Questo libro dà una testimonianza di alcuni infermieri che raccontano il loro vissuto professionale durante l'emergenza da Covid-19 nella fase più critica. Sostiene il progetto #NoiConGliInfermieri della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, con cui intende offrire un aiuto nei percorsi di cura e riabilitazione agli infermieri e alle loro famiglie colpite da questa terribile malattia e sostenere l’approvvigionamento dei presidi sanitari mancanti. L80% della somma pagata per la copia (4 euro) va al progetto FNOPI.
La paura è nostra compagna, l’ansia è la benzina che ci fa restare concentrati,
l’etica la luce che ci illumina il cammino.
Se ci ascoltaste parlare sulla morte o sulle peggiori malattie vi verrebbero i brividi,
ma tutte le battute sarebbero il mezzo attraverso il quale,
Noi esorcizziamo le nostre paure e i nostri demoni!
Non siamo eroi! Ricordatelo anche quando “Andrà tutto bene!
Alessandro Cammino, infermiere di Roma
Ore e ore imprigionati dentro una tuta, la mascherina che rende difficoltoso il respiro e che stringe ovunque, lasciando ferite dolorose su naso, guance, orecchie. Il sudore che offusca la vista, il respiro che appanna la visiera. Si cominciano ad avvertire giramenti di testa, cali di pressione dovuti alle tante ore (cinque, otto, dieci) senza mangiare né bere, senza neanche avere il tempo di andare in bagno. È la condizione drammatica – oltre alla drammaticità del rapido evolversi del contagio da Covid-19 e della sua pericolosità, riportata in questi mesi dai notiziari giornalistici che ha destato l’attenzione – degli operatori sanitari che si sono trovati ad operare in prima linea contro il Covid-19, lavorando senza sosta, con generosità, senza risparmiarsi, nel prendersi cura delle persone ricoverate e che ritroviamo nel libro Racconti di Cura che Curano. Antologia sanitaria ai tempi del Coronavirus, nel quale un’infermiera di Bologna, Silvia Fortunato, in collaborazione con l’Associazione Canto 31, ha raccolto alcune testimonianze di infermieri provenienti da tutta Italia, una sessantina, per preservare intatto il ricordo di quanto accaduto. Perché, come afferma la curatrice Silvia Fortunato nella prefazione, «sarebbe una crudeltà disperdere questo enorme patrimonio letterario che per la prima volta ci vede tutti all’unisono in veste di narratori».
Infatti , spiega, il proposito è di
far emergere un popolo, quello degli infermieri, che per tanti decenni è stato in sordina, il motore propulsore dell’attività sanitaria, lavorando sempre con dedizione e amore per il proprio lavoro, esattamente come adesso, ma con la differenza che oggi più che mai la cittadinanza ha confermato di capire la loro importanza.
Nonostante la loro stanchezza, fisica e mentale, gli operatori sanitari diventano anche scrittori, poeti dalle mani stanche, che oltre a curare vogliono raccontare.
Le vite lavorative e familiari degli operatori sanitari sono state sconvolte a causa del Covid 19. Possiamo chiamarli eroi, salvatori, benefattori, unici baluardi di speranza, in un mondo che si era sempre creduto invincibile e che, nell’arco di due mesi, ha rivelato tutta la sua inoppugnabile fragilità e rabbiosa impotenza dinanzi alla brutalità del caso.
Attraverso le pagine del libro, un centinaio, veniamo a conoscenza delle terribili condizioni di lavoro quotidiane, dovute alla scarsità di risorse, sia del personale che dei dispositivi protettivi e degli strumenti operativi. Traspaiono inoltre con dolorosa chiarezza la paura e la rabbia degli operatori per tali condizioni degradanti, assolutamente non in linea con le disposizioni governative per far fronte all’emergenza. A questi sentimenti negativi si accompagnano la fremente compassione e il forte desiderio di essere d’aiuto al prossimo, sentimenti che mantengono viva la fiamma della speranza e che ogni giorno restituiscono rinnovato vigore a chi svolge con coraggio questa nobile professione.
Eroi fragili, dunque, ma profondamente consci del loro immenso valore per la società, la quale troppo spesso, imperdonabilmente, si dimentica di loro.
Riportiamo uno stralcio del racconto di Daniele Notarrigo, infermiere di Savona:
il Covid ha messo a nudo la sanità, ha fatto scoprire al mondo intero l’importanza dei medici e degli infermieri, svelando veramente l’entità reale della figura che noi ricopriamo in tutte le sue sfaccettature. Noi siamo in questa trincea come sempre. È nel nostro DNA, per noi, combattere… è nel nostro DNA, per noi, indossare la divisa che oggi più che mai è una corazza… è nel nostro DNA afferrare anche l’ultimo istante e far sì che questo diventi storia da raccontare.
© Bioetica News Torino, Luglio 2020 - Riproduzione Vietata