologies: is what we see what we get? / Etica visiva e le nuove tecnologie: otteniamo ciò che vediamo?, Pierre Mallia,  Physician and bioethicist (University of Malta)

SESSION 3: Images of Taste: Come and taste / Immagini del gusto: Venite et Gustate

Bioethics and nutrition: what relationship? / Bioetica ed alimentazione – quale legame?, Maria Anna Gensabella, Philosopher and Bioethicist (Università di Messina)

A taste for ethics and an ethics of taste. / Un gusto per l’etica ed un etica del gusto, Raymond Zammit,  Bioethicist (University of Malta)

Nutrition and food refusal at the end of life / Quale nutrizione per le persone in situazione di precarietà?
Elena Toniato. Pathologist (Università di Chieti)
Stefano Martinotti,  Pathologist (Università di Chieti)

How does contemporary society look at the problem of obesity?
Quale visione ha la nostra societa della problematica dell’obesità?
Anna Maria ColaoEndocrinologist (Università Federico II, Napoli)

The mother-daughter relationship at the heart of food choices / La relazione madre figlia al cuore delle scelte alimentari, Meryem Sellami,  Sociologist and Anthropologist (University of Tunis)

SESSION 4: Images of hearing / Immagini dell’udire

The analyst-patient relationship: listening to the soul in the Jungian perspective / La relazione analista-paziente: ascoltare l’anima nella perspettiva Jungiana, Joyce WerresJungian Psychoanalyst (Brazil)

If I were to understand your language, I would enter into your silence: Ethical issues in autism / Se io apprendo il tuo linguaggio entro nel tuo silenzio! Problematiche etiche dell’autismo schizofrenico, Emanuele CaroppoPsychiatrist and Psychoanalyst (Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma)

I sense that you are there! The invisible wall separating persons in a state of coma / Sento che ci sei! Il muro invisibile delle persone in stato di coma, Fulvio de Nigris,  Director (Casa dei Risvegli di Luca, Bologna)

Words and relationships to communicate pain: strategies for listening / Parole e relazioni per comunicare il dolore: quali strategie per l’ascolto?, Flavia Caretta,  Gerontologist (Universita Cattolica del Sacro Cuore, Roma)

«Pouvez-vous comprendre ma détresse spirituelle?, m’a-t-elle dit. Car personne ne voulait l’écouter… ». Unconditional listening. Gabriel Ringlet’s poetic approach to persons in palliative care. Unconditional listening. Gabriel Ringlet’s poetic approach to palliative care / «Pouvez-vous comprendre ma détresse spirituelle?, m’a-t-elle dit. Car personne ne voulait l’écouter… » L’ascolto incondizionato. L’avvicinamento poetico di Gabriel Ringlet verso le persone in cura palliativa, Charlò Camilleri,  Theologian (University of Malta)

SESSION  5: Images of Touch
Dalla misura alla grazia: immagini del tatto / L’anima è come la mano e la mano è lo strumento per eccellenza

Does the artificial hand produce a sense of touching? / La mano artificiale rende il senso del toccare?, 
Emmanuel Agius,  Bioethicist (University of Malta)

Physical contact with the person and telemedicine: ethical questions / Il contatto fisico con la persona malata e la telemedicina: quali problematiche etiche?, Tiziana Stobbione,  Bioethicist (Università di Torino), Alessandro Mastinu. Bioethicist (Università di Torino).

Ethical questions relted to intimacy and sexuality in homes for the elderly / Quali problematiche etiche per l’intimità e la sessualità nei luoghi cura e nelle case di riposo per gli anziani?, Jorge Alberto Alvarez Diaz,  Physician and sexuologist (UAM Xoclimilco, Mexico)

Touching and accompanying elderly people in institutions during COVID / Il toccare e l’accompagnamento nella vecchiaia al tempo del COVID, Rosa CaronPsychoanalyst (University of Lille / Paris Diderot)

The violated face: faceless eyes? / Il volto violato: occhi senza volto?, Rolando Paterniti,  Criminologist (Università di Firenze)

Prejudices and injustices in healthcare arising from the perception of another person’s skin / Pregiudizio e ingiustizie nella sanita derivanti dalla nostra percezione della pelle dell’Altro, Carlo Calleja,  Moral Theologian (University of Malta)

Surgery between touching and cutting: a peculiar relationship between physician and patient / La chirurgia tra toccare e incidere: Un rapporto peculiare tra medico e paziente, Rosanna Alloni,  Professor of Surgery and Clinical Director (Università Campus Bio-Medico di Roma)

SESSION 6: Images of Smell / Immagini dell’olfatto

Towards an anthropology of smell: what odours in the places of treatment? / Antropologia dell’olfatto: quali odori nei luoghi di cura?, Francesco ScalfariAnthropolgist and Director (Consorzio Asti Studi Superiori e del Polo Universitario di Asti ‘Rita Levi Montalcini’ UNIASTISS)

Anosmia: a rare and unrecognised disability / Anosmia: una disabilita rara e non riconosciuta, Ernesto Bruno,  ENT Surgeon (Tor Vergata University, Rome ‒ Università Signora di Buon Consiglio, Tirana)

The olfactive construction of the social identity of sexuality and gender / La costruzione olfattiva dell’identità sociale del sesso e del genere, Pasquale Giustiniani,  Philosopher and Bioethicist (Università Federico II, Naples)

Epilepsy and smell: cause, warning, symptom or treatment? A bioethical consideration / Epilessia e odore: causa, avvertimento, sintomo o trattamento? Una prospettiva bioetica, Janet  Mifsud,  Pharmacologist (University of Malta)

Smell is the sense of intuition: the invisible leading to the visible / L’olfatto è il senso dell’intuizione: l’invisibile che parla del visibile?, Mark Sultana,  Philosopher (Università of Malta).

 

Per INFORMAZIONI: https://bioethics5senses.net/

Per ISCRIZIONE: termine ultimo 30 settembre 2020 tramite il sito dell’Ateneo di Malta https://www.um.edu.mt/theology/activities/internationalbioethicsconference/form;
Quota 25,00 euro. Rilascia crediti ecm per tutte le professioni sanitarie.

I cittadini italiani che desiderano parteciparvi con richiesta di crediti ecm possono iscriversi presso il provider Gli Amici di Luca- Casa dei Risvegli di Bologna previa compilazione della scheda di iscrizione e pagamento della tassa di 20 euro (per info: http://www.amicidiluca.it/?fbclid=IwAR1BFo_nWuWGsojbodIO5eXDLcBUs61s4H93–AH6HJzzCK4TZ870jGZZBQ).

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