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68 Maggio 2020
Monografia Covid-19. Quale futuro dopo la pandemia?

Il Libro «Etica delle macchine» di Tamburrini G.

Con l’avvento del XXI secolo, la robotica e l’intelligenza artificiale hanno fatto passi da gigante, ampliando enormemente il repertorio di compiti assegnabili a una macchina senza alcun intervento umano.

Il perfezionamento delle tecnologie per l’apprendimento automatico ha reso le macchine in grado di svolgere compiti percettivi, di valutazione cognitiva, di coordinamento sensomotorio e interazione con altri agenti intelligenti. Questa automazione sempre più avanzata si è rivelata fondamentale per l’implementazione di automobili ad autonomia crescente e di armi autonome, le quali inevitabilmente innescano discussioni di natura etica talvolta molto accese. Non sono esenti dal dibattito gli assistenti robotici per la chirurgia, i sistemi per la profilazione e la sorveglianza degli utenti di sistemi informatici, gli strumenti di supporto per la diagnosi medica, nonché le piattaforme in grado di gestire le concessioni dei prestiti bancari, le assunzioni, gli avanzamenti di carriera e tutto ciò che regola la vita umana.

Tale autonomia operativa sempre più evidente non ha fatto che fomentare la diffidenza verso quell’intelligenza artificiale un tempo tanto elogiata e idealizzata.

Il volume Etica delle Macchine. Dilemmi morali per robotica e intelligenza artificiale, firmato dal professor Guglielmo Tamburrini,  docente di Filosofia della scienza e della tecnologia presso l’Università di Napoli Federico II, – ed edito da Carocci, ci fornisce una panoramica sui dilemmi etici generati dall’introduzione nel mercato di queste strumentazioni all’avanguardia, articolando il discorso in due parti principali: l’analisi dei problemi morali emergenti nel campo della robotica e delle I.A. e lo sviluppo delle politiche etiche conseguenti.

Scrive Tamburrini: «le due fasi sono collegate e complementari: l’analisi delle questioni morali emergenti è di per sé impotente se non fornisce indicazioni sui modi di indirizzare l’agire individuale e collettivo; le politiche etiche da sottoporre alla discussione e alla deliberazione pubblica sono cieche senza un’adeguata comprensione delle problematiche morali soggiacenti».

Tuttavia, fornire un’opinione unica e incontrastata su tematiche di tale complessità risulta pressoché impossibile, considerata la pluralità delle prospettive etiche e la tortuosità dell’organizzazione sociale della ricerca scientifica e tecnologica.

I veicoli a guida autonoma e le armi autonome, sebbene operanti in ambiti molto diversi tra loro, sono i fiori all’occhiello della ricerca in robotica e dell’intelligenza artificiale, pur presentando importanti dilemmi morali. Come precisa l’autore, «la loro autonomia operativa si esplica nel passaggio dalle decisioni e dai ragionamenti abilitati dagli algoritmi dell’I.A. alle azioni che il loro corpo robotico effettua nel mondo. Le azioni che questi sistemi compiono, senza richiedere alcun intervento da parte di un essere umano, hanno implicazioni notevoli sul benessere fisico delle persone. I veicoli a guida autonoma possono contribuire a ridurre le vittime della strada nel lungo periodo, ma sono stati già coinvolti in gravi incidenti stradali; le armi autonome possono attaccare obiettivi militari considerati legittimi in un conflitto armato tra Stati, ma potrebbero anche colpire persone che sono protette dal diritto internazionale umanitario».

I problemi etici generati da questi nuovi sistemi robotici sono semplici da immaginare, dal momento che le operazioni da essi eseguite hanno implicazioni significative sul piano del benessere fisico e dei diritti fondamentali delle persone. Il quesito, in fondo, è sempre lo stesso: come tenere sotto controllo tali strumenti per evitare che prendano il sopravvento sulla vita umana?

