«Il fenomeno della coscienza non è soltanto onnipresente, ma è personale, ci determina come soggetti, disegna un perimetro. Definisce l’esperienza della vita vissuta. Il sé cosciente sembra aleggiare sopra il piano del cervello fisico. […] Senza quel sé ci ridurremmo ad automi, delle macchine». Direttore del SAGE Center for the Study of the Mind presso l’Università della California, nonché membro dell’American Academy of Arts and Sciences, della National Academy of Medicine e della National Academy of Sciences, Michael Gazzaniga dà ancora una volta prova del suo acume e capacità analitica nel suo ultimo libro La coscienza è un istinto. Il legame misterioso tra il cervello e la mente, edito da Raffaello Cortina, volume che va ad arricchire la collana divulgativa «Scienza e Idee».
Il saggio è complesso, per pochi forse, eppure il tema trattato non potrebbe risultare di interesse più comune: che cos’è la coscienza? In che modo acquisiamo consapevolezza del fluire dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, della nostra esistenza? Non è forse proprio la coscienza a definirci come esseri senzienti, a distinguerci dalle macchine?
«La coscienza è un istinto», scrive Gazzaniga, «la coscienza è un accessorio di serie, tanto è vero che molti organismi, e non solo gli esseri umani, sono dotati per natura di una forma di coscienza. […] Dal momento che ne siamo tutti dotati, siamo convinti di avere della nostra coscienza un’esperienza immediata, di tipo introspettivo. Invece si tratta di un istinto sfuggente e complesso, radicato nell’organo più impenetrabile dell’universo: il cervello». Non a caso è proprio il cervello, l’organo più misterioso del corpo umano, ad aver risvegliato attraverso i secoli l’interesse di esimi studiosi provenienti da ogni parte del mondo; dalle speculazioni riduzioniste Freudiane di inizio Novecento ai più recenti studi empirici sui fattori molecolari, cellulari e ambientali, gli ultimi settantacinque anni hanno prodotto una mole imponente di informazioni sul cervello. Eppure i suoi segreti sono ancora ben lungi dall’essere svelati.
L’Autore divide il volume in tre parti. La prima parte prende in esame la Natura e come essa abbia acquisito, progressivamente, un’identità propria, distinta dalla dimensione umana. Se ai tempi degli antichi egizi il mondo naturale si fondeva con quello umano – era pertanto dotato di pensieri ed emozioni propri – per la società moderna, scientifica e pragmatica, la Natura è un oggetto, un’entità priva di auto consapevolezza, che può essere posta in relazione ad altri oggetti nella modalità giudicata più ragionevole. D’altronde, come affermava Aristotele, il mestiere della scienza consiste proprio nella dimostrazione oggettiva del perché delle cose. Da qui la nota dottrina causale: ogni oggetto o fattore concretamente rilevabile nella realtà ha origine da un altro oggetto o fattore antecedente, ad esso strettamente correlato e in grado di motivarne l’esistenza.
Gazzaniga prende inoltre in analisi il dualismo psicofisico di Descartes – secondo cui l’anima è nettamente separata dal corpo– e gli studi empirici messi a punto dagli studiosi d’oltre Manica (le ricerche condotte a Oxford da Petty e Willis avrebbero lasciato il segno nell’infuocato dibattito sulla relazione mente/cervello).
La nascita delle moderne neuroscienze e la rivoluzione cognitivista americana risalenti alla prima metà del XX secolo determineranno una significativa evoluzione negli studi sul cervello, pur non riuscendo a dar vita a svolte epocali.
La seconda parte del libro presenta alcune nozioni moderne sul funzionamento del cervello. «È sorprendente» scrive Gazzaniga, «che la metafora del “cervello-macchina”, introdotta da Descartes e adottata senza riserve da quasi tutti gli scienziati del nostro tempo, ci abbia indotti a credere che solo la macchina nella sua interezza possa svolgere tante delle funzioni che imputiamo al cervello. Perché in realtà siamo molto più simili a una federazione di moduli dotati di ampie autonomie locali che cooperano in forme concertate». La comprensione della modalità di cooperazione tra questi diversi moduli non può che passare attraverso l’analisi ponderata dell’architettura complessiva del sistema-cervello e della sua struttura stratificata. È interessante constatare che proprio tale struttura stratificata e modulare determina la coscienza. Non esiste, infatti, «alcun sistema centralizzato preposto al grandioso miracolo dell’esperienza cosciente».
Nella terza parte l’Autore si interroga sul legame, a lungo oggetto di dibattito, tra neuroni e mente, ammettendo che le conoscenze del mondo fisico su tale questione sono tuttora alquanto lacunose. Eppure è solo attraverso la fisica, afferma Gazzaniga, che si può giungere alla soluzione di tale enigma.
Più avanti nella sezione, l’Autore riflette sulla differenza tra materia vivente e non vivente, confermando l’esistenza di una dualità costitutiva inerente a tutti gli esseri soggetti all’evoluzione. La materia vivente può sempre esistere in due diversi stati simultanei. La fisica e la biosemiotica possono aiutarci a colmare le lacune nella conoscenza di tali stati «disegnando un percorso che un giorno potrebbe consentire ai neuroscienziati di venire a capo di un divario mente/cervello annidato in un’architettura a strati governata da protocolli che descrivono le interfacce tra ciascuno strato».
In conclusione, Gazzaniga cerca di spiegare come dall’interazione tra moduli e strati prenda vita il fenomeno comunemente definito “esperienza cosciente“. Da una riflessione allargata, scrive l’Autore, si può descrivere la coscienza come un istinto complesso, un «insieme di meccanismi innati di tipo istintuale come il linguaggio, la percezione e le emozioni».
L’Autore prende inoltre le distanze dal riduzionismo dogmatico − introdotto da Descartes − che ancor oggi rappresenta l’approccio prediletto allo studio della mente, affermando che la soluzione all’enigma della coscienza va ben oltre l’analisi strutturale del cervello nelle sue singole parti: «nel corso degli ultimi trent’anni abbiamo investito miliardi di dollari nello studio delle aree cerebrali, del ruolo che svolgono e del modo in cui si connettono tra loro», scrive Gazzaniga
Solo in questo modo, afferma Gazzaniga, si potrà giungere alla scoperta dell’origine della coscienza che, oggi più che mai, rappresenta il vero Santo Graal delle neuroscienze.
GAZZANIGA MS.
La coscienza è un istinto
Il legame misterioso tra il cervello e la mente
Collana «Scienza e Idee»
Raffaello Cortina Editore, Milano 2019, pp. 328
€ 28,000
© Bioetica News Torino, Maggio 2019 - Riproduzione Vietata