«Questo libro racconta la storia di due mondi: quello degli uomini e quello, invisibile, dei microrganismi. Due pianeti diversi, abitati da forme di vita diversissime, in guerra permanente tra loro. […] Il libro di Barbara Gallavotti ci parla proprio delle epidemie su larga scala che ha conosciuto l’umanità nel corso dei secoli, e ci spiega perché i virus e i batteri siano sempre in agguato, pronti a colpirci, appena abbassiamo la guardia»: così scrive Piero Angela nella prefazione dell’opera Le Grandi Epidemie. Come difendersi. Tutto quello che dovreste sapere sui microbi. È biologa, scrittrice e giornalista scientifica che da più di vent’anni è autrice dei palinsesti televisivi molto seguiti dal pubblico tra i quali Superquark e Ulisse.
Il tema del libro, edito da Donzelli e uscito nel 2019 (pp. 198) non potrebbe essere più attuale e ci ricorda drammaticamente che non sono le carestie, le guerre o le catastrofi naturali i più grandi nemici dell’umanità, ma gli agenti patogeni e la loro sbalorditiva capacità infettiva.
Non esistono epoche storiche, asserisce Gallavotti, che siano state risparmiate dalle epidemie. Per millenni esse hanno fatto strage tra la popolazione indifesa, dalla febbre dell’antica Atene di Pericle alla lebbra medievale, dalla peste del Quattrocento all’AIDS che sconvolse gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso.
Nonostante il passare dei secoli e i progressi straordinari della medicina e della farmacologia, virus e batteri continuano a mietere un numero incredibile di vittime, mettendo a dura prova il nostro sistema immunitario. Certo è che, senza i moderni vaccini e antibiotici, saremmo enormemente più esposti alle malattie e il numero dei decessi crescerebbe a dismisura; l’attuale tendenza a diffidare di tali pratiche mediche, dunque, dovrebbe suscitare non poca preoccupazione.
«Scienza e medicina ci fanno dimenticare come sarebbe la nostra vita se non esistessero», scrive la biologa Gallavotti, «e dunque portano a non comprendere quanto siano fondamentali. Questa sorta di amnesia collettiva sta diventando evidente nel caso delle malattie infettive: protetti dai loro effetti più nefasti, non siamo ormai più in grado di renderci conto della loro potenza distruttrice. E letteralmente, stiamo costruendo un immaginario passato di convivenza felice fra noi e i microbi patogeni che nella realtà non è mai esistito».
A tal proposito è doveroso ricordare che in Italia il semplice morbillo, prima dell’avvento del vaccino nel 1976, infettò tra le 100.000 e le 180.000 persone in un anno, e furono ben 200 i bambini deceduti. Alla luce di questo, i sostenitori del no-vax dovrebbero dunque riconsiderare le loro posizioni giacché, sebbene ogni vaccino possa potenzialmente produrre indesiderati effetti collaterali, i rischi posti da questi ultimi sono assai più lievi di quelli che possono comportare le malattie dai quali i vaccini ci proteggono.
Ad oggi, l’epidemiologia rimane una delle armi più potenti in grado di offrirci protezione dall’attacco dei microbi. Essa si avvale di approfondite conoscenze nel campo della genetica e dei meccanismi biologici che regolano la sopravvivenza e la diffusione degli agenti infettivi, fornendo indicazioni preziosissime su come combatterli.
Di primaria importanza restano comunque le indagini statistiche avanzate. Scrive Gallavotti:
Estremamente interessante è, inoltre, il dibattito sull’efficacia degli antibiotici. La pediatra e infettivologa Susanna Esposito, citata da Gallavotti, afferma che ogni anno, in Europa si registrano centinaia di migliaia di casi di infezioni resistenti agli antibiotici, in grado di mietere oltre 30 000 vittime l’anno. Diverse ricerche asseriscono che già nel 2025 in Europa si conteranno un milione di decessi per malattie batteriche non più curabili con antibiotici, e nel 2050 il numero di decessi nel mondo potrebbe sfiorare i 10 milioni. Una tendenza ben più che allarmante (se pensiamo, poi, che vi sono immense varietà di forme batteriche per cui non esistono antibiotici efficaci) della quale, però, dobbiamo assumerci la piena colpa: la leggerezza con cui ingeriamo qualsiasi tipo di farmaco sta rafforzando la capacità di resistenza dei batteri, e l’esposizione prolungata agli antibiotici sta insegnando loro a eludere le difese dell’organismo.
Dal punto di vista della qualità dell’assistenza sanitaria, comunque, l’Italia occupa senza dubbio uno dei primi posti in Europa. Come afferma Giovanni Baglio, dirigente medico citato da Gallavotti:
In conclusione, la domanda sorge spontanea: chi vincerà la guerra tra gli esseri umani e gli agenti patogeni? Scrive Gallavotti:
le grandi epidemie
come difendersi
Collana «Rosso e Nero»
Donzelli, Roma 2019, pp. 198
€ 14,00
© Bioetica News Torino, Aprile 2020 - Riproduzione Vietata