L’uomo ricerca la felicità da sempre. Tuttavia, cosa si intenda per felicità non è chiaro in quanto si trasforma in ognuno di noi a seconda delle fasi della vita, muta nelle varie epoche storiche, cambia a seconda dei luoghi e delle differenti culture.
Potremmo, in sintesi, definirlo un concetto dinamico, non statico ed immutabile. Il consumismo che ha travolto l’Occidente ne ha offerto un’ulteriore visione, portando ad identificare la felicità come un bene da possedere, la ricerca ostinata del piacere.
Purtroppo tali utopie si rivelano effimere, caduche come dimostra la fotografia dei nostri giorni dalla quale emerge un’immagine con troppi chiaro-scuri di grigio. Il dualismo posto da Eric Fromm, ovvero scegliere tra essere ed avere, ripropone il dilemma dando implicitamente una risposta.
A tali domande ha cercato di rispondere Papa Francesco, il quale, nel suo libro intitolato appunto Siate felici! si chiede: «Le paure? Illuminare, dirle. Lo scoraggiamento? Vincerlo con il coraggio, con qualcuno che vi dia una mano. È il fiuto della vita: Non perderlo, perché è una cosa bella».
In un tempo in cui siamo assediati dalle paure, dalle depressioni, dalle fatiche, in cui abbiamo sperimentato il dramma della malattia, le tenebre della guerra e dai cambiamenti del clima, Papa Francesco raccoglie le nostre crisi e le nostre speranze e lancia a tutto il mondo un messaggio di luce.
La piena realizzazione di sé trova un orizzonte di senso soltanto nella relazione attraverso il dono della propria vita, con l’altruismo in grado di superare il possesso e l’egoismo.
La felicità – scrive ancora Bergoglio – non è una ricchezza per pochi, ma il desiderio di Dio per tutti. Nasce dall’incontro con gli altri, dall’essere accettati, compresi, amati e dall’accettare, comprendere, amare; e questo non per l’interesse del momento, ma perché l’altro, l’altra è una persona.
© Bioetica News Torino, Febbraio 2023 - Riproduzione Vietata