Per meglio comprendere tali questioni, Tamburrini si concentra sull’analisi dei sistemi autonomi nei quali il passaggio tra decisione algoritmica e azione robotica avviene in un lasso temporale talmente breve da rendere sostanzialmente impossibile per l’essere umano intervenire in itinere. «La riflessione etica sul tema dei sistemi alla confluenza di robotica e I.A.», asserisce l’autore, «il cui funzionamento prevede una rapida successione temporale tra decisione e azione, si articola qui in due momenti: analisi di problemi morali legati all’autonomia operativa delle macchine e sviluppo di conseguenti linee di condotta personale o di politiche etiche per la società». Questi due distinti momenti sono, dunque, strettamente correlati: «l’analisi di questioni morali è di per sé impotente se non sfocia in indicazioni che riguardano l’azione individuale o collettiva; le politiche etiche sono cieche senza una comprensione adeguata delle problematiche morali soggiacenti».

Tamburrini dedica il primo e il secondo capitolo alle automobili a guida autonoma, valutandone i pro e i contro sia dal punto di vista pragmatico che da quello etico; se da una parte i veicoli a guida autonoma possono verosimilmente migliorare la qualità della circolazione stradale, non è ben chiaro come essi potrebbero agire in caso di incidenti o avvenimenti imprevisti. Tale problematica ha sollevato questioni etiche che tuttora dividono gli ingegneri.

Nel terzo capitolo si prova a delineare un impianto metodologico generale per la riflessione etica sull’autonomia operativa delle macchine, mentre nei capitoli quattro e cinque vengono presentate argomentazioni di natura accademica e politica volte a limitare o proibire l’utilizzo delle armi autonome.

Una panoramica più ampia e sintetica sull’indagine etica condotta sui sistemi operativi autonomi viene fornita nel capitolo sei, sebbene al termine del capitolo l’autore specifichi che i ferventi dibattiti originati dalle diverse convinzioni morali sono ben lungi dallo spegnersi. Oggetto di dibattito sono, inoltre, la dignità del lavoro umano e le questioni di equità sociale che potrebbero potenzialmente emergere da nuove forme di competizione uomo-macchina e dalla diversificazione delle responsabilità connesse allo svolgimento di lavori altamente qualificati, come ipotizzato già durante la metà del Novecento da Norbert Wiener e Alan Turning dopo la nascita della cibernetica e i primi passi dell’intelligenza artificiale.

Non di secondaria importanza sono le questioni riguardanti la sostenibilità ambientale dei sistemi automatizzati; l’ottimizzazione di dispositivi hi-tech in grado di garantire la tutela dell’ambiente saranno sempre più indispensabili per la preservazione del territorio e per la lotta al riscaldamento globale.

Il prossimo obiettivo da raggiungere nel campo dell’ingegneria meccatronica sono le macchine autonome dotate di coscienza morale: «la costruzione di una macchina che abbia coscienza di sé è una sfida formidabile che sembra eludere le attuali possibilità scientifiche e tecnologiche […] Le indagini sulle competenze morali delle macchine si sono principalmente concentrate sull’implementazione di regole di comportamento: regole che possono essere programmate dai progettisti della macchina oppure essere apprese dalla macchina stessa in base a un processo di apprendimento automatico. Una macchina che si comporta in conformità a una determinata regola morale possiede solo una competenza morale di base […] Una macchina in grado di spiegare perché ha compiuto proprio quella scelta [tra molte altre], e perché non ne abbia compiute altre ugualmente possibili, sarà dotata di una capacità morale introspettiva: essa riuscirà a fornire dei resoconti dei propri processi di deliberazione morale».

TAMBURRINI ETICA DELLE MACCHINE CAROCCI 2020 COP

 

TAMBURRINI G.

Etica delle macchine

Dilemmi morali per robotica e intelligenza artificiale

Collana «Quality paperbacks»
Carocci, Roma 2020, pp. 152
€ 14,00

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