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79 Maggio - Giugno 2021
Speciale Giovani e sport Dalla cura del corpo alla sua esaltazione

Il Libro. «La notte ha smesso di fare paura» di G. Perini

Si può vivere il periodo più tenebroso di sempre,
anzi quando si presenta va vissuto intensamente,
in profondità, senza fuggire, per poterlo superare […]
Tutte le ombre cadranno

G. Perini, La notte ha smesso di far paura (2021)

Lo sport educa alla vita


Un profondo amore per la vita nonostante le avversità racchiude l’essenza di Giacomo Perini, giovane ragazzo di Roma che racconta la sua storia nel libro autobiografico, edito da Santelli, perché possa essere di aiuto e sostegno a coloro che stanno affrontando situazioni complicate e inaspettate.

Grazie allo sport il giovane Giacomo riesce ad affrontare con più serenità il radicale cambiamento di vita inferto da un brutto male. Il suo corpo ne è stato colpito gravemente: «una disabilità nella vita può rivelarsi un’abilità nello sport. Nella società forse è ancora un tabù, ma nello sport può ancora arrivare ad essere qualcosa di grandioso», scrive Giacomo.

L’equitazione è una sua grande passione che lo anima da quando era bambino. Per tanti anni la sua vita gira intorno alla scuola, ai cavalli e alle gare fino a quando ad un tratto, ad appena 18 anni, un evento irrompe nella sua vita stravolgendola del tutto: mentre è al maneggio, il ginocchio gli cede e cade.

‹‹Perché proprio a me?››. Cercare un senso nel doloroso calvario della malattia

perini la notte ha smesso di fare paura 2021
Giacomo Perini, La notte ha smesso di fare paura, Santelli, 2021, pp. 176

‹‹Il momento della verità è arrivato come una giornata gelida di vento tagliente, quello che ti sferza il viso e ti fa lacrimare gli occhi››: gli viene diagnosticato uno osteosarcoma, tumore maligno delle ossa che colpisce maggiormente bambini e ragazzi. Inizia il suo doloroso calvario fra chemio, interventi chirurgici, pendolarità tra casa, studio e cura in due città lontane, Roma e Bologna. 

Dinanzi a due strade, lasciarsi sopraffare dallo sconforto o reagire e combattere, il giovane sceglie la seconda con un percorso interiore lungo e complesso per arrivare ad accettare la realtà dei fatti, dopo aver meditato su una domanda che lo arrovella, Perché proprio a me?  ‹‹Bisogna avere la forza, il coraggio, la determinazione di trovare un risvolto positivo, un insegnamento di vita che ci faccia apprezzare di più i piccoli gesti della nostra quotidianità››, così trova la risposta Giacomo. Ha ragione, diamo la quotidianità per scontata e non ci rendiamo conto di quanto sia preziosa e bella.

La recidiva alla gamba gli fa purtroppo proseguire la sua salita alla croce; il ragazzo, però, non si lascia abbattere e sceglie l’amputazione ad un percorso terapeutico invasivo e lungo. Con spirito coraggioso e determinazione affronta il suo nuovo “corpo”.


L’importanza degli affetti familiari e della vicinanza dei medici


L’amore e il sostegno incondizionato della sua famiglia, la mamma Angela, il papà Alberto e la sorella Giulia, dei medici e dello sport costituiscono la sua ancora di salvezza. L’impossibilità di tornare a cavalcare non gli impedisce di puntare ad altro e, infatti, decide di iniziare canottaggio a livello agonistico. Per lui ‹‹lo sport rigenera mentalmente, fa scaricare tutte le tensioni e, anche se il corpo va in affanno per il duro allenamento, poi si acquisisce una forza diversa per affrontare la vita, perché si riesce a trovare un equilibrio››.

Anche chi gli sta accanto soffre, come la sua famiglia: ci si rende conto che assistere al lungo e complesso percorso di guarigione di una persona cara è altrettanto doloroso e sconvolgente. ‹‹I familiari spesso sono meno preparati dei malati ad affrontare queste situazioni››, ammettono Angela e Alberto. Anche Giulia deve fare i conti con la realtà; si trova a Londra per lavoro, ma trova comunque il modo per essergli vicino.

Un percorso interiore con l’arrivo della pandemia e la “rinascita”

Lo sport è impegno, determinazione, tenacia; aiuta a crescere e maturare. ‹‹Il carattere viene forgiato dalla passione e dalla determinazione a lavorare sodo, perché, nello sport come nella vita, i risultati si ottengono con un duro lavoro costante››. Giacomo ci riesce, riprende in mano la sua vita. Supera egregiamente la maturità, va all’università iscrivendosi a Scienze Politiche per poter essere partecipe, dedicandosi agli altri, nella vita pubblica, lavora presso un ufficio dedicato allo sport  paralimpico della FITRI (Federazione Italiana Triathlon) e si allena. Ha quello che più desidera per il suo futuro.

L’arrivo dell’isolamento forzato nel 2020 a causa del coronavirus rappresenta per Giacomo un altro periodo difficile da affrontare. Ammette con estrema umiltà che lo ha portato a fare un percorso di introspezione per raggiungere di nuovo quelle certezze che riteneva superate; ‹‹il cambio radicale di ritmo, la necessità di stare fermo, un’altra volta chiuso in casa, ogni santo giorno, per un lungo periodo, ha fatto esplodere quanto tenevo inconsciamente compresso dentro di me››. Bisogna accettare, accogliere il dolore e il malessere per riuscire a superarli, chiedendo aiuto ad un amico, come ha fatto Giacomo.

E il suo amico, Vincenzo Abbagnale, atleta della nazionale di canottaggio, scrive di lui, della sua tenacia, che si è appigliato ‹‹ad ogni strumento possibile, la creatività e lo sport, con una forza incrollabile e una saggezza che travalica l’esiguità del numero dei suoi anni››.

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